Ph José Citro
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L’Autin, la vigna di casa

Ci sono ricordi dell’infanzia che, al momento opportuno, tornano a galla. Così è stato per
Mauro Camusso quando si è trattato di trovare il nome alla sua Azienda vinicola, nata nel 2010 dal suo desiderio di tramandare ai posteri saperi, e sapori, di una famiglia e di un territorio. Un’azienda volutamente di piccole dimensioni, che non ha la pretesa di puntare ai grandi numeri, ma quella della qualità: il vino è un bene da condividere con consumatori-amici in grado di apprezzarlo. Come nei pranzi in famiglia, quando la festa è aprire una bottiglia fatta con l’uva dell’autin, la piccola vigna dietro casa, che fin da piccoli si è imparato a conoscere, accompagnati dalla mano del nonno.

I vigneti

La zona è quella del Pinerolese, un territorio poco esibito dal punto di vista vinicolo, anche perché un po’ soffocato dall’incombere della Langa cuneese da un lato e trattenuto, dall’altro, dalla proverbiale riservatezza delle valli valdesi.

E anche il suo debutto in società è avvenuto all’insegna dell’eleganza e della discrezione, come un tempo si conveniva alle fanciulle della buona società.

Le ha fatto da cornice, complice una calda serata d’inizio estate, la terrazza del torinese hotel Marriott, bella struttura d’inizio secolo, dove ora convivono modernità e ricordi d’antan.

I vini

Ph José Citro

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Al momento dell’aperitivo ecco presentarsi l’Eli brut, un coraggioso metodo classico pinot e chardonnay. La curiosità che lo caratterizza è la scelta del luogo del suo affinamento sui lieviti: una miniera di ex-talco della Val Germanasca, dove riposa per 30 mesi in assenza di luce e assoluta tranquillità. Ne abbiamo apprezzato colore, fresche
zza e acidità, che l’hanno reso particolarmente adatto ai piacevoli finger food di pesce crudo. Il tempo, giudice severo ma giusto, gli renderà ragione degli altri pregi che via via saprà maturare.
Protagonista della serata e compagno della cena è l’atteso Cupa d’Or, al momento gioiello indiscusso della produzione aziendale. Un elegante sauvignon blanc, nel quale è particolarmente apprezzabile la delicatezza dei caratteristici sentori aromatici, che ben si sposa con una buona sapidità. Un vino che può ben reggere un tutto pasto e che qui si è sposato egregiamente con l’ottimo risotto Carnaroli al burro d’alici, pomodori e limone candito.

 

Sorpresa finale la malvasia moscata in versione passito Passi di Giò, che qui ha compagnato il dolce, un biancomangiare e pesche alla Malvasia Moscata, cacao e crumble d’amaretto. Vorremmo sperimentarlo, perché davvero lo merita, con dei formaggi erborinati, ma anche, perché no?, da solo in una pausa di serena meditazione. Per ripensare alla serata e ai vini dell’Autin che, abbiamo scoperto, non sono certo tutti qui. A quando una prova dei rossi?

www.lautin.it

Ph Josè Citro (foto in evidenza)

 

 

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