A Venezia è Tornata La Stagione Delle Moeche

A Venezia è tornata la stagione delle moeche

Morbide, morbide moeche! «Freschissime, freschissime! le ho pescate adesso nel canal, lì dalla finestra... » così si vantava un oste burlone, qualche anno fa, in una piccola trattoria di Venezia affacciata, appunto, su un canaletto defilato. E la battuta riguardava una, per me allora inedita, prelibatezza delle terre di  Laguna: le moeche. Che anche quest'anno, stagione quasi giusta, ho felicemente ritrovato, e che adesso vi racconto. Una preziosa ghiottoneria Come recitano le definizioni deputate, le moeche altro non sono che granchi durante la fase di muta, che si verifica due volte l'anno, in primavera e in autunno. Senza corazza sono morbidissime, una vera ghiottoneria di cui non si butta via niente: in questi tempi di "sostenibilità" il cibo perfetto! L'unico loro handicap, se così possiamo chiamarlo, è il costo: variabile secondo le annate, ma sempre molto alto. Il mestiere del moècante, allevatore e pescatore a un tempo, è infatti un lavoro non facile e molto duro: sveglie antelucane, ore e ore immersi nel fango della Laguna, cernita manuale del prodotto. Una delle nostre preziose "nicchie" da valorizzare e preservare. Dove gustarle? In trattoria! E, finalmente, eccole nel piatto. Noi le abbiamo sempre gustate nel modo più semplice e tradizionale: impanate…

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LA Valle Grana E La Polenta Bastarda

LA Valle Grana e la polenta bastarda

Se dare a qualcuno del bastardo di solito non viene percepito come un complimento, a Caraglio, nella cuneese Valle Grana, non sempre è così. Bastarda si chiama infatti  una particolare polenta, introvabile altrove, così buona da averle persino intitolato una Sagra. Quest’anno, il non-a-caso bisesto 2020, sarà difficile riuscire a organizzarla, ma ciò non toglie che tutti possano prepararsi la polenta a casa, soprattutto in questi giorni di interminabile inverno. La sua ricetta è semplicissima, e non differisce certo da quella delle altre polente. Ma il suo pregio sta tutto nella farina, il suo ingrediente base: un misto di cinque antiche varietà autoctone, riscoperte e rimesse in coltivazione, dopo molti anni di accurate ricerche, da Lucio Alciati, infaticabile e appassionato ricercatore di prelibatezze locali. E a lui si deve anche il recupero della leggenda, da cui tutto è nato…   Una bastarda polenta del…diavolo! Lo zampino del diavolo! Come poteva non entrare in una storia legata ai sudori della terra? E come poteva l’intera faccenda non concludersi bene, cioè del tutto al contrario delle sataniche intenzioni? Perché in queste vicende del saggio tempo antico, il diavolo, in fondo, è quasi sempre un “buon diavolo”, più buontempone che davvero satanico. E anche il…

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