Benvenuti al Caffè dell’Orologio
Il Caffè dell’Orologio a San Salvario
L’Orologio è quello lì, un po’ monumento storico e un po’ riferimento di quartiere, appeso sul muro all’angolo tra via Morgari e via Belfiore, nel cuore di un San Salvario meno modaiolo e forse più autentico. Stretto infatti com’è tra l’impegno laico della Casa di quartiere e quello salesiano del Sacro Cuore di Maria, questo giovane Caffè – la sua apertura data dal luglio scorso – è, per sua stessa definizione, “un non-luogo” dove tutte le realtà si sentono rappresentate. Perché se è vero – sono sempre parole loro – che “in ogni città c’è un Caffè dell’Orologio“, questo è la piola dove cucina, vino, tradizioni e cultura parlano piemontese.
All’Orologio per la marenda sinoira
Siamo arrivati qui un autunnale lunedì sera, in ora di tardo aperitivo o, come è meglio dire da queste parti, di marenda sinoira. Dalla Carta del giorno, scegliendo vista l’ora le “mezze porzioni” – qui si può, evviva!- abbiamo assaggiato, nell’ordine: friciulin di patate, caldi, croccanti e morbidi al punto giusto; lumache fritte con farina di mais e maionese al bagnetto verde, tanto originali quanto davvero eccellenti; un vitello tonnato come tradizione comanda, e un altrettanto piemontesissimo tonno di coniglio con giardiniera. E in una marenda sinoira che si rispetti un ruolo importante ce l’ha anche il vino.
Etichette e bottiglie all’Orologio
E vino qui, al Caffè dell’Orologio, non ne manca davvero! Le bottiglie si affollano, fino quasi a traboccare, dagli scaffali e dagli scatoloni ancora chiusi o semiaperti che popolano il locale. La Carta dei vini parla, come è ovvio, tutte le declinazioni del piemontese, ma la pratica migliore, soprattutto se come a noi questa sera basta l’assaggio di un calice, è chiedere consiglio ai preparatissimi titolari. Che non si limiteranno e suggerirvi un’etichetta, ma parleranno con voi: di quello che vi piace e di quello che possono proporvi; di un vino che ancora non conoscete, e di quello che magari è già tra i vostri preferiti. È stato così che abbiamo incontrato, e imparato ad apprezzare, la Neretta cuneese in purezza Errante dell’azienda agricola Braccia Rese di Busca e la Vespolina delle Colline Novaresi DOC Filari del Rosa. E la marenda sinoira ha preso il posto della cena. Come da tradizione.
Info:
www.caffedellorologio.net