Piano35: Un’estate Lunga Nove Drink

Piano35: un’estate lunga nove drink

Nove, si sa, è un numero perfetto. Nove sono i cieli che ha salito, non senza difficoltà, il padre Dante nel suo viaggio verso il grande Paradiso. Per noi invece, privilegiati pellegrini di questo tempo, la salita a quel piccolo “paradiso” torinese che è il Lounge Bar Piano35 nel Grattacielo IntesaSanPaolo dura soltanto pochi secondi, grazie ai miracoli della tecnologia. Il vero problema si porrà, ma ancora non lo sappiamo, al momento di scendere dal cittadino Empireo per ritornare nel mondo. Lo faremo infatti con in corpo i nove celestiali “spiriti” che Mirko Turconi, guida e custode di questo beatissimo Regno, ha deciso di presentare tutti insieme nella sua nuova Carta estiva . Piano35: il viaggio  di un'estate Il tema scelto da Mirko e dal suo giovanissimo e affiatato team è, non a caso, quello del viaggio. Perché questa piccola e un po’ decentrata Torino è in realtà un felicissimo porto, da cui sono partite e approdate navi cariche delle “merci” più disparate. Come si è soliti dire, qui tutto nasce per andare a crescere altrove. Ma, al tempo stesso, qui tutto viene accolto, capito, e fatto proprio. Come succede, per esempio, nel suggestivo FOG IN THE SKY -  “Terre nebbiose…

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Forse Una Caponata

Forse una Caponata

“Forse” perché in realtà questa ricetta nasce dalle sperimentazioni che la mia mamma amava fare sulle cose di cucina in cui si imbatteva nei modi più svariati. Questa sua Caponata credo derivi dagli scambi culinari con qualche vicina di casa di origini siciliane. Siccome in famiglia non si amava l’aceto e c’era assai scarsa dimestichezza con le melanzane – testo di sacro riferimento l’Artusi, che confessa anche lui di conoscerle poco – a questo si devono le modifiche che allontanano questa ricetta da quella canonica. A me, però, è sempre piaciuta così.                          DOSI (per 4/6 persone)   2 melanzane tonde 1 cipolla bianca 2/3 gambi di sedano bianco 1 peperone giallo 1 pomodoro “cuore di bue” olive sott’olio denocciolate sale, pepe, olio extra vergine di oliva                               PREPARAZIONE   Per prima cosa lavate le melanzane, asciugatele e tagliatele a cubetti. Mettetele quindi dentro uno scolapasta, cospargetele di sale grosso, copritele con uno strofinaccio e un piatto rovesciato su cui avrete messo un peso (una bottiglia piena d’acqua da 1litro ½ va benissimo) e lasciatele…

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Osteria Rabezzana: Le Sorprese Della Tradizione

Osteria Rabezzana: le sorprese della tradizione

Le sorprese sono due. La prima, come prevedibile, riguarda la cucina, ora affidata alle mani sapienti di Walter Eynard. La seconda, imprevedibile soltanto in apparenza, la musica: un appuntamento il mercoledì sera nato da poco e già con il suo pubblico di affezionati. Il trait-d’union che le tiene felicemente insieme è un luogo: l’ex magazzino al piano inferiore della rinnovata Osteria Rabezzana, che una felice ristrutturazione ha restituito al suo passato originario.   Osteria Rabezzana: una sala da ballo? Perché qui, nel tempo felice della Belle Époque, quando Torino assaporava i fasti dell’Esposizione Universale, c’era la sala da ballo del mitico Hotel Excelsior, dall’acustica, come ancor oggi è palpabile, perfettamente capace di dare risalto al suono. Quale idea migliore dunque – e lo si deve all’intuito imprenditoriale di Franco Rabezzana, cui ora sono affidate le sorti dell’azienda di famiglia – se non quella di utilizzarla assecondando la sua vera natura? Sala da pranzo dove i commensali possono tranquillamente conversare tra loro durante la cena – quante volte vi capita, confessatelo – e che, al momento opportuno, diventa sala da concerto e/o da ballo, come la situazione richiede.   Osteria Rabezzana: o una cucina di tradizione? Il ruolo di Walter Eynard, o…

