È Pasqua, Tempo Di Tortelli D’erba

È Pasqua, tempo di tortelli d’erba

Come Riconoscere Pillole Si chiamano così perché un tempo si facevano davvero con l’erba o, per meglio dire, con le erbette che, raccontano, in Emilia crescevano lungo le sponde dei torrenti in primavera. Le erbette non si trovano più da lungo tempo – la mamma  già non ne aveva memoria – ma il nome è rimasto, e la stagione pure. A casa mia i Tortelli si facevano per Pasqua ( e non solo) e le erbette erano diventate le bietole, ma anche gli spinaci, quando queste non si trovavano. E la mamma, con grande senso pratico, sostituiva il prodotto fresco, non sempre reperibile, con quello surgelato: così la loro stagione durava un anno intero. Questa, badate, è la ricetta dei Tortelli verdi di Reggio Emilia. Quelli di Parma, forse più noti, sono molto simili, ma tendono a far prevalere il bianco della ricotta sul verde delle erbe. E non usano affatto gli spinaci. Li ho preparati, pronti per la Pasqua imminente. E, appena fatti, ho provveduto a surgelarli. Anch’io non manco di senso pratico!   DOSI (per 4 persone: 12 a testa)   Per il ripieno: Kg 1 circa di bietole (solo il verde) o di spinaci (già puliti e lavati). Se usate i surgelati calcolate…

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UNFORGETTABLE, Davvero

UNFORGETTABLE, davvero

  Che il non-luogo sia la cifra di Christian Mandura, per chi conosce il Geranio di Chieri, è ormai un dato di fatto.  Questa sua nuova esperienza, però, questo Unforgettable così a lungo atteso e finalmente reso concreto, un non-luogo lo è veramente: l’inaspettata “quarta dimensione” dove tutte le magie sono possibili. E un primo indizio del distacco dal mondo reale si ha già dall’indirizzo: quella via Lorenzo Valerio, unica “devianza” nella rigorosa geometria del Quadrilatero romano.     Il non-spazio e il non-tempo di Unforgettable Il non-spazio ovattato di Unforgettable si apre dunque, di là da un anonimo portone, varcando una misteriosa tenda che, come una quinta teatrale, ha la funzione di separare il reale dall’immaginario. Così, quelle che nel mondo di fuori sono le seicentesche ex scuderie di un palazzo storico torinese qui diventano il palcoscenico dove si gioca la nuova avventura. La struttura si articola su tre locali comunicanti: la sala centrale, occupata quasi interamente dal Bancone, e due salette adiacenti. L’una, prolungamento fisico della sala, è adibita a salotto pre e post conviviale; l’altra, occupata da scaffali con bottiglie dalle interessanti etichette, avrà presto un suo definitivo allestimento; essenziali e lineari gli arredi, qualche luminoso quadro…

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