Museo d’Artiglieria: mi ricordo…

Un’emozione privata, per me, la visita di oggi al MUSEO STORICO NAZIONALE D’ARTIGLIERIA DI TORINO, aperto eccezionalmente il 25 e 26 marzo grazie alle Giornate del Fai di Primavera. Ne sarebbe stato contento mio padre, sottufficiale di Artiglieria da Campagna, divisione Cremona, nei suoi ultimi anni di servizio di stanza alla caserma “Morelli di Popolo” di corso Unione Sovietica. E fu proprio un Morelli di Popolo, il conte Vincenzo, che dell’Artiglieria era Comandante Generale, a convincere il re Carlo Alberto della necessità di fondare un “Museo d’Artiglieria nel Regio Arsenale di Torino”. Era il 1842 e soltanto un anno dopo il progetto andò in porto, con un intero corpo dell’Arsenale destinato allo scopo. Da allora storia e importanza del Museo sono cresciute, tanto da farne ancora oggi una delle collezioni più prestigiose e ricche d’Europa. Qui sono custoditi, oltre naturalmente ad armi e bandiere del periodo risorgimentale, molti pezzi rari: una bombarda da fuoco dell’Impero Ottomano del XV secolo, bocche da fuoco settecentesche dalle raffinate decorazioni nonchè, pezzo davvero unico, un gigantesco spadone dei Lanzichenecchi del XVI secolo. E poi molti reperti provenienti da scavi archeologici, che vanno dal neolitico al periodo longobardo, di armi da guerra e da caccia.…

Read More

Inizia da Torino il viaggio dell’eroe

“Sono frammenti incisi nella memoria, la cui bellezza fa sognare e ispira. Cose di cui abbiamo bisogno in questo momento”. Così Ginevra Elkann, che della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli è presidente, ha voluto presentare IL VIAGGIO DELL’EROE, la mostra aperta dal 24 marzo al 3 settembre a Torino, alla Pinacoteca del Lingotto. Il sottotitolo, Da Atene alla Magna Grecia, dal racconto all’immagine, chiarisce il senso del percorso espositivo: un peregrinare avventuroso fra storia e mito. Le figure degli eroi, rappresentate sui vasi della collezione Intesa Sanpaolo, sono accostate a quelle di defunti, appartenenti alla potente aristocrazia guerriera di Ruvo di Puglia, dalla cui necropoli provengono, nel V-IV secolo a. C. molto ricettiva nei confronti della cultura greca. La celebrazione del defunto, raffigurato all’interno del naiskos, il tempietto sepolcrale, trasferisce così il tempo reale della sua vita terrena in uno spazio-tempo eterno ed ideale, quello del mito appunto. E la morte diviene così la celebrazione del suo stato eroico. La mostra si articola in tre sale. La prima, dedicata agli eroi del mito, quelli che abbiamo imparato a conoscere a scuola: Achille, Ercole, Teseo, Neottolemo, Oreste, i Dioscuri… La seconda, con i vasi che raffigurano i defunti secondo il modello…

Read More

Torino…FloReale

Davvero bella la Galleria Sabauda, specie nel suo attuale allestimento nella manica nuova di Palazzo Reale. E ancora più facilmente raggiungile ora che è stato aperto il passaggio che, attraverso di essa, mette in comunicazione tutto il Polo Reale, dal Museo Archeologico agli appartamenti del Palazzo. Una vera “festa di primavera” allora questa FloReale, tanto preziosa quanto effimera. Durerà, infatti, poco più che l’espace d’un matin, dal 21 al 26 marzo: giusto il tempo di un fiore! L’idea è semplice, almeno in apparenza. I fiori dipinti in nove quadri dell’epoca barocca, da Van Dyck a Carlo Maratta, sono stati accostati ai loro corrispettivi esemplari. Un lavoro corale, svolto dall’Associazione Amici della Galleria Sabauda insieme col Museo Regionale di Scienze Naturali, che ha identificato, e poi reperito peregrinando per i mercati cittadini, specie botaniche fiorite in questo periodo dell’anno. Ecco allora la Natura morta coi fiori di Abraham Mignon, pittore tedesco del XVII secolo: un simbolico gioco di colori tra rose e peonie, i fiori di Venere. Oppure i primaverili tulipani di questo Ritratto di Giovinetta del fiammingo Cornelis De Vos: l’augurio per una vita che, come la primavera, sta sbocciando ricca di promesse. E infine il trionfo di Pan e…

Read More

Un panino? meglio un crostone!

