Amsterdam & c.

IMG_3826Dopo la Grecia, i Paesi Bassi. Nell’anno in cui le due Europe si fronteggiano l’un contro l’altra armate, sono contenta di averle adocchiate entrambe. Non iniziatico come il precedente questo secondo viaggio, e certo troppo breve pur nella sua intensità. Ma ne è valsa la pena.

Dopo una breve tappa di passaggio a Treviri – bella, merita riparlarne – ecco l’Olanda. In realtà qualche remota attesa sotto sotto c’era per il paese di “Pattini d’argento”, best seller strappalacrime della mia infanzia. Canali ghiacciati, zoccoletti di legno, fanciulle con le treccine e le cuffiette bianche, mulini a vento… Niente di tutto questo, naturalmente, a parte i mulini a vento che c’erano, sotto un inatteso sole nordico. A metà strada tra l’archeologia industriale e la cartolina per turisti, fanno ancora la loro figura. Alcuni di loro sono diventati fiorite e linde casette, presumo per le vacanze perché non oso pensare al coraggio di viverci tutto l’anno, così isolati e in vetrina contemporaneamente. Ma chissà! Ho capito in fretta che qui quasi nulla funziona secondo il mio mediterraneo metro di giudizio… IMG_3920Giornata, quella lungo i mulini, che sarebbe stata comunque molto piacevole, se non fosse stata segnata – tanto per cominciare – dal mio primo impatto con le biciclette, subito diventate lo sgradevole leit motiv del mini-soggiorno olandese. Ecco, lo dico subito: non credo che potrei mai vivere ad Amsterdam, se non, forse, dopo un lungo periodo di faticoso rodaggio!

Mi spiego meglio. Già qui, lungo il campestre e suggestivo canale costeggiato dai mulini, il sentiero turistico è riservato ai pedoni soltanto per il primo tratto. Poi converge sulla pista ciclabile, dove chi credete che abbia la precedenza? Ma le bici, suvvia! Che vi arrivano alle spalle, silenziose e diaboliche, pronte a passarvi sopra in un amen se non vi spostate al volo. E non provate a protestare, tanto non avete ragione! Questa stessa scena l’ho poi vista ripetersi nelle vie cittadine, moltiplicata all’ennesima potenza, perché qui le piste ciclabili hanno la precedenza anche sulle strisce pedonali. Detto in altre parole: le auto vi scansano, ma le bici no!
IMG_3901Per non parlare dell’influenza negativa che questi cortei ciclistici hanno sull’arredo urbano. Infatti le ringhiere in ferro battuto dei ponti sui canali di Amsterdam, che a modo loro sarebbero anche un aspetto non secondario della bellezza della città, sono ridotte a un ammasso di ferraglie degne di un “Deposito ciclabile”, che per altro qui non credo esista, visto che i civili nordici non rubano certo il mezzo altrui e quindi tanto vale parcheggiare la due ruote dove capita… Ebbene, sì: Amsterdam non sono riuscita a farmela piacere del tutto. La salvano due presenze, ai miei occhi tutt’altro che trascurabili: il Museo Van Gogh e un’ottima cucina di pesce. Ne parliamo.

 

Silvana Delfuoco

La gola un peccato capitale? Lo diceva anche il padre Dante, è vero. Salvo poi lamentarsi per quanto “sa di sale lo pane altrui”. E poi ci sono tanti tipi di fame, e tanti modi per soddisfarle: un piatto ben cucinato, un bicchiere di vino buono, la vista di un bel quadro, un film che ci ha fatto ridere, il libro che teniamo sul comodino…

Emozioni di vite forse un po’ privilegiate – le nostre – ma che a me piacerebbe poter condividere. Per questo ho deciso di tenere un diariogoloso, in cui raccontare le mie esperienze di giornalista enogastronomica, ogni tanto in trasferta in altri settori. E con un ormai lungo – ahimè – passato alle spalle. Da insegnante di italiano e latino nei licei torinesi: ebbene sì, lo confesso. Ma questa è un’altra storia…

Attualmente collaboro con Il Golosario di Marco Gatti e Paolo Massobrio. In passato ho già collaborato con: Leiweb e Oggi.it; Il Sommelier Fisar; La Cucina del Corriere; OraCucina; Viaggi del Gusto Magazine; Economy; turismodelgusto.com; Bubble's Italia Magazine.

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