Grecia, un percorso iniziatico

IMG_3199No, non sono stata sulle isole. Sarà per una prossima volta.” Meglio premetterlo, visto che è la prima domanda che mi fanno (quasi) tutti quelli che scoprono del mio recente viaggio in Grecia. No, perché questo è stato il mio viaggio iniziatico, arrivato ora con un po’ di ritardo – in fondo, che cos’è mezzo secolo confronto all’eternità? – rispetto a quando lo avevo progettato, nel mio primo anno di scuola media. Una scoperta, allora, che si nutriva dei versi di Omero – ma quanto mi piaceva l’Iliade! – e delle avventure archeologiche di Schliemann. Merito anche, certo, dell’entusiasmo che sapeva trasmettere la mia professoressa –grazie, signora Cantù- e che il tempo, per fortuna ha forse un po’ diluito ma non disperso. Insomma, dovevo vedere i luoghi degli dei e degli eroi. Atene, quindi, innanzitutto, visto che Troia era fuori percorso (e Sparta, purtroppo, inesistente). E poi Delfi dove parlava la Pizia, Olimpia e il recinto sacro delle gare, il Citerone dove Edipo era stato perso e ritrovato, la Micene ricca-d’oro degli Atridi, e poi… Certo anche il mare color-del-vino dei viaggi di Odisseo, la petrosa Itaca, Delo dove Apollo-fu-manifesto, Creta e grotta dei Coribanti… ma questa è un’altra storia, anzi è la continuazione di questa storia. E poi non credo siano queste le isole cui si riferivano i vacanzieri di cui sopra. Alla prossima, quindi.

 

Ora, a viaggio concluso e decantato, l’emozione più forte continua a essere la prima: il tempio di Nettuno a IMG_3029Nauplio, il primo che rivedevano al loro ritorno gli antichi naviganti. Anche per me la sua vista è stato un sollievo –ebbenesì, ho paura dell’aereo – e un’inattesa meraviglia il suo famoso tramonto, complice anche laIMG_3030Birra Alfa, che certo ai tempi non avrei apprezzato altrettanto (e credo nemmeno esistesse).

Più difficile, è ovvio, parlare di Atene, che conoscevo (troppo e forse male) dai libri per provarne meraviglia. Però un momento rivelatore è stato vedere l’Acropoli, finalmente, dallo spazio lontano dell’Agorà. Così doveva apparire ai suoi polites intenti alle interminabili discussioni e alla spesa quotidiana: protettrice e minacciosa, luogo al tempo stesso della Dea e dell’Areopago.

Arrivarci subito da sotto, come vuole oggi il percorso turistico, l’ho trovato snaturante e insensato: il Partenone ti cade addosso senza che quasi tu te ne accorga.

Bello e intelligente, invece, il nuovoIMG_3168 Museo dell’Acropoli, pensato con criteri moderni – a differenza dello storico Museo Archeologico, un po’ deludente – dove campeggia il fregio del Partenone e dove ho scattato di nascosto – vietato, vietato- la foto di una kore con accanto la sua copia di gesso restituita ai colori originari. Uno choc salutare per tutti noi patiti del Mondo Classico: erano kitsch questi Antichi Greci, mettiamocelo bene in testa!

IMG_3145Il Citerone incute ancora timore. Intanto non è un monte, ma una catena – beata mia ignoranza- e il luogo è ancora abbastanza inospitale per lasciare immaginare che cosa potesse essere nella notte dei tempi. Arrivarci dentro presenta problemi di viabilità –già le strade greche non sono un granché – soprattutto per i nostri odierni timori di viaggiatori dell’era di internet (lì il cellulare non prende, chi viene a soccorrerti se vedi il lupo…?). Poi soffia un vento tremendo e al tramonto la natura prende un aspetto maestoso e sinistro. Bello e terribile. Ma come avrà fatto Edipo a sopravvivere fino all’arrivo del pastore?

Finalmente IMG_3135Micene, e qui tutto è come dev’essere. Le mura possenti, la Porta dei leoni, i resti del Palazzo, e soprattutto la bellezza spettacolare del luogo. Certo che Clitemnestra ha visto bene, dall’alto, le navi che approdavano: lo sguardo di qui domina gli spazi fino al mare. E ha avuto tutto il tempo per prepararsi all’arrivo di Agamennone…

Fine dal mio racconto frammentario, fatto a spizzichi e non a bocconi perché di cibo non ho parlato, questa volta. Ma rimando al post sulla Taberna Platea di Olimpia. La miglior esperienza gastronomica del viaggio. Non iniziatica, certo. Anche invecchiare ha i suoi vantaggi.

 

 

Silvana Delfuoco

La gola un peccato capitale? Lo diceva anche il padre Dante, è vero. Salvo poi lamentarsi per quanto “sa di sale lo pane altrui”. E poi ci sono tanti tipi di fame, e tanti modi per soddisfarle: un piatto ben cucinato, un bicchiere di vino buono, la vista di un bel quadro, un film che ci ha fatto ridere, il libro che teniamo sul comodino…

Emozioni di vite forse un po’ privilegiate – le nostre – ma che a me piacerebbe poter condividere. Per questo ho deciso di tenere un diariogoloso, in cui raccontare le mie esperienze di giornalista enogastronomica, ogni tanto in trasferta in altri settori. E con un ormai lungo – ahimè – passato alle spalle. Da insegnante di italiano e latino nei licei torinesi: ebbene sì, lo confesso. Ma questa è un’altra storia…

Attualmente collaboro con Il Golosario di Marco Gatti e Paolo Massobrio. In passato ho già collaborato con: Leiweb e Oggi.it; Il Sommelier Fisar; La Cucina del Corriere; OraCucina; Viaggi del Gusto Magazine; Economy; turismodelgusto.com; Bubble's Italia Magazine.

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