Sei Mani Per Sestogusto: Una Cena Evento A Torino

Sei mani per Sestogusto: una cena evento a Torino

A Sestogusto cucinano in tre Bella serata presso SestoGusto di via Stampatori 4 a Torino! La cena a sei mani, con la partecipazione degli chef Massimiliano Prete, Michelangelo Mammoliti e Fabrizio Galla, è stata non soltanto un'esperienza di alta cucina ma anche un inedito, e a tratti imprevedibile, viaggio tra ingredienti e sapori di mondi vicini e lontani. Sestogusto: sei piatti a sei mani E un ulteriore aiuto l’hanno dato i vini in abbinamento, scelti con professionalità e originalità dal sommelier di La Rei Natura Alessandro Tupputi. Sei i piatti, cinque “salati” e un “dolce” per chi ama la precisione: Iridea, Carciofi e Calamari, Pissaladiere, Asturia, Seul, Primavera. Di tutti ci sarebbe molto da raccontare, ma noi ci fermeremo come sempre su quelli che di più ci hanno emozionato. Come, per esempio, “Carciofi e Calamari" di Massimiliano Prete. La base croccante era arricchito da carciofi cotti e crudi e da una crema di carciofi, che si fondevano armoniosamente con il calamaro scottato e il prezzemolo: un equilibrio d’insieme davvero notevole. Interessante anche “Asturia" di Michelangelo Mammoliti: una combinazione di fagioli cannellini e peperone crusco , con un fresco tocco di stracciatella. Un’accattivante accostamento fra ingredienti eterogenei soltanto all’apparenza, qui esaltati nelle…

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Un Carciofo Per San Valentino? Ma Che Sia Baccarà!

Un carciofo per San Valentino? Ma che sia baccarà!

Il carciofo firmato Davide Scabin Una rosa rossa per San Valentino? Sarà pure il regalo forse più scontato ma di sicuro è sempre il più gradito. E una sola rosa sarà sufficiente, anche se galateo e tradizioni sono prodighi di consigli in merito a numero e composizioni, a seconda delle circostanze e del vostro...livello di innamoramento! Se però volete essere originali davvero, la vostra rosa, anziché rossa, potrebbe essere verde. Anzi, potrebbe non essere nemmeno una rosa ma...un carciofo. Sì, un carciofo baccarà. Come quello che compare tra le portate del RAL 6001, il nuovo menu che Davide Scabin ha pensato per il Ristornate Carignano di Torino. Il carciofo baccarà nel menu RAL 6001 Si tratta di un carciofo a stelo lungo, perfettamente tornito, accompagnato da un trancio di tonno in marinatura leggera. Un piatto che Scabin aveva già sperimentato in passato e che ora, accanto ad altri "editi" e ad alcuni "inediti" ha voluto inserire in questo suo unico menu degustazione che comprende ben 13 portate. Ma che, lo garantiamo noi che lo abbiamo felicemente sperimentato, non vi farà assolutamente alzare da tavola appesantiti né vi creerà alcun problema di digestione. Merito dell'Up&Down che lo caratterizza? Up&Down: scompigliando le…

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La Zucca? La Trovate A Piozzo

La zucca? la trovate a Piozzo

Piozzo: zucca e...birra Ma birra e zucca vanno d'accordo? Sembrerebbe proprio di sì, visto che a Piozzo, il paese in provincia di Cuneo dove è nata la birra Baladin, anche quest'anno, dal 30 settembre al 2 ottobre,  si è tenuta la Fiera della Zucca, giunta ormai alla sua 27° edizione.   Storia antica quella delle zucche coltivate qui dai lapacusse  -  così vengono scherzosamente soprannominati gli abitanti della zona - che oggi possono vantare ben 400 qualità di questo versatile ortaggio, biologico per definizione. La zucca infatti, una volta che il suo seme è stato piantato, non richiede cure particolari e tanto meno l'uso degli antiparassitari. Una storica Fiera della Zucca E di sicuro, vista l'imminenza di Halloween, molti dei numerosi visitatori avranno approfittato dell'occasione per fare scorta di AspenF1, la varietà più diffusa per essere intagliata con ottimi risultati. Non poi così rappresentata - e noi lo diciamo senza rammarico alcuno -  tra  la variegata e variopinta varietà di esemplari di ogni specie, forma e colore di Cucurbita, che avevano il loro trionfo nel Belvedere dell'Albarosa. Qui è stata infatti allestita l'interessante mostra tecnico scientifica, unica in Italia, con più di 600 varietà di zucche provenienti da tutto il mondo.…

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Fuzion Food: Ci Vediamo Presto!

