L’inattesa scoperta di un Rinascimento segreto
Riuscirete ancora a vederlo, visto che è stata prorogato fino al 1° ottobre, questo Rinascimento segreto, inaspettata mostra curata, con un amore quasi tangibile, da Vittorio Sgarbi. Provengono infatti dalla Collezione Cavallini Sgarbi molte delle opere che incontrerete lungo il percorso. Nel lungo saggio introduttivo che apre il catalogo è il curatore stesso a raccontarle, inserite in una rete di dettagliati “rimandi” con il lavoro degli altri autori presenti.
Una mostra che nasce dal desiderio di far “vedere” al pubblico più vasto possibile una Bellezza rimasta troppo a lungo nascosta per le più diverse ragioni e di cui, altrimenti, si continuerebbe a ignorare persino l’esistenza. Pazienza allora se, per le difficoltà di percorso che hanno rallentato il progetto, si è dovuto “ rinunciare ad alcuni fondamentali prestiti come quelli della collezione Salini di Gallico promessi ad un’altra mostra”. Ragione di più perché il visitatore continui da solo il suo cammino di ricerca e di apprendimento, ora che gli è stata indicata la strada.
Ecco allora qualcosa del mio, di percorso, nella mostra. Volutamente frammentario e un po’ casual.
Per me ha avuto subito un’aria famigliare questo Sant’Agostino di Antonio De Carro. Che il pittore fosse, probabilmente, piacentino l’ho scoperto sul momento. E per me, che ho origini legate a quelle terre, è stato un piacevole valore aggiunto. In ogni caso, mi ha inevitabilmente attirata l’atmosfera tardo-gotica della tela. E a colpirmi è stato soprattutto il contrasto tra l’espressione solenne, ma non austera, del Santo e le faccine sornione dei due angioletti, allegri nello svolgere il compito che li attende. Quello di tenere sollevato, attenuandone il rosso così denso da risultare quasi palpabile, il panneggio che ricopre il trono.
Per tutt’altre ragioni, e cioè attirata dalla sua compiuta
grazia da minuetto nonostante il soggetto sacro, mi sono soffermata davanti al Cristo e la Samaritana di Gaudenzio Ferrari. Un gioco di armonia che continua col rinvio dei colori tra le vesti dei due protagonisti, l’equilibrio dei loro gesti, la distribuzione dello spazio tra i pieni e i vuoti. E poi, quelle incredibili montagne sullo sfondo! Così poco palestinesi e così tanto alpine…
L’immagine che però più mi porto dietro, forse perché mi ha commosso e divertito, è la Testa di questo bimbetto, così ben lavato, pettinato e messo in posa: chi sarà mai stato?
Importante infine segnalare che la mostra si articola su tre sedi – Pesaro, Urbino e Fano – coinvolgendo così le energie di tre territori e di ben due Regioni. Questo “fare rete” è un progetto raro, che dovrebbe essere portato ad esempio per essere perseguito su più larga scala. Il turismo, in un Paese come il nostro, è una risorsa preziosa, che sarebbe un vantaggio per tutti imparare a condividere.
RINASCIMENTO segreto
Urbino – Pesaro – Fano
dal 1° aprile al 1°ottobre 2017