I Chimi, Una Sorpresa Nel Cuore Della Val Varaita

I Chimi, una sorpresa nel cuore della Val Varaita

Una piacevole sorpresa per chi, come noi, sta andando alla ricerca di una cucina senza fronzoli, come quella che si dovrebbe - il condizionale è d'obbligo, ahimè - trovare alla tavola di una trattoria. Una cucina che davvero badi alla sostanza, nel rispetto della qualità delle materie prime; che nella scelta dei piatti da proporre non dimentichi mai le proprie radici; ma che, soprattutto, sia guidata da un cuoco vero, uno che il mestiere lo conosce bene: altro dettaglio per nulla scontato! Ed è così che siamo fortunatamente approdati in quel di Frassino, al centro della cuneese Val Varaita, dove si trova la locanda I CHIMI. I Chimi: quando il valore sta nella sostanza Un locale dalla curata semplicità, dove tutto contribuisce a confermare il calore dell'accoglienza: dai pavimenti di legno grezzo, ai muri intonacati, alle volte in pietra lasciate volutamente a vista. Però i tavoli sono accuratamente apparecchiati con le doppie tovaglie e il vasetto di fiori freschi. Il menu racconta di piatti "di sostanza" legati alla stagionalità, dove grande è l'attenzione alle materie del territorio e alla cucina della tradizione. Tra cui c'è solo l'imbarazzo della scelta. I Chimi: una cucina non scontata dove parla la tradizione E…

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Il Sorì: Apre A Cuneo Una Tavola Di Qualità

Il Sorì: apre a Cuneo una tavola di qualità

La Locanda del Falco scende in città Il luogo social dove fermarsi per un piatto e un bicchiere, ma anche per un pranzo, o una cena, davvero comme il faut. D'altronde non c'è da stupirsi: sono sempre loro, i ragazzi della Locanda del Falco di Valdieri, ora scesi in città senza per altro abbandonare l'amatissima Valle Gesso. Così, mentre il falco continua a volare altro sulla montagna, la pianura ha una nuova tavola, e soprattutto una nuova cantina, dove garantirsi una pausa grazie anche a una location centrale e comoda.   Il Sorì: dalla sosta veloce alla cena gourmet LungoStura davanti e  centro storico alle spalle, il Sorì si raggiunge infatti senza problemi sia a piedi che in auto. E, una volta entrati, tutto diventa possibile: dalla sosta veloce per due chiacchere al bancone al più rilassato break al tavolo, sempre accolti con la sorridente cordialità che si riserva agli amici. E se il confronto con la Locanda è una sfida inevitabile, alla fine diventa davvero difficile distinguere tra vinti e vincitori. Prova ne sia la nostra prima cena nella sua... "succursale in città" ! Sorì o Locanda: dove si cena? Il piacere inizia subito, fin dall'arrivo del patè di…

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San Quintino Resort: Appuntamento D’estate

San Quintino Resort: appuntamento d’estate

Con l’arrivo del sole di prima estate, mai come quest’anno così atteso, la memoria accarezza un ricordo. Ci vuole una tavola cui sedersi, qualcuno con cui condividerlo, il luogo giusto dove ritrovarsi: sono soprattutto queste le “cose belle”. Eccoci dunque qui, al San Quintino Resort  di Busca, dove il nostro pranzo ha inizio. La sala che ci ospita si apre, ariosa,  sul giardino fiorito; ci sono tovaglie candide sui tavoli ben distanziati, una musica appena accennata sul sottofondo e, al di sopra dell’imposto  bavaglio, ci sorridono gli occhi di chi ci accoglie. L’inizio promette.   San Quintino Resort: si comincia… La prima “cosa bella” sono gli appetizer: divertenti, fantasiosi, tutti diversi fra loro per ingredienti e sapori, come se fosse un piccolo, ma ben calibrato, percorso di degustazione.  Dal mini-bombolone  al parmigiano, al quadretto di tramezzino di anguilla affumicata, all’audace scodellino con trippa e cozze, all’assaggio di gelato di porcini e nocciole tostate, per chiudere in gloria con  la crème brûlé au fois gras. Tutto quello che arriverà in tavola dopo dovrà far i conti con questo piccolo incanto: una bella sfida!   San Quintino Resort:… e si continua Avversario di tutto rispetto gli spaghetti burro affumicato vongole ricci di mare…

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Una Torta? Adesso è Quello Che Ci Vuole…

