Oliveri, il mistero dei funghi
Stagione strana per i funghi quest’anno. Giorni in cui ne compaiono cassette intere sulle bancarelle dei mercati e poi di colpo più niente, per settimane intere. Ancor più strane sono le tavole dei ristoranti. C’è chi te li offre comunque, fritti e croccanti (e insapori); chi ti dice, onestamente, che al momento non ne ha e può, al massimo, recuperane qualcuno (messo via dall’anno scorso? surgelato? …) per il sugo dei tajarin; e c’è chi invece, incredibilmente, te li prepara al momento, ottimi e abbondanti. Mistero? Forse un po’ sì. Figli di un mondo notturno, i funghi, come i loro sotterranei fratelli, i tartufi – che guarda caso stanno anche loro vivendo una strana stagione – non rispondono ad altra legge che alla loro, non del tutto prevedibile e, per nostra fortuna, assai insondabile dall’umana esperienza.
Tutto questo per arrivare a parlare di un eccezionale vasetto di funghi porcini conservati in olio extra vergine che ho assaggiato all’ultimo Salone del Gusto e che non ho esitazioni a definire il migliore della mia vita. Almeno finora.
Li prepara Oliveri, un’azienda artigianale di Acqui Terme, nel cuore dell’Alto Monferrato, che da tre generazioni si occupa di preparazioni alimentari. Mi ha raccontato il titolare che il segreto della loro incredibile freschezza – sono sodi, carnosi e profumati come appena raccolti – è dovuto alla particolare ricetta che ci si tramanda in famiglia, con particolare attenzione alla tecnica di cottura. Mentre parlava gli brillavano gli occhi. Per la passione per il suo lavoro, certo, e per la soddisfazione di essere riuscito a realizzare il prodotto giusto. Ma soprattutto per l’amore verso i suoi boschi, dove, quando è la stagione, lui è tra i primi ad andarli a cercare. Nei posti giusti, s’intende. Quelli che nessun altro, all’infuori di lui, ha imparato a conoscere.
Oliveri – via Cardinal Raimondi, 23 – Acqui Terme