Quando La TRAMONTANA Finisce Bene

Quando la TRAMONTANA finisce bene

La prima di noi tre “scrittrici” a spiccare il volo in solitaria è stata Daniela. Onore al merito, come si dice, ma soprattutto al suo coraggio. Chissà se anche noi due, Roberta ed io, ci proveremo. Il futuro, con quel che segue. Per ora non me ne occupo. Tramontana –che titolo curioso – non l’ho letto d’un fiato, ma non perché fosse noioso. Certo, un po’ mi hanno bloccato le descrizioni iniziali - indispensabili, ha detto Daniela, alle mie rimostranze- perché io sono sempre ansiosa di arrivare al dunque. E, superato l’impatto, il dunque è arrivato: la storia d’amore, una di quelle che sanno far sognare, che un abile colpo di scena – il “giallo” che si insinua, imprevisto, nel romanzo solidamente “storico” – sembra sul punto di travolgere. Brava, Daniela, funziona! La storia, insomma, mi è piaciuta, inevitabile lieto fine compreso. Sia detto per inciso, io non sopporto le storie che finiscono “male”, per quello c’è già il quotidiano. E credo, Manzoni docet, che si possa scrivere un bel romanzo senza necessariamente farne una tragedia. In questo la scrittura di Daniela ha un merito; quello di saper affrontare senza retorica i momenti difficili dei suoi personaggi che, da veri…

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Scrittura al femminile. Moltiplicato tre

Di noi tre scrittrici – Daniela, Roberta ed io - e delle nostre avventure letterarie non avevo ancora parlato qui su diariogoloso. Direi che il momento è arrivato. La vicenda è ormai decantata a sufficienza senza che gli infranti sogni di gloria di questo recente-remotissimo passato suscitino ancora brucianti frustrazioni. Soltanto un po’ di malinconico malumore, siamo umane anche noi. L’idea è stata di Roberta. Sua la soluzione al problema che ci attanagliava: come faranno tre prof, di lettere per giunta, amiche fin dai tempi dell’Università, nonché colleghe per anni nello stesso liceo, a continuare a frequentarsi da pensionate? Senza scambiarsi inutili visite a base di tè e pasticcini nel rimpianto del bel tempo che fu? Molto semplice, ha sentenziato la reginetta dei mille-e-uno-progetti: facendo qualcosa di costruttivo insieme. E che mai potranno costruire tre esseri come noi, da una vita votate animo e corpo alla letteratura? Ma un libro, è ovvio. Meglio ancora se un romanzo. Meglio ancora se sperimentando tecniche di scrittura inusitate (!) come una audacissima “scrittura a tre”. Detto, fatto. E perché non ci fossero dubbi o ripensamenti, prontamente replicato. Non una, ma ben altre due volte. Così è nato Medietà, la nostra amatissima (in realtà…

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