Una Torta? Adesso è quello che ci vuole…

La Tourto Fino di Vignolo: la più originale di sicuro tra le tante varianti piemontesi della diffusissima Torta di Nocciole. Perché le nocciole qui in Piemonte, soprattutto tra Langa, Roero e Monferrato, sono ancora una ricchezza, anche se oggi non più così diffuse come meriterebbero. La Nocciola Piemonte IGP, altrimenti detta Tonda Gentile Trilobata, è infatti di gran lunga tra le migliori, se non la migliore in assoluto, che si coltivi nel mondo. Ed è grazie a lei che molti agricoltori si salvarono, alla fine dell’Ottocento alle prese con la peronospora, impiantando noccioli al posto dei vigneti moribondi. Salvo poi ricominciare ad estirparli quando l’illusione del “vino facile” inebriò un po’ troppo qualche vigneron improvvisato…   Le Nocciole diventano Torte E fu così, per utilizzare le nocciole avanzate dalla vendita, che nelle case dei contadini del Basso Piemonte ebbe inizio la fabbricazione delle Torte, fatte ovviamente con ingredienti necessariamente a…km0: nocciole, burro, zucchero, uova. Ogni paese e poi ogni frazione e poi  ogni borgata e infine ogni famiglia con le proprie varianti. Ne sono arrivate fino a noi parecchie: la Torta di Nocciole delle Langhe, tra cui la più nota è di sicuro quella di Cortemilia; la Torta Amara della Vallera di…

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Valle Grana, Parte Seconda: Söfran

Valle Grana, parte seconda: söfran

Soffia il vento dello zafferano, in questa strana estate di canicole e di piogge improvvise. Soffia da più parti; sarà per il suo bellissimo colore,  o per il sapore che dà ai suoi risotti; o forse per tutte le nuove ricette che, in questi tempi di food diffuso, attorno a lui vanno pian piano costruendosi. Una coltivazione dello zafferano che scopro assai diffusa, qui in Italia, anche in zone in apparenza non deputate. Come potrebbe sembrare, e  non lo è, la Valle Grana.   Söfran in Valle Grana: una storia secolare Lo zafferano, o meglio il söfran,come si dice in dialetto piemontese,  veniva coltivato già nel XV secolo sulle colline del Marchesato di Saluzzo, di cui a quel tempo faceva parte anche la Valle Grana. Una presenza storica, quindi, di cui la presentazione commerciale durante la “Prima esposizione agraria-industriale-artistica della provincia di Cuneo” nel 1870 da parte di un cittadino di Caraglio, Antonio Delpuy, fu la consacrazione ufficiale.  Eppure, e qui sta la vera stranezza, si è arrivati fino al marzo 2015 per vedere la costituzione del primo Consorzio di Tutela, Promozione e Valorizzazione del Söfran-Zafferano di Caraglio e della Valle Grana: e nel frattempo?   Söfran in Valle Grana:…

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Valle Grana, Parte Prima: Piatline E Ciarde

Valle Grana, parte prima: piatline e ciarde

  Anche noi ce la saremmo aspettata piatta e lunga, una piatlina insomma, come il suo nome la vorrebbe. La troviamo invece ovale e grassoccia, in apparenza non troppo diversa da altre patate consorelle, se non fosse – lo vedete qua e là? – per qualche “occhietto” color rosa tenue sparso sulla buccia color paglierino. «Sì, in effetti dovrebbe essere piatta all’aspetto – ci spiega il presidente Alciati – e probabilmente un tempo lo è stata. Ma ora abbiamo notato che cambia forma secondo la zona, e cioè la terra, in cui è coltivata: la Valle Grana, insieme con le Valli d’OC».   Piatline e Ciarde, anzi Bodi Lucio Alciati è l’appassionato presidente della libera “Associazione per la promozione, tutela e valorizzazione dell’antica patata locale Piatlina e della patata Ciarda della Valle Grana” ora, più sinteticamente, “Consorzio del Bodi”. Perché questo è il nome con cui sono chiamate le patate in lingua d’OC. Una scoperta, o meglio, una ri-scoperta, quella della condivisa origine occitana di queste patate, recente soltanto in apparenza. Le montagne, non ce ne ricordiamo mai abbastanza, non hanno mai diviso ma piuttosto unito popoli e culture. E l’hanno fatto, soprattutto in un passato scarsamente motorizzato, al di qua e…

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Il BBQ A Cuneo Ha Trovato Casa

Il BBQ a Cuneo ha trovato casa

  Un luogo è deputato, da sempre sede in città di macellerie storiche, e sull’insegna la scritta The Barbecue House, è preceduta da un tranquillizzante MACELLERIA Da Mauro. Quindi di Macelleria innanzitutto si tratta, dove la carne, di ottima qualità, continua a essere regolarmente venduta nei normali orari di negozio. Ma ecco che dalle 12.30 alle 15, e cioè nella pausa pranzo, e dopo la chiusura serale delle 19.30 avviene la metamorfosi: l’America dei burger e dei bbq spodesta la Cuneo dei bolliti misti e della carne cruda.     The Barbecue house in via Nizza Pochi (per ora) tavoli di legno e qualche sgabello al bancone, dove ci si siede (senza prenotazione) dopo aver sbirciato il menu del giorno sulla lavagna ma soprattutto dopo aver consultato Mauro che, dietro il banco-vetrina, taglia, consiglia e impiatta. Si beve birra, naturalmente, ma anche qualche buona bottiglia servita anche a bicchiere, si condiscono le patate fritte col ketchap e la maionese. E si mangia. Sorprendentemente bene.   Burger &… Per la nostra prima volta ci siamo concessi un piatto misto (abbondante, ma quanto abbondante!) di manzo, maiale e pollo alla brace con contorno di patate fritte e cipolle marinate. La carne, tutta…

