Ziccat: cioccolatieri a Torino

Il primo a non voler fare “una figura da cioccolataio” – e cioè una vera figuraccia, come ancora oggi si usa dire a Torino – pare sia stato nientemeno che un re. E non il solito re delle favole, a cui si possono attribuire fatti e misfatti senza timore di essere contraddetti, ma un re vero, in carne e ossa, con tutti gli storici incartamenti in regola: Carlo Felice di Savoia, re di Sardegna, oltre che di Piemonte, Cipro e Gerusalemme, dal 1821 al 1831. Pare che in quegli anni a Torino vivesse un fabbricante di cioccolato divenuto così ricco da potersi permettere di girare per la città su di una carrozza trainata nientemeno che da quattro cavalli – lusso inconcepibile, all’epoca, per un semplice “borghese” – e decisamente più sfarzosa persino di quella regale. Di qui il risentimento del sovrano, notoriamente poco disposto a concessioni democratiche e tantomeno a tollerare risatine allusive al suo augusto passaggio. Certo all’epoca non doveva essere grande il rispetto per il lavoro artigianale, specie quando, a furia di schiacciare fave di cacao, i “cioccolatai” riducevano in pessimo stato faccia e vestiti, senza troppo preoccuparsi dell’immagine di sé che ne derivava. Nello stesso tempo, l’aneddoto…

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