Facciamo La Frittata? Ma Una Basterà?

Facciamo la frittata? Ma una basterà?

Per fare una frittata, lo sappiamo, le uova vanno sbattute e sbattute e sbattute ... (mai stati da Madame Poulard a Saint Michel? ) Invece per l'omelette, e questo l'ho scoperto da poco, le uova vanno sbattute pochissimo, perché il bianco e il giallo non devono completamente amalgamarsi. E va bene, sarà certo così. Ma se nelle uova sbattute metto una verdura? Io mi regolo di volta in volta, a seconda della verdura, delle uova e dell'estro del momento: Di solito le frittate di verdura mi vengono bene, anche quelle un po' particolari. Come, per esempio, queste: Frittata con i topinambur, versione 1... Questi topinanbur, anzi meglio chiamarli ciapinabò perchè nati e cresciuti in Piemonte, sono di produzione propria, del mio orto in campagna. La ricetta in questo caso è molto semplice e il risultato assicurato. DOSI (per 2 persone): 3 uova 3/4 ciapinabò (circa 200/250 gr) sale un pizzico burro per friggere PREPARAZIONE: Tagliate a fettine abbastanza sottili i ciapinabò dopo averli lavati, spazzolati e asciugati e uniteli alle uova, che avrete sbattuto (quanto, decidete voi) con un pizzico di sale. Mettete sul fuoco una padella antiaderente con il burro e, al momento giusto, versate il tutto. Cuocete dolcemente,…

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Stasera Si Va All’Osteria Dalla Badessa

Stasera si va all’Osteria dalla Badessa

Se siamo in un'osteria... Un'osteria di quelle autentiche, nel verde della campagna cuneese appena fuori dal centro di Perveragno, dove si cucinano i piatti della tradizione, si fanno "serate a tema",  si possono organizzare feste familiari, ma si può anche semplicemente prenotare - questo sì, è indispensabile - per una cena tra amici. Quello che invece non ci sentiamo di consigliare, pur in questa simpatica sala allegramente arredata con gli oggetti più disparati della tradizione contadina,  è una romantica cenetta a due, che verrebbe disturbata assai dalla totale mancanza di insonorizzazione del luogo. Ma siamo pur sempre in un'osteria e anche questo è "colore locale". O forse no?   ... il vino, che posto ha? Perché, come "deve" essere un'osteria? Qui candide tovaglie apparecchiano con eleganza i solidi tavoli di legno, su cui  campeggiano sfiziosi  bicchieri da vino. Sfiziosi sì, ma piuttosto inadeguati - come non lo sarebbero invece degli essenziale e ormai consueti "calici" - a valorizzare, in un locale che pur rivendica la sua identità tradizionale, il loro prezioso contenuto. Così come, al momento di scegliere una bottiglia per accompagnare la cena, l'offerta si è limitata alla vaga proposta: bianco o rosso? barbera, dolcetto, nebbiolo? Con l’aggiunta, alla…

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Novembre, Si Fa La Supa Dij Mort

Novembre, si fa la Supa dij Mort

Questa zuppa, anche se meglio sarebbe chiamarla "piatto unico" perché davvero ricca e saziante, l'ho scoperta qui in Piemonte, e precisamente nelle Valli del Canavese. So però che, con tutte le possibili varianti locali che aggiungono o diversificano gli ingredienti, questa supa viene preparata per la Festa dei Morti: lasciata sul tavolo di cucina la notte della vigilia a disposizione delle anime dei parenti defunti, il giorno successivo viene poi consumata dalla famiglia riunita per il pranzo. Sempre che, nella pentola ben colma,  ne sia rimasta a sufficienza... INGREDIENTI (per 4 persone): Per il brodo: - un pezzo di coda di manzo - una carcassa di gallina o, alternativamente, di pollo - acqua q.b. Per i ragù: - cipolla tritata - 400 gr. pomodori pelati - un pezzo di salsiccia di maiale - sale, pepe, q.b. Per la zuppa: - 200 gr. circa di fette di pane raffermo - 100 gr. circa di grissini - alcune foglie di cavolo nero (o viola) - trito di erbe aromatiche a piacere (timo, rosmarino, melissa ...) - olio e/o burro per soffriggere PREPARAZIONE: In una pentola capiente (anche a pressione per velocizzare) mettete a cuocere con l'acqua il pezzo di coda e la…

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Funghi, Finalmente! Ecco Il Secondo Di Funghi

Funghi, finalmente! Ecco il secondo di funghi

Il secondo piatto con i primi funghi dell'anno 2022: li ho fatti fritti. Troppo belle le cappelle dei porcini (i gambi sono finiti nel sugo per i tajarin) per pensare a un uso diverso. Quindi li ho puliti (senza lavarli, ovvio), li ho affettati, passati nell'uovo, poi nel pan grattato e poi nell'olio: un pezzo  per volta, con calma... Ed ecco il risultato: superlativi! INGREDIENTI (per 2 persone): 2 cappelle di porcini di medie dimensioni 1 uovo un mezzo bicchiere di pangrattato olio di girasole per friggere sale, q.b. PREPARAZIONE: Dopo aver pulito le cappelle, affettarle con attenzione. Preparare in un piatto l'uovo sbattuto con un po' di sale, in un altro il pan grattato. Preparare un contenitore con carta assorbente per posare i funghi fritti. Mettere l'olio in un pentolino dai bordi alti, aspettare che raggiunga il punto di bollore. Passare le fette ad una ad una nell'uovo, nel pane e quindi nell'olio, dove la girerete quasi subito aiutandovi con una pinza da cucina, prima di posarle sulla carta assorbente. Portateli in tavola e lasciate che ognuno li sali a suo gusto. Con i funghi fritti una Barbera? di Asti o di Alba?

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La Barbera Di Romano Dogliotti

La barbera di Romano Dogliotti

Apro La Solista dell’Azienda Agricola “La Caudrina” di Romano Dogliotti, Barbera d’Asti DOCG 1999, per una cena a casa, pochi amici ben scelti. E anche il menu prevede pochi, e altrettanto ben scelti, piatti, tra quelli che piacciono a me: salsiccia di Bra, tajarin agli asparagi, assaggi di tome d’alpeggio. Con un finale di martin sec cotti, appunto, nella barbera. Mentre verso il vino mi chiedo: perché un moscatista della prima ora, come Romano Dogliotti, ora anche presidente del Consorzio dell’Asti DOCG, si preoccupa di vinificare  una barbera? Bene, fatta la domanda, cerco di darmi una risposta.   Dalla barbera al moscato. O viceversa Il suo moscato me l’ha versato nel bicchiere lui stesso, durante la mia  visita alla Caudrina. Nel suo racconto, un’avventura che tuttora continua, compare spesso l’immagine di suo padre, Redento, e di un progetto che li ha uniti da sempre. «Voleva che facessi l’aviatore – sorride al ricordo – ma già da ragazzo io pensavo al vino. Allora, erano gli anni ’60, si pigiava a mano: la pressa lavorava tutta la notte e si dormiva due ore quando andava bene…Ma siamo stati noi tra i primi a imbottigliare il moscato, quando nessuno ancora ci credeva! » E  mentre…

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