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Le Calle: Un Pesce Nuota A Centallo

Le Calle: un pesce nuota a Centallo

  Un ristorante di pesce a Centallo, nella campagna cuneese.  Sentirne parlare con entusiasmo e aver voglia di andare a provarlo. Complice un week end in Valle Grana, in questo inverno primaverile, eccomi arrivata a Le Calle di Centallo. Giusto in tempo per riuscire a prenotare l’ultimo tavolo: meno male, perché “domani sera sarebbe stato impossibile, già tutto pieno…”  Buon segno? Andiamo a controllare.     Le Calle: il menu? Da una elegante bussola a vetrata si entra direttamente nella sala da pranzo.  Bella volta in mattoni a vista,   arredi senza fronzoli, tavoli, ma è evidente la necessità, un po’ troppo ravvicinati. Per ora gli avventori sono pochi, ma scopriremo, ed è buono a sapersi, che qui si può anche arrivare a cenare senza fretta. Unico neo, il menu non scritto, e quindi senza  prezzi. È infatti lo stesso proprietario che, con premura e cortesia, viene a raccontarci i piatti della serata. Decidiamo di dargli fiducia e proseguire, anche se più chiarezza –  il lavoro che faccio me lo ha insegnato –  sarebbe sempre auspicabile.   Le Calle: i piatti Felice inizio, morbido e saporoso, le capesante su letto di verza, cui fanno seguito gamberoni al rosmarino fagioli al peperoncino, un…

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Una Cuneo Insolita: Al Chocolat D’Art

Una Cuneo insolita: al Chocolat d’Art

Anno nuovo, colazione nuova. In realtà non sono i miei gusti a essere cambiati  - sono una fedelissima di cappuccino e croissant– ma il luogo dove dar sfogo alle mie più segrete libidini. Ecco: se passate da Cuneo, non lasciatevi sfuggire questo  Chocolat d’Art: una bottega artigiana piccola nelle dimensioni ma davvero grande nell’inventiva. Su di loro, pensate, è stata scritta persino una tesi di laurea. Che potete anche divertirvi a sfogliare mentre assaggiate qualche delizia.   Chocolat d’Art: l’insolito del quotidiano Pochi tavolini all’interno, compensati dal piccolo dehors sulla via e dalla sorridente rapidità del servizio, che non conosce tempi morti. Senza però, e questo è un altro punto a loro favore, mettere fretta a chi ha voglia di indugiare: c’è anche uno scaffaletto con i libri a testimoniarlo. E poi ci sono gli habitués, che consumano veloci al banco e scappano via. Magari per ritornare dopo qualche ora, alla prossima pausa-lavoro. Senza contare chi entra per comprare delizie al cioccolato da consumare altrove… Un continuo turnover di dolcezze.   Chocolat d’Art: com’è l’offerta? E veniamo al punto: le dolcezze. Vi racconto la colazione, perché è quella che mi riguarda: ma è soltanto un aspetto, ancorché non minimo, di tutto…

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Ramassin: Marmellata O Conserva?

Ramassin: marmellata o conserva?

Stagione di ramassin. Sono quelle susine piccole e ovali, buonissime quando l’annata, come quella in corso, le produce in quantità. Le ho conosciute da quando vivo in Piemonte, e in particolare da quando le raccolgo di persona, nel frutteto di amici consenzienti, nel Cuneese. A me piacciono così, come la natura le ha fatte, ma quando sono davvero tante fare la marmellata è una tentazione. Ho scritto “marmellata” e non “conserva”, come invece diceva mia nonna a proposito della frutta. E la ricetta che segue è un adattamento, visto che lei non conosceva i ramassin, della sua “conserva di susine”. Ma l’ho provata e funziona. Perché si chiamano ramassin? La risposta più logica me l’ha data un contadino della zona: perché per raccoglierle bisogna ramassè, cioè raccoglierle da terra come per “fare pulizia”. Se invece cercate una spiegazione più nobile, accomodatevi pure.                                               DOSI: Secondo quantità, tenendo conto che: per ogni 100 gr di ramassin in natura 60 gr di zucchero se piace, la buccia e/o il succo di un limone              …

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