Fuzion Food: ci vediamo presto!

Come si dice: vedersi e dirsi addio! Solo che, nel nostro caso, l’addio è in realtà un sicuro  arrivederci  a presto! Perché non c’è nulla, nemmeno l’inaspettato blocco temporaneo che imperscrutabili volontà superiori hanno deciso per noi, che possa fermare l’inesauribile energia di Domenico Volgare, che nel suo Fuzion Food a due passi da Porta Nuova ci aveva appena presentato il nuovo menu autunnale. Che adesso, però, vi raccontiamo lo stesso. Non si sa mai…   Fuzion Food: la novità La novità, rispetto a nostre visite passate, è sostanzialmente una: l’inversione dei ruoli, se così possiamo definirli, tra… oriente e occidente. Perché è l’amore per le tradizioni della sua terra, sia la Puglia delle origini che il Piemonte del quotidiano, a prevalere nella forma identitaria dei piatti, arricchiti e completati dalle suggestioni del suo amatissimo oriente. Con risultati talora davvero eccellenti: come per gli originali ravioli alla pugliese, in cui la gyoza giapponese e la zucca hokkaido si sposano felicemente con gamberi e pancetta; o come la zuppa original zio Pho, dove le orecchiette pugliesi non disdegnano la compagnia del manzo vietnamita. O come le pettole dello zio, golose frittelle di pasta cresciuta con alga nori e patata viola orientale; o ancora…   Fuzion Food: per…

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Cristalife: Quando Un Caffè Rinasce A Torino

Cristalife: quando un caffè rinasce a Torino

Sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele II, proprio a due passi dal monumento dell’augusto sovrano, poteva un caffè storico cittadino dimenticarsi di essere tale? Impensabile, a Torino, neppure a Terzo Millennio abbondantemente iniziato! Come conciliare allora il rispetto delle sabaude tradizioni con le esigenze, sempre più pressanti, del nuovo food? Anche lui, non a caso, nato slow sulle vicine colline di Langa. Problemi che a Cristalife, nome volutamente in continuità con lo storico Bar Cristal, hanno affrontato e, brillantemente, risolto.   Cristalife: dagli arredi… Un diamante come logo, perché, spiega la nuova proprietaria Federica Bucci, questo locale è “un concept che, come un brillante, ha più sfaccettature”. Dalle classiche colonne corinzie, però appena accennate sullo scorrere delle pareti; all’avveniristico reticolo a soffitto che sorregge lineari lanterne; dagli immancabili divanetti  che fronteggiano essenziali tavolini sobriamente apparecchiati; per finire con il regolamentare bianco e nero, cravattino compreso, delle snelle divise del compitissimo personale di sala. Che, come rileva il secondo socio Ivan Cavallari, ha un “sorriso sempre pronto a dare il benvenuto ai clienti, dalla colazione all’aperitivo”.     …al food Il menu del giorno è stato un’autentica, e piacevole, sorpresa per noi, incalliti e recidivi golosi. Nella scelta “ricca di gusto ma bilanciata…

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Urbania: Un’Italia Da Scoprire

Urbania: un’Italia da scoprire

Si trova nelle Marche, poco distante da Pesaro-Urbino, ma la leggenda ne parla come di una Bologna in miniatura. “Quando si costruì Casteldurante i maestri muratori furono mandati a Bologna con dei mazzi di canne per misurare la larghezza delle vie e dei portici di quella città. Fatto ciò si incamminarono per il ritorno ma, stanchi, cominciarono ad usare quelle misure come bastone da viaggio che presto si accorciarono. Di conseguenza … tutto fu più piccolo nella nuova città delle Marche”. Stiamo parlando di Urbania, alias Casteldurante, alias Castel delle Ripe. Perché l’altra curiosità che la caratterizza sta proprio nella storia del suo nome, cambiato per ben tre volte dai capricci della storia: dal 1636 è Urbania, in onore di papa Urbano VIII, che la elevò a Diocesi convertendo il città il suo Castello. Qui, nel Palazzo in riva al fiume Metauro, autentico “luogo delle delizie”, durante il Rinascimento i Duchi della Rovere passavano le vacanze fra belle dame e poeti, ritemprandosi dalle fatiche della guerra. L’ultimo di loro, Francesco Maria I Della Rovere, stabilì qui la sua residenza, stregato dalla magia dei luoghi e morì proprio a Casteldurante nel 1631. Ora, dopo 400 anni, è arrivato per lui il momento di tornare…

