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Una buonissima Sagra…

Inutile insistere, tanto la ricetta non ve la daranno mai. Le “Signore dei persi pien di Vauda” uniche depositarie del segreto, che ogni famiglia di qui custodisce e difende con le proprie personali variazioni, su questo sono inflessibili. In compenso si sobbarcano volentieri, ormai da più di vent’anni, la fatica di confezionare, infornare e sfornare vassoi su vassoi, tanti da perderne il conto, del loro dolcissimo tesoro. Avanti così, senza smettere e senza stancarsi, finché dura la festa. E la festa, la “Sagra della pesca ripiena di Vauda di Rocca Canavese”, dura. Almeno per otto giorni, da un sabato all’altro nella prima settimana d’agosto, senza mai perdere il suo ritmo di continuo avvicendamento ai tavoloni della mitica Baraca: mai, nemmeno quando – ne sono personalmente testimone- la serata è di quelle da memorabile temporale estivo. E meno male che, da quest’anno, La Baraca ha un ben consolidato tetto nuovo di zecca.

«Una bella spesa, ma ne è valsa la pena – ci racconta Francesco Eblovi, che, oltre ad essere chef dell’Hr Valli di Lanzo, della manifestazione è il Presidente uscente e una delle sue “anime” più vitali – Lo abbiamo realizzato con il ricavato della Sagra dello scorso anno, e ora continueremo a consolidarlo. Diventerà una struttura polivalente, proprietà dei cittadini di Vauda. Perché un paese, per crescere e stare bene, ha bisogno anche dei suoi spazi! »

E cittadini di Vauda, oltre ai residenti, sono anche i due ragazzi nigeriani “adottati a distanza” che, grazie al ricavato di Sagre passate, hanno potuto completare i loro studi. Verranno anche loro, prima o poi, ad assaggiare i persi pien sotto il cielo di stelle dell’agosto canavesano, riparati dall’ombra della Baraca.

 

Info:

www.sagradellapescaripiena.it

 

www.ristorantevallidilanzo.eu

Silvana Delfuoco

La gola un peccato capitale? Lo diceva anche il padre Dante, è vero. Salvo poi lamentarsi per quanto “sa di sale lo pane altrui”. E poi ci sono tanti tipi di fame, e tanti modi per soddisfarle: un piatto ben cucinato, un bicchiere di vino buono, la vista di un bel quadro, un film che ci ha fatto ridere, il libro che teniamo sul comodino…

Emozioni di vite forse un po’ privilegiate – le nostre – ma che a me piacerebbe poter condividere. Per questo ho deciso di tenere un diariogoloso, in cui raccontare le mie esperienze di giornalista enogastronomica, ogni tanto in trasferta in altri settori. E con un ormai lungo – ahimè – passato alle spalle. Da insegnante di italiano e latino nei licei torinesi: ebbene sì, lo confesso. Ma questa è un’altra storia…

Attualmente collaboro con Il Golosario di Marco Gatti e Paolo Massobrio. In passato ho già collaborato con: Leiweb e Oggi.it; Il Sommelier Fisar; La Cucina del Corriere; OraCucina; Viaggi del Gusto Magazine; Economy; turismodelgusto.com; Bubble's Italia Magazine.

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