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I colori in progress del …BARBABUC

Dopo Ferragosto si cambia? Ce lo confida Andrea Coghetto, uno dei due giovani titolari –l’altro è Alberto Valletta – di questo interessante Il Barbabuc, aperto da poco nel cuore di San Salvario, proprio a due passi da Porta Nuova. Un cambiamento – ci rassicuriamo subito – che riguarderà soltanto pareti e (forse?) qualche arredo, ma non la linea della cucina. Ok, allora. Perché a noi questa tradizione piemontese, appena affiancata dall’introduzione di qualche piatto fuori regione, ben rispettata nella sostanza e valorizzata dalla cura nella ricerca delle materie prime, non è affatto dispiaciuta, anzi.

Il nostro Tris di antipasti piemontesi comprendeva un Flan di peperoni con Roccaverano all’erba cipollina, dall’ottima consistenza; un corretto Vitello tonnato, di cui tuttavia avremmo preferito una salsa in versione più “rustica”; delle saporite acciughe al verde presentate su di un crostino caldo.

Piatto del giorno, che si è aggiunto al già ampio menu, degli ottimi Tagliolini ai funghi porcini dal perfetto amalgama. A seguire, un morbido Filetto di vitello in doppia panatura con insalatina di cavolo e carota: ottimo accostamento a un indiscutibile “signor” piatto!

Come non concludere con una Pesca ripiena alla piemontese, tanto per restare in tema con il territorio e la stagione? Scelta anche questa decisamente azzeccata!

E poi, a me, questo ambiente dagli arredi sobri giocati sui toni – così “torinesi”…”- del marrone e del beige, dove tutto, dalla classica apparecchiatura al cuscino sulle solide sedie di legno, sembra messo lì apposta per tranquillizzare i nostri spiriti inquieti, è sembrato assai in tono con i piatti elencati sul menu.

Cambiarlo, perché? Verrò di sicuro a sincerarmi che sia stato per il meglio!

 

 

 

 

IL BARBABUC

Via Principe Tommaso, 16 –Torino

www.ristoranteilbarbabuc.it

Silvana Delfuoco

La gola un peccato capitale? Lo diceva anche il padre Dante, è vero. Salvo poi lamentarsi per quanto “sa di sale lo pane altrui”. E poi ci sono tanti tipi di fame, e tanti modi per soddisfarle: un piatto ben cucinato, un bicchiere di vino buono, la vista di un bel quadro, un film che ci ha fatto ridere, il libro che teniamo sul comodino…

Emozioni di vite forse un po’ privilegiate – le nostre – ma che a me piacerebbe poter condividere. Per questo ho deciso di tenere un diariogoloso, in cui raccontare le mie esperienze di giornalista enogastronomica, ogni tanto in trasferta in altri settori. E con un ormai lungo – ahimè – passato alle spalle. Da insegnante di italiano e latino nei licei torinesi: ebbene sì, lo confesso. Ma questa è un’altra storia…

Attualmente collaboro con Il Golosario di Marco Gatti e Paolo Massobrio. In passato ho già collaborato con: Leiweb e Oggi.it; Il Sommelier Fisar; La Cucina del Corriere; OraCucina; Viaggi del Gusto Magazine; Economy; turismodelgusto.com; Bubble's Italia Magazine.

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  1. Yum yum diremmo l’orso Yoghi ……sicuramente meglio delle merende dei turisti….credo proprio anzi…spero proprio che riusciremo ad assaggiare qualcosa al Barbabuc …..

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