È Pasqua, Tempo Di Tortelli D’erba

È Pasqua, tempo di tortelli d’erba

Come Riconoscere Pillole Si chiamano così perché un tempo si facevano davvero con l’erba o, per meglio dire, con le erbette che, raccontano, in Emilia crescevano lungo le sponde dei torrenti in primavera. Le erbette non si trovano più da lungo tempo – la mamma  già non ne aveva memoria – ma il nome è rimasto, e la stagione pure. A casa mia i Tortelli si facevano per Pasqua ( e non solo) e le erbette erano diventate le bietole, ma anche gli spinaci, quando queste non si trovavano. E la mamma, con grande senso pratico, sostituiva il prodotto fresco, non sempre reperibile, con quello surgelato: così la loro stagione durava un anno intero. Questa, badate, è la ricetta dei Tortelli verdi di Reggio Emilia. Quelli di Parma, forse più noti, sono molto simili, ma tendono a far prevalere il bianco della ricotta sul verde delle erbe. E non usano affatto gli spinaci. Li ho preparati, pronti per la Pasqua imminente. E, appena fatti, ho provveduto a surgelarli. Anch’io non manco di senso pratico!   DOSI (per 4 persone: 12 a testa)   Per il ripieno: Kg 1 circa di bietole (solo il verde) o di spinaci (già puliti e lavati). Se usate i surgelati calcolate…

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TasteiT: L’assaggio , A Torino, è Internazionale

TasteiT: l’assaggio , a Torino, è internazionale

Lo hanno chiamato TasteiT perché il suo Italian Excellence Gourmet sia chiaro ai turisti. Ma qui a Torino – terza apertura dopo Modena e Reggio Emilia – l’ invito ad “assaggiare” ha anche il suono familiare della lingua di casa. Siamo o non siamo una “città internazionale”? E che qui, proprio come a casa, sia possibile cenare fino a tarda ora l’abbiamo visto con i nostri occhi. Uscendo dalla serata di degustazione – era quasi mezzanotte – abbiamo incrociato due turiste inglesi titubanti sull’ingresso, subito sollevate dal dubbio dalla sorridente accoglienza. Questo, però, avrebbe un significato di poco conto, se poi non fosse davvero accompagnato dall’ ”eccellenza” che l’insegna promette. E l’ “eccellenza” c’è, davvero. Provare per credere. La scelta vincente del menu “pizze gourmet” è di abbinare agli impasti – ce ne sono integrali e in versioni insolite come quello al nero di seppia – varie proposte gastronomiche, anche in omaggio alle tradizioni locali. Così noi abbiamo assaggiato, dopo la Tataki con tonno in crosta di pistacchio di Bronte, stracciatella di Gioia del Colle e Cipolla rossa di Tropea caramellata all’aceto balsamico di Modena, la Tartare di Fassona condita con capperi e olive taggiasche, stracciatella e aromatizzata al tartufo, e altre…

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Zuppa Inglese, Il Dolce-simbolo Dell’Emilia

Zuppa inglese, il dolce-simbolo dell’Emilia

In realtà dentro non ci si inzuppa niente, perché è un dolce al cucchiaio. Sul perché si chiami inglese non mi pronuncio, visto che a casa mia nessuno se lo è mai chiesto. Che le sue origini, perse nella notte dei tempi, siano però sicuramente emiliane lo potrei giurare anche in tribunale: soltanto qui la sanno fare come si deve. Il che non significa però, come sempre capita ai piatti della tradizione italiana, che le sue variazioni sul tema non siano innumerevoli, tante forse quante sono le famiglie che se ne tramandano la ricetta. Una costante però: l’alchermes! Con il suo colore rosso (e ci sarà anche del colorante, pazienza!) da bambina mi sembrava una pozione magica. La ricetta che segue arriva da Reggio Emilia e risale a mia nonna, ma la mamma deve averla sicuramente ritoccata, come lei faceva sempre con qualsiasi piatto uscisse dalle sue mani. La foto in evidenza immortala invece la mitica zuppa inglese della Trattoria ALDINA di Modena, che non mi lascio mai scappare quando sono da quelle parti. Ogni volta, per me, una madelaine che mi riporta all’infanzia…   INGREDIENTI (per quattro persone)   1 litro di latte 4 tuorli d’uovo 4 cucchiai di…

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