Stasera Si Va All’Osteria Dalla Badessa

Stasera si va all’Osteria dalla Badessa

Se siamo in un'osteria... Un'osteria di quelle autentiche, nel verde della campagna cuneese appena fuori dal centro di Perveragno, dove si cucinano i piatti della tradizione, si fanno "serate a tema",  si possono organizzare feste familiari, ma si può anche semplicemente prenotare - questo sì, è indispensabile - per una cena tra amici. Quello che invece non ci sentiamo di consigliare, pur in questa simpatica sala allegramente arredata con gli oggetti più disparati della tradizione contadina,  è una romantica cenetta a due, che verrebbe disturbata assai dalla totale mancanza di insonorizzazione del luogo. Ma siamo pur sempre in un'osteria e anche questo è "colore locale". O forse no?   ... il vino, che posto ha? Perché, come "deve" essere un'osteria? Qui candide tovaglie apparecchiano con eleganza i solidi tavoli di legno, su cui  campeggiano sfiziosi  bicchieri da vino. Sfiziosi sì, ma piuttosto inadeguati - come non lo sarebbero invece degli essenziale e ormai consueti "calici" - a valorizzare, in un locale che pur rivendica la sua identità tradizionale, il loro prezioso contenuto. Così come, al momento di scegliere una bottiglia per accompagnare la cena, l'offerta si è limitata alla vaga proposta: bianco o rosso? barbera, dolcetto, nebbiolo? Con l’aggiunta, alla…

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Novembre, Si Fa La Supa Dij Mort

Novembre, si fa la Supa dij Mort

Questa zuppa, anche se meglio sarebbe chiamarla "piatto unico" perché davvero ricca e saziante, l'ho scoperta qui in Piemonte, e precisamente nelle Valli del Canavese. So però che, con tutte le possibili varianti locali che aggiungono o diversificano gli ingredienti, questa supa viene preparata per la Festa dei Morti: lasciata sul tavolo di cucina la notte della vigilia a disposizione delle anime dei parenti defunti, il giorno successivo viene poi consumata dalla famiglia riunita per il pranzo. Sempre che, nella pentola ben colma,  ne sia rimasta a sufficienza... INGREDIENTI (per 4 persone): Per il brodo: - un pezzo di coda di manzo - una carcassa di gallina o, alternativamente, di pollo - acqua q.b. Per i ragù: - cipolla tritata - 400 gr. pomodori pelati - un pezzo di salsiccia di maiale - sale, pepe, q.b. Per la zuppa: - 200 gr. circa di fette di pane raffermo - 100 gr. circa di grissini - alcune foglie di cavolo nero (o viola) - trito di erbe aromatiche a piacere (timo, rosmarino, melissa ...) - olio e/o burro per soffriggere PREPARAZIONE: In una pentola capiente (anche a pressione per velocizzare) mettete a cuocere con l'acqua il pezzo di coda e la…

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Un Aperitivo A Caraglio: Osteria De Il Nanetto

Un aperitivo a Caraglio: Osteria de Il Nanetto

Un aperitivo all’aperto? Sembra questa la formula vincente del momento. Il modo più semplice per superare gli ultimi scrupoli che la post-quarantena porta con sé:  una breve parentesi di ritrovata normalità, cui aggiungere  l’esperienza di una nuova scoperta. Eccomi pronta per l’avventura di oggi: un aperitivo all’Osteria de Il Nanetto, aperta da pochissimo nel Filatoio Rosso di Caraglio. Perché dopo la prova-delivery della cucina del Nanetto, che porta la firma di Nicola di Tarsia, nostra felice conoscenza ai tempi del torinese Berbel, è venuto il momento della prova-dal-vero.   Osteria de Il Nanetto: un nuovo bistrot Ci sediamo volentieri, visto che la stagione lo consente, a uno dei tavolini preparati all’aperto, nel suggestivo cortile interno. Dietro l’ampia vetrata che chiude il lato di fondo si intravede l’ampia sala del ristorante, quasi solenne con i lunghi tovagliati ora ben distanziati tra loro come normativa comanda. Davvero buona, allora, l’idea di contrapporgli il piccolo bistrot interno, con il calore dei suoi arredi di legno,  ben pensati nella loro disinvolta eleganza. Ma parliamo dell’aperitivo: siamo qui per questo! Almeno per il momento, in attesa di una prossima cena al bistrot: presto, molto presto, anzi prestissimo   Osteria del Nanetto: aperitivo…per ora Con un…

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Questa volta i tre gufi… hanno portato bene!

Malanghero, frazione di San Maurizio Canavese in provincia di Torino, è un paesino piccolissimo, che si sviluppa lungo via Aldo Devietti Goggia – non sono riuscita a sapere chi fosse, attendo notizie – che praticamente fiancheggia la pista di atterraggio   dell’aeroporto di Caselle. Rumori di jet e quiete dei campi si alternano con accettabile regolarità, almeno nelle ore del giorno di cui sono stata testimone, e l’atmosfera è quella di un tranquillo luogo di campagna, dove questa piacevole “taverna” sembra perfettamente a suo agio. Sarà perché di questi tempi la trattoria “fa tendenza”, sarà perché la cucina è davvero di quelle che invogliano, ma qui – alla faccia della crisi, ma questo è un altro discorso – bisogna assolutamente prenotare se si vuol essere sicuri di trovare un posto. Il menu è raccontato a voce e oscilla tra la tradizione canavesana dell’abbondante tagliere di salami  e del salignun, sempre presenti tra gli antipasti, ai piatti tipici di stagione della tradizione italiana. Oggi a pranzo, per esempio, ho assaggiato ottime tagliatelle, rigorosamente fatte in casa, con i  funghi porcini (e che erano freschi si sentiva), un abbondante piatto di funghi fritti (a me piacciono) nonché un davvero, ma davvero autentico bonet.…

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