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TasteiT: L’assaggio , A Torino, è Internazionale

TasteiT: l’assaggio , a Torino, è internazionale

Lo hanno chiamato TasteiT perché il suo Italian Excellence Gourmet sia chiaro ai turisti. Ma qui a Torino – terza apertura dopo Modena e Reggio Emilia – l’ invito ad “assaggiare” ha anche il suono familiare della lingua di casa. Siamo o non siamo una “città internazionale”? E che qui, proprio come a casa, sia possibile cenare fino a tarda ora l’abbiamo visto con i nostri occhi. Uscendo dalla serata di degustazione – era quasi mezzanotte – abbiamo incrociato due turiste inglesi titubanti sull’ingresso, subito sollevate dal dubbio dalla sorridente accoglienza. Questo, però, avrebbe un significato di poco conto, se poi non fosse davvero accompagnato dall’ ”eccellenza” che l’insegna promette. E l’ “eccellenza” c’è, davvero. Provare per credere. La scelta vincente del menu “pizze gourmet” è di abbinare agli impasti – ce ne sono integrali e in versioni insolite come quello al nero di seppia – varie proposte gastronomiche, anche in omaggio alle tradizioni locali. Così noi abbiamo assaggiato, dopo la Tataki con tonno in crosta di pistacchio di Bronte, stracciatella di Gioia del Colle e Cipolla rossa di Tropea caramellata all’aceto balsamico di Modena, la Tartare di Fassona condita con capperi e olive taggiasche, stracciatella e aromatizzata al tartufo, e altre…

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Erbaluce, Questo Non-più-sconosciuto

Erbaluce, questo non-più-sconosciuto

Grazie a Alessandro Felis, che ha guidato la serata con il consueto, signorile, savoir faire, quella che poteva essere semplicemente una degustazione di alcune annate di Erbaluce spumante ha invece spalancato una finestra su una realtà finora rimasta un po’ ai margini del panorama vitivinicolo piemontese. Palazzo Birago, roccaforte di questi affollati giorni di Bocuse off, ha ospitato nell’eleganza della “sala blu” un nutrito gruppo di produttori venuti, e venuti insieme, a presentare i loro vini. I produttori Cooperativa Produttori Erbaluce; la Cantina della Serra; Orsolani Erbaluce; La Masera; Castello di Azeglio; Cieck; Cantina Gnavi; Giacometto Bruno; Santa Clelia; sono questi i produttori che, presentando la versione spumante dei loro vini, ultima nata nella tipologia Erbaluce che comprende le più note versioni fermo e passito, hanno in realtà raccontato molto altro. Hanno parlato di vino, di territorio, di passioni, di fatiche accompagnate da entusiasmi e delusioni. In una parola: storie di viti…e di vita. Erbaluce anche spumante: perché? Perché, in un tempo di “bollicine” dominanti, l’Erbaluce esprime al meglio, nella tipologia spumante, le sue caratteristiche di freschezza, sapidità, spiccata mineralità. E, soprattutto, in un panorama di spumantizzazioni che comunque utilizzano vitigni internazionali – chardonnay e pinot noir – sul modello…

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THE UNUSUAL IS NATURAL…a Torino

