Quando La Salvia Stuzzica

Quando la salvia stuzzica

Questo esperimento è tutto mio, ma l’aiuto della Mamma non manca mai. Dal suo Quaderno ho ripreso infatti la Pastella, quella per i fritti di verdura. Che lei, a sua volta, aveva ripreso dal suo beneamato Pellegrino Artusi, con qualche personale aggiustamento. Con questa Pastella ho preparato il mio primo stuzzichino da aperitivo a base di foglie di Salvia moscatella. Giusto per evitare esotiche tempure, che pure apprezzo, ma che non so riprodurre. E giusto per dimostrare che la nostra arte culinaria non è seconda a nessun’altra. Risultato ottimo, ve lo garantisco.   INGREDIENTI Qualche foglia di Salvia moscatella, a seconda delle dimensioni (3/4/5…) Per la pastella: gr.100 farina bianca 1 uovo una tazza d’acqua freddissima 1 cucchiaio d’olio EVO 1 cucchiaio di cognac /grappa/acquavite/vino bianco secco… sale q.b. olio per friggere   PREPARAZIONE Calcolate di iniziare qualche ora (3/4/5) prima del momento di servire (va mangiato caldo), perché la pastella, semplicissima da preparare, ha però un tempo di attesa. Per prima cosa, mettete una tazza d’acqua in freezer, dove resterà per 10/15 minuti. Intanto pesate la farina,  mettetela in una ciotola adatta, dove aggiungerete il sale, il rosso d’uovo (il bianco va da parte in frigo perché sarà montato…

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Il Giardino Dei Semplicissimi: Salvia E…salvia

Il Giardino dei Semplicissimi: salvia e…salvia

Intanto, si fa presto a dire “salvia”. Che “le” salvie siano più d’una, anzi siano un numero abbastanza considerevole, l’ho scoperto da poco. A me sembrava già una raffinatezza averne, nel mio Giardino, due diverse: quella comune,  a tutti ben nota, che Linneo ha chiamato officinalis, e quella detta “moscatella”, ovverossia sclarea, dalle foglie molto più grandi, che è il nuovo acquisto di questa primavera. E che è ormai anche ben cresciutella.   Semplicissimi: salvie… Che la salvia sia un’erba che fa bene lo dice già il suo nome: pronta a “salvare”, cioè a conservare la salute. Lo pensavano già gli antichi, fino a farne una sorta di rimedio universale, capace di curare tutti i mali: dalle proprietà afrodisiache al dono della fecondità, al talismano contro le energie negative, capace persino – secondo i Celti – di resuscitare i morti. Molto più semplicemente, io la ritengo il migliore dei condimenti, insieme con burro e parmigiano, per i miei amati tajarin o, meglio ancora, per i più elaborati tortelli d’erba, che soltanto così danno il meglio di sé. E poi c’è la nuova moscatella.  Per lei ho pensato di sperimentare: un mix tra Piemonte ed Emilia per uno stuzzichino da aperitivo…   Semplicissimi:…

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Il Giardino Dei Semplicissimi: Dolce Melissa

Il Giardino dei Semplicissimi: dolce melissa

Il suo nome pare venga dal greco, meli: dolce come il miele, davvero? Mah! La melissa del mio Giardino ha sì un sapore gradevole, però sa piuttosto di limone e profuma di menta. Certo, una dolcezza che non ha portato fortuna alla bella ninfa Melissa, di cui si era invaghito il solito dio Apollo. Troppo dedito a lei, si dimenticava spesso di portare in giro per il cielo il carro del sole, con conseguenza ovviamente nefaste per i poveri terrestri. Così gli dei intervennero, prendendosela, come è ovvio, con la povera ninfa. Trasformata, in men che non si dica, in una bella piantina verde, mentre lo sbadato Apollo trovò presto di che consolarsi. Come sempre capita in questi casi.   Semplicissima melissa, verde e rigogliosa Anche la mia melissa è una bella piantina, verde e rigogliosa: adesso non ha ancora i fiori – saranno bianco-rosa, se ben ricordo – ma è già molto piacevole a vedersi. Da quando fa parte della mia “dotazione”, mi ha sempre dato buone soddisfazioni. Intanto è perenne: va e viene da sola, senza bisogno di particolari attenzioni. Ottima nelle insalate, cui aggiunge un tocco di fresco, la uso spesso anche nelle frittate, insieme con altre…

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Hermanos Frias De Val: Un Vino Dalla Rioja

Hermanos Frias de Val: un vino dalla Rioja

La prima emozione è quella della scoperta: del luogo, del suo paesaggio, del vino. La seconda, meno immediata ma proprio per questo più intensa, è quella della giusta condivisione di quel vino, in altro tempo e in altro contesto. E allora vuol dire che ci siamo. Succede di rado, ma succede. Come con questa bottiglia degli Hermanos Frias de Val:  Spagna, Villabuena nella Rioja alavesa, una Reserva 2011 Hermanos Frias de Val, Tempranillo 100%. Non è l’unico vino che ho assaggiato, per la prima volta, nella loro Bodega l’estate di due anni fa: i  Blanco sono altrettanto sorprendenti. Né l’unico di cui potrei parlare per prove ulteriori, l’ultima delle quali, appunto, qualche sera fa a cena.  Ma le emozioni…meglio viverle – e raccontarle –  una alla volta!   Rioja, tierra tranquilla y amable Sono una viaggiatrice pigra, lo confesso. Poche mète al mondo valgono la rottura dei miei confortanti, e faticosamente conquistati, equilibri. Quando però questo succede, e scopro che ne è valsa la pena, ecco la meraviglia. Così è stato quando ho incontrato la Rioja. Che non conoscevo, e che adesso è entrata di diritto tra i miei luoghi del cuore. Una imprevedibile “Langa” che però si dilata allo scorrere dello…

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Torta Di Mandorle Di Un Tempo Che Fu

Torta di mandorle di un tempo che fu

Direttamente da un tempo che ormai posso ben definire remoto arriva questa Torta di mandorle: variante "soffice", è bene specificarlo. La ricetta, anche se l’ho ritrovata sul Quaderno della mamma, in realtà anche per lei è stata una scoperta. L’ha imparata, infatti, dalla cugina di mio padre, la signora Giovanna, in quel di Castell’Arquato, ridente “borgo”, come si dice adesso, del Piacentino, di cui è originaria la mia famiglia paterna. Questa è la Torta “soffice”, quella più difficile da realizzare, a fronte della essenzialità degli ingredienti; ne esiste infatti  una variante “ dura”, meno impegnativa. Il segreto stava ( e sta tuttora) nel montare “a neve” ben ferma gli albumi, cui è affidata in toto – non è previsto infatti l’uso di altro lievitante – la leggerezza del risultato finale. E se pensate che, ai tempi, non si faceva uso di altro strumento se non di una forchetta tenuta da una mano ferma e capace, non vi stupirete del risultato non  sempre garantito. Un altro piccolo segreto, ahimè non più recuperabile, era la cottura in forno. All’epoca – e ancora negli anni ‘ 60, l’ho detto – le  torte venivano “portata a cuocere” dal panettiere del paese, che le infornava…

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