Una Buonissima Sagra…

Una buonissima Sagra…

Inutile insistere, tanto la ricetta non ve la daranno mai. Le “Signore dei persi pien di Vauda" uniche depositarie del segreto, che ogni famiglia di qui custodisce e difende con le proprie personali variazioni, su questo sono inflessibili. In compenso si sobbarcano volentieri, ormai da più di vent’anni, la fatica di confezionare, infornare e sfornare vassoi su vassoi, tanti da perderne il conto, del loro dolcissimo tesoro. Avanti così, senza smettere e senza stancarsi, finché dura la festa. E la festa, la “Sagra della pesca ripiena di Vauda di Rocca Canavese”, dura. Almeno per otto giorni, da un sabato all’altro nella prima settimana d’agosto, senza mai perdere il suo ritmo di continuo avvicendamento ai tavoloni della mitica Baraca: mai, nemmeno quando – ne sono personalmente testimone- la serata è di quelle da memorabile temporale estivo. E meno male che, da quest’anno, La Baraca ha un ben consolidato tetto nuovo di zecca. «Una bella spesa, ma ne è valsa la pena – ci racconta Francesco Eblovi, che, oltre ad essere chef dell’Hr Valli di Lanzo, della manifestazione è il Presidente uscente e una delle sue “anime” più vitali – Lo abbiamo realizzato con il ricavato della Sagra dello scorso anno, e ora…

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Il Porchissimo: uno chef, la sua montagna e la tradizione del maiale

Ma sarà  proprio un nimæl? Convinta che il porco fosse cosa mia –sono nata in Emilia, dove il maiale si chiama ‘l nimæl, “l’animale”, e ho detto tutto – mi sono avviata assai sicura di me alla cena del Porchissimo. Nessuno chef del Piemonte, pensavo, per quanto bravo, appassionato, e profondo conoscitore della sua tradizione può pensare di poter competere, in materia, con le arzdore della mia terra   natìa.  Nemmeno uno del calibro di Francesco Eblovi (ex Nuovo Carretto di Ciriè e ora Valli di Lanzo di Ceres) e dei suoi validi collaboratori Samuele Riva e Luigi Esposito.   Però ero curiosa. Sedersi a questa tavola per me è sempre stata un’esperienza felice, e ora che per farlo mi arrampico fin nelle verdi valli – in realtà, lo confesso, da Torino ci si arriva tranquillamente in poco più di mezz’ora – anche con una nota di divertimento in più. Perché l’aria di montagna deve aver pizzicato le corde della creatività di Francesco, che da quando è a Ceres – e cioè da nemmeno un anno – si è davvero scatenato. Non solo nel rivisitare e ripensare senza timori né pudori i suoi piatti, dai mitici “cavalli di battaglia” del Carretto…

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