Casa Vicina: La Tavola Dove Torino Incontra L’Antico Egitto

Casa Vicina: la tavola dove Torino incontra l’Antico Egitto

Casa Vicina: un menu che è anche un viaggio «Capita spesso che siano ospiti alla nostra tavola turisti che hanno scelto di visitare Torino - ci ha spiegato lo chef Claudio Vicina presentando il nuovo, particolarissimo, menu - e certo il Museo Egizio è tra le mete che attirano di più. Per questo abbiamo voluto dare anche noi il nostro contributo ai festeggiamenti per il suo duecentesimo compleanno: un traguardo importante non soltanto per la storia del Museo, ma per l'intera città». Un impegno che ha comportato, per la famiglia Vicina, alcuni mesi di lavoro. Innanzitutto la visita al Museo con la curatrice Alessia Fassone, per conoscere non solo la varietà di ingredienti utilizzati ma anche tecniche e peculiarità di preparazione e conservazione degli alimenti; poi momenti di riflessione e confronto tra loro e con gli esperti del Museo, e infine le prove di cucina. È nato così l'esclusivo viaggio culinario e sensoriale tra il Piemonte e l'Egitto "Sapori dell'antico Egitto": il menu dedicato da Casa Vicina al Bicentenario.   Casa Vicina: gli ingredienti che uniscono «I piatti del menu tematico non vogliono certo documentare il passato o il presente del mondo egizio - ha continuato Claudio Vicina - ma…

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I Chimi, Una Sorpresa Nel Cuore Della Val Varaita

I Chimi, una sorpresa nel cuore della Val Varaita

Una piacevole sorpresa per chi, come noi, sta andando alla ricerca di una cucina senza fronzoli, come quella che si dovrebbe - il condizionale è d'obbligo, ahimè - trovare alla tavola di una trattoria. Una cucina che davvero badi alla sostanza, nel rispetto della qualità delle materie prime; che nella scelta dei piatti da proporre non dimentichi mai le proprie radici; ma che, soprattutto, sia guidata da un cuoco vero, uno che il mestiere lo conosce bene: altro dettaglio per nulla scontato! Ed è così che siamo fortunatamente approdati in quel di Frassino, al centro della cuneese Val Varaita, dove si trova la locanda I CHIMI. I Chimi: quando il valore sta nella sostanza Un locale dalla curata semplicità, dove tutto contribuisce a confermare il calore dell'accoglienza: dai pavimenti di legno grezzo, ai muri intonacati, alle volte in pietra lasciate volutamente a vista. Però i tavoli sono accuratamente apparecchiati con le doppie tovaglie e il vasetto di fiori freschi. Il menu racconta di piatti "di sostanza" legati alla stagionalità, dove grande è l'attenzione alle materie del territorio e alla cucina della tradizione. Tra cui c'è solo l'imbarazzo della scelta. I Chimi: una cucina non scontata dove parla la tradizione E…

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Black Bull: Braceria, Birreria, Pub…e Che Altro?

Black Bull: braceria, birreria, pub…e che altro?

Black Bull: carne e non solo Parliamo di carne, è vero, ma non soltanto di carne. Quindi, anche se siete vegetariani, potete continuare a leggere senza problemi. Perché questo BLACK BULL- Braceria Birreria a San Lorenzo di Peveragno (CN), che pure ha nella carne il suo punto di forza, dedica una parte del menu a piatti di verdura: così il gruppo di amici, dove un vegetariano di solito non manca, non dovrà dividersi al momento di scegliere il locale dove passare la serata. Noi, onnivori impenitenti, abbiamo avuto solo il problema della scelta. Info: facebook: Black Bull   Black Bull: c'è anche il dehors Si entra e, per prima cosa, inevitabile che l'occhio cada sull'ampia vetrina dove la carne, pronta per essere cucinata, fa bella mostra di sé: ottimo biglietto da visita per pregustare quello che arriverà in tavola. Unico problema, se non fate parte di un'allegra tavolata, potrà essere il forte brusio della sala, sempre affollata senza rimedio! Per questo noi aspettiamo con ansia la bella stagione, per poter usufruire dell'ampio dehors, che contribuisce non poco a rendere perfetta la serata. Ed ora, finalmente, vi raccontiamo le nostre scelte.   Black Bull: e carne sia! Abbiamo provato l'hamburger classico…

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A Torino Il Primo Salone Del Vermouth

