Osteria Rabezzana: Le Sorprese Della Tradizione

Osteria Rabezzana: le sorprese della tradizione

Le sorprese sono due. La prima, come prevedibile, riguarda la cucina, ora affidata alle mani sapienti di Walter Eynard. La seconda, imprevedibile soltanto in apparenza, la musica: un appuntamento il mercoledì sera nato da poco e già con il suo pubblico di affezionati. Il trait-d’union che le tiene felicemente insieme è un luogo: l’ex magazzino al piano inferiore della rinnovata Osteria Rabezzana, che una felice ristrutturazione ha restituito al suo passato originario.   Osteria Rabezzana: una sala da ballo? Perché qui, nel tempo felice della Belle Époque, quando Torino assaporava i fasti dell’Esposizione Universale, c’era la sala da ballo del mitico Hotel Excelsior, dall’acustica, come ancor oggi è palpabile, perfettamente capace di dare risalto al suono. Quale idea migliore dunque – e lo si deve all’intuito imprenditoriale di Franco Rabezzana, cui ora sono affidate le sorti dell’azienda di famiglia – se non quella di utilizzarla assecondando la sua vera natura? Sala da pranzo dove i commensali possono tranquillamente conversare tra loro durante la cena – quante volte vi capita, confessatelo – e che, al momento opportuno, diventa sala da concerto e/o da ballo, come la situazione richiede.   Osteria Rabezzana: o una cucina di tradizione? Il ruolo di Walter Eynard, o…

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Una Miniera Di…spumanti

Una miniera di…spumanti

“Fare il giornalista? sempre meglio che lavorare!” La battuta, fin troppo scontata, circola da tempo soprattutto fra gli addetti ai lavori. E allora che dire quando un gruppo di giornalisti – e per di più enogastronomici, la specie peggiore – va per un giorno in “viaggio di lavoro” nientemeno che in una miniera? L’incredibile evento si è verificato lunedì 2 ottobre ed ha avuto come scenario la Miniera Paola, nel cuore della Val Germanasca. Uno sparuto gruppetto di ardimentosi – e io ero fra loro – ha affrontato i disagi e i rischi della discesa nel ventre della terra, per un km e mezzo di gallerie, a bordo dell’ex trenino dei minatori. Il tutto ovviamente per una buona, anzi ottima, causa: andare in visita ai locali di invecchiamento delle bottiglie di Eli brut metodo classico de L’Autin, una giovane azienda nata appena nel 2010, ma antica per vocazione e tradizione. Figlio di uve pinot nero e chardonnay coltivate bio, sebbene ancora in attesa di prossima certificazione, questo spumante viene vinificato con il procedimento classico seguito nella Francia dello Champagne dai suoi ben più famosi fratelli d’oltralpe, pur non potendo per ragioni di legislazione condividerne il titolo. È stato quindi un semplice…

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