La mia Gricia torinese
Tutta romana, mi dicono anzi laziale, questa pastasciutta, conosciuta anche come “amatriciana senza pomodoro”: talmente buona che è divenuta subito mia di elezione. E quindi trascrivo la ricetta della Gricia nel “Quaderno”, sicura che anche la mamma sarà d’accordo.
Scoperta, e mi dolgo del ritardo, soltanto durante il mio ultimo viaggio a Roma, ho fatto qualche esperimento al ritorno. Ma ogni cucina ha i suoi segreti e, soprattutto, i suoi ingredienti. Così l’ho perfezionata approfittando del recente mordi-e-fuggi romano di un amico, che si è offerto di portarmi a domicilio le “cose” giuste, comprensive di qualche dritta di osti compiacenti. Risultato stellato: due, tre, quattro…e più!
INGREDIENTI PER 2 PERSONE (vi sembra troppo abbondante? così si vuole a Roma…)
350 gr di strozzapreti
250 gr di guanciale, meglio se di Amatrice
200 gr di pecorino grattugiato: non salato e un po’ piccante. Ideale quello di Amatrice
una piccola cipolla (facoltativa)
una manciata di pepe nero in grani
un cucchiaio di olio extra vergine di oliva
sale q.b.
PREPARAZIONE
Mi scuso in anticipo con i cultori della materia, ma questa è la “mia” preparazione.
In una pentola piuttosto ampia – gli strozzapreti la pretendono – mettete a bollire l’acqua per la pasta, ricordandovi di salare al momento giusto. Preparate una zuppiera e, se riuscite, tenetela in caldo; qui metterete più di metà del pecorino grattugiato e il pepe, che avrete in precedenza pestato (io uso un batticarne).
Intanto in una padella antiaderente fate rosolare con l’olio la cipolla, badando che non bruci, e aggiungete il guanciale tagliato a pezzetti. Spegnete quasi subito e lasciate da parte.
Quando l’acqua bolle buttate la pasta e ricordate che, trattandosi di pasta fresca, cuocerà in pochi minuti, 4 o 5 al massimo. Dopo circa 2 minuti, appena vedete comparire l’amido, togliete un mescolo abbondante d’acqua e mettetelo nella zuppiera col pecorino, facendo velocemente una “cremina”, che lascerete in attesa.
Scolate la pasta e passatela per un momento, 1 o 2 minuti, nella padella dove ha soffritto il guanciale, riaccendendo il fuoco se necessario. Quindi rovesciate il tutto nella zuppiera con la “cremina” e versateci rapidamente sopra il pecorino messo da parte. Girate velocemente il tutto e servite.
Un vino in abbinamento? Non scandalizzatevi, ma io ho bevuto un Bourgogne: Domaine Pansiot 2016. Vedete un po’ voi…
Bel piatto lo provo subito
tu hai lo chef personale che lo valorizzerà al meglio! A quando le ricette di Dario???