A Torino il primo Salone del Vermouth

Torino, la capitale del vermouth Dove, se non a Torino, poteva nascere il primo Salone del Vermouth? È infatti nella capitale sabauda che fu "inventato", così come ancora oggi lo conosciamo, nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano. E fu lo stesso Carpano, che aveva la bottega a due passi da Palazzo Reale, a inviarne un omaggio a Vittorio Amedeo III, che non solo lo gradì ma da quel momento lo introdusse nel consumo abituale della famiglia reale e della corte. Fu così che il vermouth conquistò la sua fama e ben presto si diffuse in tutta Europa.   Torino, il vermouth a Palazzo Carignano Il Salone del Vermouth si svolgerà il 24 e 25 febbraio 2024, suddiviso tra Salone, con sede al Museo Nazionale del Risorgimento, e il Fuori Salone, diffuso per tutta la città e della durata di una settimana, dal 19 al 25 febbraio. Se poi consideriamo che il Museo del Risorgimento si trova all'interno di Palazzo Carignano, luogo simbolo della storia del Regno, si capisce subito che qui, per il vermouth, è una sorta di "ritorno a casa"! Quanti brindisi tra un bongustaio come il conte di Cavour, che qui aveva il suo studio, e i re…

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C’era Una Volta In Puglia…la Masseria Della Nonna

C’era una volta in Puglia…la Masseria della nonna

Nella Puglia di nonna Maria... Improvvisamente, una Masseria in Puglia. È quella di nonna Maria, che lei stessa ha deciso di lasciare in eredità al nipote lontano, sicura che lui avrebbe saputo come occuparsene. E Domenico Volgare, cuoco e pizzaiolo ecclettico e appassionato, benché ormai da tempo divenuto torinese d'adozione, il legame con la sua terra d'origine non l'ha mai allentato. Eccolo allora lanciarsi in questa nuova avventura: una sorta di "ritorno al futuro" tutto da inventare.   ...c'è la Masseria Petruliva È stato il nome stesso della Masseria a suggerirgli il punto di partenza. La Masseria Petruliva è infatti chiamata così da un antico masso su cui un ulivo era cresciuto spontaneamente. Domenico sente subito che questo è il posto giusto da dove possono nascere gli ingredienti per preparare le sue pizze e i suoi piatti. L'olio, innanzitutto; ma anche tutto quello che la terra di Puglia può offrire al meglio: pomodori, grano, ceci neri... E così si mette subito all'opera.   Il progetto di Domenico Un progetto importante quello di Domenico: mantenere il controllo su di ogni fase della produzione. Proprio per questo ha deciso di procedere per gradi, appoggiandosi ad alcune aziende di trasformazione della zona. Grazie…

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Tartufo Bianco D’Alba? Ma Con L’uovo Al Paletto!

Tartufo bianco d’Alba? ma con l’uovo al paletto!

Lo so, l'uovo al paletto per qualcuno non è nemmeno da considerarsi un piatto, ma un'emergenza dell'ultimo momento. Eppure è spesso una delle "prove" più vincolanti che un aspirante cuoco si sente chiedere per entrare in una cucina anche prestigiosa. Perché sono proprio le materie prime in apparenza più semplici quelle che possono riservare più sorprese, in positivo o in negativo. L'uovo al paletto è una di queste. Tanto che è considerato il modo migliore per valorizzare la "grattata" di Tartufo bianco. Come si dice: la morte sua.   INGREDIENTI: per 4 persone 8 uova (2 a testa) burro (meglio se chiarificato) per soffriggere sale e pepe q.b. Tartufo bianco d'Alba: quanto più possibile... PREPARAZIONE: Preparare le uova secondo abitudine. Io preferisco far soffriggere prima l'albume e aggiungere il rosso un momento dopo in modo che rimanga pochissimo cotto. Così come preferisco aggiungere all'albume un po'di sale in cottura. Servire due uova per commensale, quindi procedere alla "grattata", utilizzando l'apposita mandolina. Grattate, grattate...finche ce n'è.  

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Tartufi E Cujette? Fatto!

Tartufi e cujette? Fatto!

8 dicembre: Madona d'le cujette. Così nel Cuneese da tempo immemorabile si festeggia l'Immacolata, preparando gli gnocchi di patate - le cujette -  poi conditi a piacere come da tradizione familiare: ragù di carne, burro e Parmigiano, fonduta al Castelmagno... Ma noi quest'anno avevamo un ingrediente in più: qualche splendida "pallina" di Tartufo bianco d'Alba, fresco di giornata e di sicura provenienza. E allora, nessun dubbio: gnocchi e tartufo! Così magari saremo noi a inaugurare un'altra tradizione! INGREDIENTI: per 4 persone 500 gr. di patate farina bianca 1 uovo (facoltativo) per il condimento: 40/50 di burro, meglio se di montagna Tartufo bianco  d'Alba: a piacere...   PREPARAZIONE: Preparate gli gnocchi come da abitudine. Cuocere le patate con la buccia in abbondante acqua calda salata, poi sbucciatele rapidamente ancora calde e passatele nel passapatate, facendole cadere nella fontana di farina preparata sulla spianatoia. Io impasto senza uovo perché così gli gnocchi risultano meno gommosi: basta farlo rapidamente e funziona benissimo. Quando l'acqua, già salata, bolle si gettano gli gnocchi, che poi scolerete e passerete in una zuppiera con il burro già ammorbidito. Girateli senza romperli e poi disponeteli nei piatti di portata: è il momento della "grattata", da fare a regola…

