La Louche, il gusto francese a Torino

soupe oPrima domenica dell’anno, calda e luminosa in questo pazzo inverno che sa di primavera. Intorno a piazza Bernini, per me zona di casa, poco passeggio e serrande dei locali pubblici abbassate. Niente di nuovo sotto il sole: normale comportamento sabaudamente torinocentrico dei giorni di festa. Ma dove sarà la nuova città in progress, rigenerata dalla sua neonata vocazione turistica? Che fine hanno fatto i progetti di trasformazione anche delle zone non toccate dalla miracolosa movida esibiti dai nostri amministratori? Ce lo chiediamo e insieme con noi se lo chiedono i due giovani patron di La Louche, il “ristorante dall’accento francese a Torino” appena alle spalle di piazza Adriano, dall’accogliente, inaspettata e benedetta, apertura domenicale!

Lui, Frédéric, alsaziano di nascita e già con un bel curriculum alle spalle, è in cucina; lei, Noemi, torinese che ha girato il mondo prima di decidersi a tornare, in sala. Insieme hanno scelto, deciso, progettato questa avventura. A Torino, perché così vicina alla Francia e alla sua cucina da poterla comprendere e apprezzare al meglio; a Torino, perché al centro di un territorio che ha fatto del food di qualità la sua bandiera; a Torino, perché nel suo cambiamento loro ci hanno davvero creduto.

Ma “chi la dura la vince”, soprattutto quando, come in questo caso, ci sono tutte le carte in regola per arrivare lontano. E di strada Frédéric e Noemi hanno intenzione di farne ancora tanta.

Menu alla francese, con tre proposte compreso il dolce, più l’offerta dei formaggi. La scelta vincente sta innanzi tutto nella qualità delle materie prime, che arrivano da piccole e selezionate aziende del territorio, elaborate alla grande dalla fantasia creatrice di Frédéric

IMG_2735Sorprendente la soupe à l’oignon, con cipolle biologiche della Val di Susa sormontate da una morbida crosta di formaggio Comté a latte crudo, e freschissimo il pâté en croûte fait maison di carni miste con gelée al vino bianco. Perfetta la cottura per l’ottima punta di bue alla bourguignonne con verdure e patate boulangères, purtroppo non così convincente il sapore delle Saint Jacques e mazzancolle, sia pure abilmente “compensato” dall’abilità dello chef attraverso un indovinato abbinamento con cavolo rosso, patate dolci e mele grigie di Torriana al vin brulé. Ancora un assaggio di formaggi, da una carta piccola ma non scontata che affianca qualche toma piemontese a una interessante scelta di francesi lait cru. Il tutto in compagnia di un rosso Côte du Rhône 2010 Domaine Crozes-Granier. Quanto al dolce …à la prochaine fois. Che non tarderà a venire.

La Louche restaurant

Via Lombriasco, 4/C – Torino

laloucherestaurant.wordpress.com

 

Silvana Delfuoco

La gola un peccato capitale? Lo diceva anche il padre Dante, è vero. Salvo poi lamentarsi per quanto “sa di sale lo pane altrui”. E poi ci sono tanti tipi di fame, e tanti modi per soddisfarle: un piatto ben cucinato, un bicchiere di vino buono, la vista di un bel quadro, un film che ci ha fatto ridere, il libro che teniamo sul comodino…

Emozioni di vite forse un po’ privilegiate – le nostre – ma che a me piacerebbe poter condividere. Per questo ho deciso di tenere un diariogoloso, in cui raccontare le mie esperienze di giornalista enogastronomica, ogni tanto in trasferta in altri settori. E con un ormai lungo – ahimè – passato alle spalle. Da insegnante di italiano e latino nei licei torinesi: ebbene sì, lo confesso. Ma questa è un’altra storia…

Attualmente collaboro con Il Golosario di Marco Gatti e Paolo Massobrio. In passato ho già collaborato con: Leiweb e Oggi.it; Il Sommelier Fisar; La Cucina del Corriere; OraCucina; Viaggi del Gusto Magazine; Economy; turismodelgusto.com; Bubble's Italia Magazine.

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  1. Sono stato a mangiare con 2 amici di mercoledi sera, locale carino con fantastici tavolini alla francese, cucina molto curata anche nell aspetto.

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