Leonardo, la Biblioteca e il Re
Nella Biblioteca Reale non ero mai entrata e come me, credo, molti altri torinesi. Tanto meno quindi nel nuovo spazio espositivo, ricavato dai caveau sotterranei, che ora ospita la mostra Leonardo e i Tesori del Re, troppo preziosa per non essere cautelata al massimo. Scontato dire che è stata una bella esperienza. Non è invece così scontato, almeno per me, scoprire ogni volta che l’arte, la grande arte, ha in serbo in esclusiva per ciascuno di noi una diversa emozione. Così io, che come tanti ero lì per respirare la “sacra aura” dell’Autoritratto, mi sono ritrovata catapultata in un viaggio a ritroso nel mio tempo personale.
Prima fase, l’ingresso nella grande Sala superiore della Biblioteca. Qui il salto all’indietro è stato di pochi anni, condiviso con un rapido colpo d’occhio con l’amica Roberta, compagna di visita nonché di rassegnato incolonnamento tra la calca dei visitatori. Rieccoci a San Gallo, in un giorno di pieno inverno del 2010, nella Stiftsbibliothek. Luogo certo ben più celebre, e celebrato, e anche molto più luccicante, visto che qui a Torino nessuno, fortunatamente, è stato costretto a strisciare sul pavimento con le pantofolone di feltro di elvetica ordinanza! Ma l’impressione, mi perdonino gli Svizzeri, per noi è stata la stessa: le due Sale si somigliano molto. Intanto il pensiero andava con gratitudine al re Carlo Alberto, uomo colto e sovrano illuminato ben più dell’immagine che certa retorica ci ha consegnato di lui. È soprattutto grazie a lui infatti che questa Biblioteca è così bella! E così ricca di tesori, malauguratamente troppo a lungo sottratti all’ammirazione e all’uso comune. Come lui non aveva, e non avrebbe mai, voluto che accadesse.
È stato durante l’osservazione forzata dei libri in bell’ordine negli scaffali – fare la coda può avere un senso, qualche volta – che gli abissi del mio tempo lontano si sono spalancati. Mentre discutevo con Roberta di sistemi di catalogazione –perché prof forse non si nasce ma di sicuro ci si muore – mi ha colto un repentino, atrocemente felice, flash degli anni intensi dell’Università, quando libri come questi venivano presi in mano e sfogliati adagio con religiosa meraviglia. E subito dopo, finalmente varcata la soglia del sorvegliatissimo caveau, più che non per l’atteso Leonardo il sussulto è stato per i preziosi codici miniati, quasi tutti proprietà del re. Che credo non si limitasse a tenerli in bella mostra sullo scaffale di casa, ma immagino intento, beato lui, a toccarli, sfogliarli, leggerli… Così è tornata a punzecchiarmi lei, la mia amata filologia romanza di una volta, rimorso di una passione soffocata sul nascere e poi troppo a lungo trascurata. Il tempo, il tempo…chi me lo rende?
Leonardo e i Tesori del Re
Biblioteca Reale di Torino
30 ottobre 2014 – 25 gennaio 2015