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Brace Pura: Quando La Carne è Protagonista

Brace Pura: quando la carne è protagonista

Al centro della scena Sta al centro della scena, ben visibile dietro al vetro della cucina a vista. È il forno "Josper", tecnologia d'avanguardia per la cottura alla brace che qui, a Brace Pura, vede nella carne la sua materia prima per eccellenza. Una scelta, come il team dei "grigliatori" ci tiene a sottolineare, previlegiata ma non  provocatoria: i vegetariani, come pure gli amanti di pesce e crostacei, non si troveranno certo a disagio, sempre accolti con un sorriso e con proposte loro dedicate. Un'esperienza che a noi onnivori - ebbene sì, lo confessiamo! - ha dato non poche soddisfazioni. I piatti secondo noi... Tra i piatti davvero imperdibili, quelli che si raccontano agli amici, c'è di sicuro il midosso di stinco, battuta di Fassona, senape e scorza di limone, spiritosa e golosa presentazione di un'ottima battuta al coltello impreziosita dalla "barchetta" di midollo su cui è adagiata. Bella sorpresa poi i plin di wagyu: sfoglia fine ai 32 tuorli, ripieno di Ozaki; olio ai fiori di rosamrino, garum Ca' Negra e aria al parmigiano: felice incontro, di grande qualità, tra prodotti di culture assai differenti tra loro. Un'offerta che si completa con il secondo piatto: l'assaggio, raccontato a voce…

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Tutti A Pavarolo: E Perché No?

Tutti a Pavarolo: e perché no?

Nel 1933 al Ristorante del Castello... "Scapoli e viceversa - TUTTI A PAVAROLO - Tra vecchi amici per il Gran Pantagruelico". Inizia così  la descrizione di uno storico menu datato 3 settembre 1933 che abbiamo trovato, incorniciato e appeso alla parete, del Ristorante del Castello, in quel di Pavarolo sulla collina torinese proprio alle spalle di Superga. Una proposta su cui, rifatta oggi, non ci sarebbe proprio nulla da eccepire soprattutto in un locale come questo, ultracentenario, che della cucina di tradizione ha fatto il suo vanto.  Ora però, da qualche anno nelle mani di due chef, Stefano De Gregori e Domenico Marino, giovani di età e di entusiasmo ma già di sicura e consolidata esperienza,  il Castello sta vivendo una nuova, promettente, stagione. ... al Ristorante del Castello oggi Ci siamo arrivati una sera della scorsa settimana, stupiti di trovare la sala già animata nonostante la strada collinare non così agevole e ben conoscendo la propensione dei torinesi a non uscire volentieri dai confini cittadini. Sempre più incuriositi, abbiamo consultato con attenzione il menu, dove le proposte alternavano piatti della tradizione dagli interessanti accostamenti a golose  incursioni extra regionali, come l'offerta di fregola sarda  o il capitone con i…

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Se Il Forno Di Paese Diventa A Pagamento…

Se il forno di paese diventa a pagamento…

Leggiamo con interesse la nota stampa che ci arriva da Eataly Lingotto, che ricorda l'appuntamento di martedì 19 2023 presso il torinese PAV - Parco Arte Vivente: un laboratorio gastronomico collettivo, dall'accattivante titolo Pizza e Bollicine al Focolare, dove il maestro pizzaiolo di Eataly Francesco Pompilio svelerà ai partecipanti i segreti della pizza, dall'impasto alla cottura, che avverrà proprio nel Focolare del Collettivo Terra, installazione creata dall' artista Piero Gilardi. Il tutto, come è giusto, ha un costo, per l'occasione comprensivo anche del biglietto d'ingresso al Museo e al suo Parco interno. Già, perché il Focolare, come molti altri progetti del PAV, sono a pagamento, e non si può certo biasimare per questo. Come infatti garantire diversamente ordine, sicurezza e tranquillità agli ospiti, per gran parte scolari e studenti delle scuole cittadine cui le attività sono in particolare dedicate? Focolari, vecchi e nuovi C'erano una volta i forni di paese. C'erano una volta e qualcuno c'è ancora, ancora in uso e perfettamente funzionante. Uno lo conosciamo bene anche noi: il "forno comunitario" di Vauda di Rocca Canavese, quello utilizzato soprattutto in occasione della Sagra della Pesca Ripiena, felicemente arrivata lo scorso agosto alla sua 21° edizione. E certo gli abitanti…

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