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Nero: Un Riso Tutto Da Bere

Nero: un riso tutto da bere

  Tutto ha preso il via dall’idea della miscelazione. Una miscelazione con la voglia però di mettersi in gioco e trovare per sè nuovi modi e nuove strade. Come, per esempio, lavorare un riso –  e non a caso parliamo di quello proveniente dalle pianure vercellesi e da secoli destinato al benessere delle nostre tavole – come farebbe invece un Giapponese, e cioè fermentandolo per trasformarlo in una bevanda. Una sorta di miscelazione di prodotti, territori e cultureche nella loro apparente diversità trovano modo di incontrarsi e interagire tra loro. L’innovazione che nasce dalla tradizione e viceversa, come da sempre racconta la storia degli uomini che vivono nel tempo e nel mondo.   Nero: un mix di tradizioni Il riso si chiama Penelope, ed è un nero vercellese prodotto da gliAironi;  la mixology, sempre in fermento, è quella torinese di Affini ed EVHO; le culture, fatte interagire osmoticamente, sono quella Piemontese, legata al vermut e alle birre, e quella Giapponese, espressa dal sakè, bevanda a tutto pasto dalle mille sfaccettature. Da questa curiosa “miscelazione” è nato  Nero, il primo sakè italiano. Figlio di saperi e sapori artigianali, omaggio alla tradizione nipponica ma anche all’eccellenza di un prodotto agroalimentare Made in Italy.  …

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Un Sakaposh Prende Casa A Torino

Un Sakaposh prende casa a Torino

Lo ha fermamente voluto lei, Luana Fondacaro, ingegnere pentito per amore del food,  questo singolare Sakaposh   di piazza Madama Cristina, aperto da poco più di un anno in quella che era stata un’abitazione privata di fine Ottocento. Già in precedenza trasformato in caffetteria, ora il locale, su due piani di salette comunicanti ma per un totale di circa cento coperti,  ha ritrovato il calore di una domestica intimità,  con il valore aggiunto di un’ospitale atmosfera dal tocco un po’ british. Luana ha infatti messo a frutto la sua esperienza di lavoro nel servizio di sala, dai pub agli hotel di lusso, degli ultimi anni trascorsi oltremanica. E dunque – come potrebbe mancare? – ha pensato anche a un piccolo, ma curatissimo, giardinetto interno, dove magari fermarsi a sorseggiare un aperitivo.   Sakaposh in cucina: tre percorsi più un ingrediente Con la collaborazione dello chef Federico Bellitti, nonchè della mamma che si occupa dei dolci, Luana propone, a ora di cena, quattro diverse tipologie di “percorso alimentare”, dove i piatti variano a seconda delle stagioni. Si va dal Falso di tradizione, al Vegetariano, per proseguire A mano libera  e terminare con la sorpresa dell’Ingrediente.Quattro piatti per ogni percorso, dall’antipasto al dolce, con la libertà di scegliere…

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Questa volta i tre gufi… hanno portato bene!

Malanghero, frazione di San Maurizio Canavese in provincia di Torino, è un paesino piccolissimo, che si sviluppa lungo via Aldo Devietti Goggia – non sono riuscita a sapere chi fosse, attendo notizie – che praticamente fiancheggia la pista di atterraggio   dell’aeroporto di Caselle. Rumori di jet e quiete dei campi si alternano con accettabile regolarità, almeno nelle ore del giorno di cui sono stata testimone, e l’atmosfera è quella di un tranquillo luogo di campagna, dove questa piacevole “taverna” sembra perfettamente a suo agio. Sarà perché di questi tempi la trattoria “fa tendenza”, sarà perché la cucina è davvero di quelle che invogliano, ma qui – alla faccia della crisi, ma questo è un altro discorso – bisogna assolutamente prenotare se si vuol essere sicuri di trovare un posto. Il menu è raccontato a voce e oscilla tra la tradizione canavesana dell’abbondante tagliere di salami  e del salignun, sempre presenti tra gli antipasti, ai piatti tipici di stagione della tradizione italiana. Oggi a pranzo, per esempio, ho assaggiato ottime tagliatelle, rigorosamente fatte in casa, con i  funghi porcini (e che erano freschi si sentiva), un abbondante piatto di funghi fritti (a me piacciono) nonché un davvero, ma davvero autentico bonet.…

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