A Torino è arrivato Monet

Partiamo da quello che non c’è: qui non ci sono le Ninfee. Ovvio, non fanno parte delle collezioni del Musée d’Orsay, generoso “prestatore” d’opere, nonché prezioso collaboratore all’allestimento. Dico questo senza malizia né secondi fini, soltanto per ricordare che, fra questi quaranta capolavori in mostra alla GAM  di Torino fino al 31 gennaio 2016, manca però una parte secondo me essenziale dell’opera di Monet. In compenso (e questo fia suggel con quel che segue) c’è l’inatteso e praticamente mai visto frammento (si fa per dire, visto che misura 248 x 218 cm) di Colazione sull’erba, omaggio e sfida al suo quasi omonimo Manet. Visto che era stato lui stesso a tagliarla in tre parti, questa enorme tela, dopo quasi vent’anni di abbandono alle muffe di una cantina, nulla di dissacrante. Istruttivo invece, direi, vedere, qui, questo quadro in posizione centrale accanto a quella meraviglia compiuta del ritratto di Madame Louis Joachim Gaudibert. C’è da chiedersi se Monet sarebbe stato d’accordo sull’accostamento… A parte questa, che non è sicuramente da poco, la mostra di sorprese non ne riserva altre: paradossalmente troppo bella per emozionare davvero? Un susseguirsi di capolavori senza soluzione di continuità, che non danno tempo per riprendere fiato. Un full…

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Boris Mikhailov, mostra a CAMERA, Torino

Premessa: di fotografia, non ho difficoltà ad ammetterlo, capisco tra il poco e il niente, e non sono certo questi tristi tempi di selfie e di photoshop a spingermi al ravvedimento. Con questo spirito mi sono avviata stamattina alla conferenza stampa di apertura di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, il nuovo spazio multidisciplinare che apre da oggi a Torino (e dove, se no?), con l’intento di divenire in breve un punto di riferimento nazionale e internazionale per quanti guardano alla fotografia come a un’arte fondamentale. L’impresa è davvero di quelle che fanno tremare le vene e i polsi. Un palazzo dell’Ottocento, nato come Convento delle suore di san Giuseppe e poi passato attraverso varie destinazioni, viene ripensato per adeguarlo alle esigenze espositive contemporanee senza snaturare la storia del luogo né del suo contesto. Tutto questo in pieno centro storico, a pochi passi dal magico Museo Nazionale del Cinema, perfettamente a suo agio negli esoterici spazi della Mole Antonelliana. E fin qui, l’evento culturale. Che mi è parso bello, ben fatto e ben avviato, come spesso, per non dire quasi sempre, a Torino succede. Non vorrei aggiungere: fino a quando… (su, Torinesi, completate la frase). Nella speranza che questa volta…

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