AUTIN
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Una miniera di…spumanti

“Fare il giornalista? sempre meglio che lavorare!” La battuta, fin troppo scontata, circola da tempo soprattutto fra gli addetti ai lavori. E allora che dire quando un gruppo di giornalisti – e per di più enogastronomici, la specie peggiore – va per un giorno in “viaggio di lavoro” nientemeno che in una miniera?

L’incredibile evento si è verificato lunedì 2 ottobre ed ha avuto come scenario la Miniera Paola, nel cuore della Val Germanasca. Uno sparuto gruppetto di ardimentosi – e io ero fra loro – ha affrontato i disagi e i rischi della discesa nel ventre della terra, per un km e mezzo di gallerie, a bordo dell’ex trenino dei minatori. Il tutto ovviamente per una buona, anzi ottima, causa: andare in visita ai locali di invecchiamento delle bottiglie di Eli brut metodo classico de L’Autin, una giovane azienda nata appena nel 2010, ma antica per vocazione e tradizione.

Figlio di uve pinot nero e chardonnay coltivate bio, sebbene ancora in attesa di prossima certificazione, questo spumante viene vinificato con il procedimento classico seguito nella Francia dello Champagne dai suoi ben più famosi fratelli d’oltralpe, pur non potendo per ragioni di legislazione condividerne il titolo.

È stato quindi un semplice “vino spumante di qualità” quello che abbiamo degustato all’uscita dal nostro iter al centro della terra, dopo averlo strappato ai suoi ventisette mesi di sonno, trenta dalla prossima vendemmia, avvolto dal morbido talco della miniera.

Fresco, fruttato, con piacevoli profumi di lievito e crosta di pane, ha riempito i bicchieri con una spuma fine e cremosa. Perfetto per accompagnare la merenda sinoira preparata apposta per lui – e ovviamente per noi, arrivati fin qui per festeggiarlo- dalle mani esperte di un altro prestigioso figlio di queste valli: lo chef Walter Eynard.

E che un luogo, un tempo di fatica e di sofferenza per gli uomini che ci hanno preceduto, sia ora diventato fonte di gioia e allegria per noi e, si spera, per chi dopo di noi verrà, non può che essere una buona notizia per il nostro futuro.

Info:

www.lautin.it

www.ecomuseominiere.it

www.diariogoloso.it/lautin-la-vigna-di-casa/

 

 

 

 

Silvana Delfuoco

La gola un peccato capitale? Lo diceva anche il padre Dante, è vero. Salvo poi lamentarsi per quanto “sa di sale lo pane altrui”. E poi ci sono tanti tipi di fame, e tanti modi per soddisfarle: un piatto ben cucinato, un bicchiere di vino buono, la vista di un bel quadro, un film che ci ha fatto ridere, il libro che teniamo sul comodino…

Emozioni di vite forse un po’ privilegiate – le nostre – ma che a me piacerebbe poter condividere. Per questo ho deciso di tenere un diariogoloso, in cui raccontare le mie esperienze di giornalista enogastronomica, ogni tanto in trasferta in altri settori. E con un ormai lungo – ahimè – passato alle spalle. Da insegnante di italiano e latino nei licei torinesi: ebbene sì, lo confesso. Ma questa è un’altra storia…

Attualmente collaboro con Il Golosario di Marco Gatti e Paolo Massobrio. In passato ho già collaborato con: Leiweb e Oggi.it; Il Sommelier Fisar; La Cucina del Corriere; OraCucina; Viaggi del Gusto Magazine; Economy; turismodelgusto.com; Bubble's Italia Magazine.

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