La felicità? Un panino e un bicchiere di vino! O almeno così cantavano qualche anno fa Al Bano e Romina. E che dire allora se il panino è un crostone di lievito madre con farina macinata a pietra del Mulino Marino e la salsiccia è quella bovina di Bra? Succede a Torino, dove ha da poco aperto lo Slow Fast Food CROSTONE.IT, il 1° LAB di salsiccia bovina di Bra. Specializzati in panini con carne cruda con molteplici variabili, sono però sensibili anche alle esigenze dei vegetariani, con una serie di crostoni ad hoc: pomodoro, bufala e basilico; verdure grigliate e philadelphia; tonno e mozzarella… Nonché alle richieste “sfiziose”: coppa, toma, erbette; mortadella e caprino; roast beef, pomodoro e rucola… Il locale è minuscolo, come conviene a un moderno street food, ma se non capitate nelle ore di punta trovate di sicuro posto su uno degli sgabelli. Magari per assaporare con calma un’altra “golosità”: un’ottima barbera superiore spillata direttamente dalla botte! crostone.it via Duchessa Jolanda, 1/D - Torino

Read More

A pranzo nel I secolo: Caupona di Pompei

Avete mai avuto la curiosità di scoprire che cosa si mangiava a Pompei prima del cataclisma? Bene, toglietevi lo sfizio. E senza nemmeno prenotare un viaggio nel tempo! Perché il viaggio che invece dovrete fare è proprio lì, nella città fantasma. Per visitare gli scavi, innanzi tutto, se non l’avete mai fatto, o per rinfrescarvi la memoria, adesso che sono di nuovo agibili, e con nuovi progetti di accoglienza turistica. E poi, a visita conclusa, per concedervi una pausa all’osteria, anzi alla caupona, come avrebbe fatto un pompeiano del tempo. Bastano due passi a piedi dall’uscita del sito archeologico ed eccovi arrivati in via Masseria Curato 2, proprio davanti all’ingresso del CAUPONA Pompeii Restaurant. Il ristorante Aperto da circa un anno da Marco e Nello, due giovani coraggiosi che hanno messo in conto con disinvolta allegria anche le invitabili accuse di kisch, il ristorante oggi comincia a far parlare di sé anche sulle più autorevoli Guide gastronomiche. Confesso che anch’io sono entrata nel tablinium, per altro perfettamente ricostruito, di questa “antica” villa pompeiana con una certa titubanza; e ancora di più ne ho avuta quando mi hanno offerto – ma soltanto se lo desideravo - di indossare l’abito adatto alla…

Read More

Dalle Marche alle cucine del mondo

«A me rischiare piace molto. Qualche volta mi va bene, qualche volta mi va male e ne pago le conseguenze». Sorride Andrea Giuseppucci, con la sicurezza un po’ sfrontata dei suoi venticinque anni ma anche con il coraggio di chi già conosce l’imprevedibile della vita. Nell’ottobre 2016 il terremoto che ha devastato il Centro Italia colpisce duramente anche Tolentino, dove c’è La Gattabuia, il suo ristorante aperto da appena un anno. Ma la voglia di cucinare e sperimentare, e soprattutto di far conoscere al grande pubblico la meraviglia del cibo marchigiano, ha il sopravvento. Non per nulla il suo giovane ristorante è già noto alla critica gastronomica e Andrea fa parte dei trenta cuochi under trenta “che stanno cambiando la cucina del nostro paese”: parola di Paolo Vizzari, Stefano Cavallito e Alessandro Lamacchia. [1] E così, con la collaborazione di Eataly, eccolo in giro per l’Italia, e anche per un pezzo di Europa, a portare in giro il suo concetto di ristorazione. Noi lo abbiamo incontrato a Eataly Lingotto durante uno show cooking divertente e informale, con Andrea che cucina e racconta: le sue Marche, la cucina della nonna, le serate “piene e vuote” al ristorante…   Si comincia con…

Read More

Apre a Torino l’Italia di Magnum

“….e poi, nel corridoio, il racconto della continuità delle città italiane, dove noi tutti abbiamo la fortuna di abitare”. Così il nuovo direttore di CAMERA, Walter Guadagnini, conclude la sua presentazione de L’Italia di Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin, una straordinaria carrellata di oltre duecento immagini che raccontano la cronaca, la storia e il costume del nostro paese negli ultimi settant’anni. Un viaggio nel tempo, dove l’emozione –soprattutto per chi, come me, si ritrova ahimè nel ricordo – diventa sorpresa, per la capacità di penetrazione psicologica delle immagini, e riflessione sulle nostre mutate abitudini di vita. Quanto ci sfugge, del nostro passato, anche di quello che crediamo di possedere ben chiaro nel nostro personale patrimonio mentale Il “mio” percorso, forse perché anch’io l’ho visitata da poco, inizia dagli sguardi dei turisti, i primi “di massa”, che a guerra appena conclusa scoprono la Cappella Sistina: una foto di David Seymour del 1949   Per proseguire con sussiegose signore “bene” – ma sono poi cambiate di tanto?- a tu per tu con un evento irripetibile la mostra di Picasso a Milano nel 1953: le foto sono di René Burri.   Potevano mancare i “vitelloni” di Felliniana memoria? Non è Rimini ma Cesenatico negli anni…

Read More