Stasera si va all’Osteria dalla Badessa
Se siamo in un’osteria…
Un’osteria di quelle autentiche, nel verde della campagna cuneese appena fuori dal centro di Perveragno, dove si cucinano i piatti della tradizione, si fanno “serate a tema”, si possono organizzare feste familiari, ma si può anche semplicemente prenotare – questo sì, è indispensabile – per una cena tra amici. Quello che invece non ci sentiamo di consigliare, pur in questa simpatica sala allegramente arredata con gli oggetti più disparati della tradizione contadina, è una romantica cenetta a due, che verrebbe disturbata assai dalla totale mancanza di insonorizzazione del luogo. Ma siamo pur sempre in un’osteria e anche questo è “colore locale”. O forse no?
… il vino, che posto ha?
Perché, come “deve” essere un’osteria? Qui candide tovaglie apparecchiano con eleganza i solidi tavoli di legno, su cui campeggiano sfiziosi bicchieri da vino. Sfiziosi sì, ma piuttosto inadeguati – come non lo sarebbero invece degli essenziale e ormai consueti “calici” – a valorizzare, in un locale che pur rivendica la sua identità tradizionale, il loro prezioso contenuto. Così come, al momento di scegliere una bottiglia per accompagnare la cena, l’offerta si è limitata alla vaga proposta: bianco o rosso? barbera, dolcetto, nebbiolo? Con l’aggiunta, alla nostra richiesta se ci fosse una carta dei vini, di un gentile, ma liquidatorio: “sa, questa è un’osteria“. Niente da eccepire, certo, sul nebbiolo piacione di Teo Costa, arrivato prontamente in tavola e alla giusta temperatura, ma la domanda resta: perché così poca attenzione al vino? Davvero così “deve” essere un’osteria? Perché non offrire a chi lo desidera qualche etichetta alternativa, facendola magari scegliere direttamente a lui stesso da un piccolo scaffale collocato in sala?
Però una cucina che sa fare
Ma ora veniamo al vero motivo per cui si va “all’osteria”: la cucina. Che deve essere…? Come deve essere? Difficile stabilire delle regole. Perché se c’è il rispetto delle materie prime secondo stagione, se i piatti sono quelli che la tradizione ci ha insegnato a riconoscere, se la mano di chi li prepara sa come muoversi, il gioco è fatto. Il problema si pone invece quando anche uno solo di questi elementi non viene rispettato come merita. Ma questo, qui all’Osteria dalla Badessa, davvero non succede. O almeno non è successo alla nostra cena d’autunno. Dove goloso era l’insolito gnocco fritto con il prosciutto crudo, buona l’insalata russa, fresca e invitante la battuta al coltello, e “come quello della nonna” il casalingo vitello tonnato. Poi, per continuare, ben amalgamati gli abbondanti tagliolini ai funghi e croccanti i sodi funghi fritti di stagione. Scegliamo di concludere con un classico e davvero ben eseguito bonet, senza farci mancare – e anche questo non è sempre scontato – un ottimo caffè. Potenzialità non da poco, forse valorizzabili con un attimo in più di attenzione a vino e servizio.
Info:
www.osteriadallabadessa.it