A pranzo nel I secolo: Caupona di Pompei

Avete mai avuto la curiosità di scoprire che cosa si mangiava a Pompei prima del cataclisma? Bene, toglietevi lo sfizio. E senza nemmeno prenotare un viaggio nel tempo!

Perché il viaggio che invece dovrete fare è proprio lì, nella città fantasma. Per visitare gli scavi, innanzi tutto, se non l’avete mai fatto, o per rinfrescarvi la memoria, adesso che sono di nuovo agibili, e con nuovi progetti di accoglienza turistica. E poi, a visita conclusa, per concedervi una pausa all’osteria, anzi alla caupona, come avrebbe fatto un pompeiano del tempo. Bastano due passi a piedi dall’uscita del sito archeologico ed eccovi arrivati in via Masseria Curato 2, proprio davanti all’ingresso del CAUPONA Pompeii Restaurant.

Il ristorante

Aperto da circa un anno da Marco e Nello, due giovani coraggiosi che hanno messo in conto con disinvolta allegria anche le invitabili accuse di kisch, il ristorante oggi comincia a far parlare di sé anche sulle più autorevoli Guide gastronomiche. Confesso che anch’io sono entrata nel tablinium, per altro perfettamente ricostruito, di questa “antica” villa pompeiana con una certa titubanza; e ancora di più ne ho avuta quando mi hanno offerto – ma soltanto se lo desideravo – di indossare l’abito adatto alla circostanza. Sono capitata nel solito locale per turisti, ho pensato, speriamo bene! E bene, molto bene, è andata davvero, anzi! Un’esperienza tanto piacevole quanto inaspettata, assolutamente da condividere.

Le ricette di Apicio

Il menu degustazione – esiste anche una carta con piatti “normali” per chi non si fida – è suggerito dal De Re Coquinaria di Apicio, un gourmet del I sec. d.C. di cui per altro si sa assai poco. A tutt’oggi il suo resta comunque il più importante, e vario, libro di cucina che ci è arrivato dal mondo antico. Ogni tanto qualcuno ci prova a rifare le sue ricette, ma con esiti spesso alquanto dubbi. Alla CAUPONA invece, pur nella difficoltà di interpretare correttamente dosi e tempi di cottura e, soprattutto, di reperire le giuste materie prime, spesso sparite nella notte dei tempi, il risultato è suggestivo e, almeno per i nostri palati, piuttosto convincente.

E, finalmente, a tavola!

Accomodati alla tavola di legno – i “letti triclinari” prossimamente, promettono – su cui poggiano stoviglie “d’epoca” in terracotta e un’anfora di Mulsum, un vino bianco speziato con pepe zenzero e miele, si comincia.

Dopo  un’èntrée di semplicissimi lupini in foglia d’alloro, ecco l’appetitosa Anatra alla Lucullo, petto d’anatra laccato al miele di castagno accompagnato da verza in carpione e crema di sedano montano.

Sontuoso piatto forte, come ci si aspetta da un menu d’epoca, il Porcellum de Nuceria, stinco di maiale brasato con crema di funghi e bietola stufata alla liquirizia.

Dulcis in fundo – e dove, se non qui?- una creazione di sfoglie di spelta croccante e mousse di ricotta di pecora con mostarda di noci e melograno: buonissima!

E se volete saperne di più, date un’occhiata al sito del ristorante, www.caupona.it , e magari anche alla loro pagina facebook.

 

 

 

 

 

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