Il Paradiso è a Caraglio

Renato Guttuso -Passeggiata a Velate 1893

Renato Guttuso -Passeggiata a Velate 1983

È un orto vero quello che apre la mostra, allestito nei due grandi cortili del Filatoio Rosso di Caraglio, curato da Paolo Pejrone, con l’aiuto quotidiano sul campo (questa volta, nel senso letterale del termine) del personale dell’Associazione Marcovaldo. E che alla fine i peperoni, appetibili frutti di stagione, siano misteriosamente scomparsi proprio la vigilia dell’inaugurazione, come Pejrone stesso ha raccontato con sorridente nonchalance, non è che un’ulteriore prova di quante difficoltà e quanti imprevisti comporti la coltivazione di un orto…

Ma l’orto rimarrà lì, fino a fine mostra ad autunno inoltrato, pietra di paragone reale e mutevole per strappare una riflessione in più nel confronto con quegli altri giardini, di cui rappresenta pur sempre la forma universale, pronti a raccontare, di sala in sala, il viaggio degli uomini, andata e ritorno, tra cielo e terra.

Gli “Orti del Paradiso” , così si intitola la mostra pensata da Martina Corgnati, si snoda infatti lungo un non scontato percorso atemporale suddiviso per quattro tematiche: Gan Eden, l’ideale giardino – Le Quattro stagioni – Ritratti di giardini – Dal giardino alla tavola.

Sano di Pietro Madonna dell’umiltà, 1440 circa Tempera su tavola, 81 × 52 cm Montalcino, Museo Civico e Diocesano, Raccolta Archeologica

Sano di Pietro
Madonna dell’umiltà, 1440 circa
Tempera su tavola, 81 × 52 cm
Montalcino, Museo Civico e Diocesano, Raccolta Archeologica

E l’idea portante, dall’orto dei cortili ai giardini dentro le sale, è proprio quella dell’intervento mutevole e mutante del tempo: dentro e fuori un “ordinatissimo” disordine. Come la dimensione aperta del Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle a Garavicchio di Capalbio ( in fotografia sul catalogo) cresciuto per vent’anni; o quella mitica, primo nucleo del divenire, del giardino per antonomasia, dove siede la Madonna dell’umiltà di Sano di Pietro, o dove si consuma Il peccato di Adamo ed Eva di Frans Floris. Fino ai frutti disegnati, per indagare meglio la Natura fermandone i movimenti, dei Disegni di frutti diversi di Francesco Garnier Valletti e dei sorprendenti calchi di frutta in dimensioni naturali, creati nei materiali più vari sempre da Valletti per il torinese Museo della Frutta.

Poi si torna fuori, alle vasche di legno grezzo riempite di terra e lavorate tutte a mano con zappe, rulli e rastrelli…come all’interno le tele con pennelli, spatole, colori…

 

 

 

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