THE UNUSUAL IS NATURAL…a Torino

Andateci, se amate il cibo. Andateci, se il cibo lo odiate. Andateci se credete negli angeli, nei diavoli e nei gatti. E, soprattutto, andateci se siete in cerca di bellezza. Perché forse non salverà il mondo, ma in questo surreale, ironico, terso e concretissimo mondo che Marie Cécile Thijs ha voluto regalarci si vive davvero molto meglio. Almeno per il tempo, brevissimo e illimitato, che occupano i sogni.   La mostra a Palazzo Paesana The unusual is natural: il vino esplode nel frullatore aperto, come è giusto; i piselli sono sorretti dall’equilibrata precisione dello chef asiatico; e la gallina, finalmente liberata dall’umana perversione, ignora l’uovo, che forse non ha mai deposto. Sono candidi collari le ali degli angeli e indiscussi sovrani gli irraggiungibili gatti. E chissà se la fanciulla vestita d’argento, nel suo fluttuare sul velo di seta che la ritrae, ha segretamente incontrato l’eterea presenza fatta della sua stessa inconsistenza che – si dice – abita le stanze di questo meraviglioso Palazzo Paesana?   L’artista Marie Cécile Thijs viene dall’Olanda ed è cresciuta nella zona di confine con il Belgio. Lì ha respirato le influenze dei maestri fiamminghi, che scivolano nel surrealismo di Magritte completandosi con la sua, rasserenante…

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Savurè: La Nuova Frontiera Del Dining?

Savurè: la nuova frontiera del dining?

Tra il Fast e lo Slow adesso c’è il Casual. E siccome siamo, fortunatamente in Italia, il Fast Casual Dining ha il profumo e il sapore di un bel piatto di pasta, magari – perché no? – alle quattro del pomeriggio. Questa è l’idea vincente che ha permesso a Savuré – Pastificio con Cucina, già presente a Torino dal 2013 con un locale in via Garibaldi 38, di aprire ora il suo secondo locale in città, in via Madama Cristina 12, dopo essere passato, nel frattempo, anche per Londra-Shoreditch, dove ha aperto nel 2016.   Savurè: la pasta! Della nuova apertura torinese ci ha piacevolmente colpito una qualità dell’offerta decisamente migliorata rispetto agli esordi. Degli assaggi proposti abbiamo soprattutto apprezzato i paccheri con pomodorini e crema di burrata, davvero accattivanti nella loro fresca semplicità. Buone anche le paste ripiene, omaggio alla tradizione italiana: i pansotti di magro alla genovese e, non potevano certo mancare, i piemontesi agnolotti con ragù di fassona.   Savurè: #nospreco Ma la vera novità di Savurè, che rivela una intelligente attenzione alla mutata sensibilità sociale, è la strategia #nospreco. Un’ora prima della chiusura il Pastificio venderà tutti i suoi prodotti freschi, dalla pasta ai condimenti alle…

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Costadoro: A Torino Il Diamante Si Fa Social

Costadoro: a Torino il Diamante si fa Social

«Siamo o non siamo una Squadra Corse? E allora perché non ci facciamo un corner? In legno e ferro, perché sia “materico”: come il nostro caffè». Con questa efficace sintesi il Presidente della Costadoro Spa Giulio Trombetta ha presentato il Costadoro Social Coffee, nuovo spazio aperto da oggi, 30 maggio 2018, a Torino all’interno del Coffee Lab Diamante di Palazzo Bricherasio.   Il caffè: dove, se non a Torino? Dove, se non a Torino, il caffè può ancora dire la sua? E l’ambizione, per il team Costadoro che porterà avanti l’esperienza del Social Coffee, è quella di diventare un vero punto di riferimento per il caffè in città, non soltanto per la clientela ma anche per gli addetti ai lavori. Il progetto prevede infatti che questo format sia replicabile, in Italia e all’estero, sulla scia della Third Coffee Wave, il movimento che aspira a cambiare la percezione del caffè, elevandolo a bevanda nobile e a prodotto di pregio. Certo, le abitudini andranno cambiate. O meglio, educate al cambiamento.   Costadoro Coffee Lab Diamante «Qui non bisogna avere fretta – spiega, con l’amabile pacatezza che lo contraddistingue – “Orso” Giulio Panciatici, il “filosofo” del progetto – perché il caffè che viene…

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