Non Chiamatelo “turismo Lento” (parte Seconda)

Non chiamatelo “turismo lento” (parte seconda)

I nostri dintorni: questi sconosciuti A Pinerolo il pulmino ci lascia nella parte alta della città, sul piazzale della Basilica di San Maurizio,  testimone di un tempo in cui era qui il centro della vita economica e politica dell'antico ducato. La sua fondazione risale infatti almeno all'XI sec. e con i continui restauri arriva fino al XIX. Ora però  di quel passato glorioso resta soltanto il ricordo e, se non altro, lo splendido panorama che da qui si gode e che nelle belle giornate permette di spaziare con lo sguardo fino a Torino. Attira a un tratto la nostra attenzione un curioso cippo marmoreo posizionato lungo il viale d'accesso alla Basilica. Ricorda che qui  erano il Castello e le mura della Cittadella, ora scomparsi del tutto ma ancora al centro di racconti suggestivi. Si dice infatti che nei  loro sotterranei sia stato a lungo imprigionato anche il misterioso personaggio nascosto  dalla leggendaria "Maschera di ferro". E così, fantasticando, iniziamo la discesa a valle imboccando via Principi d'Acaja. Percorrendo Pinerolo Lungo questo percorso storico, che collegava l'alto centro cittadino con la zona pianeggiante, incontriamo l'eleganza dei palazzi nobiliari tra medioevo e rinascimento, tra cui il Palazzo D'Andrade, più noto come La…

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Non Chiamatelo “turismo Lento”

Non chiamatelo “turismo lento”

Un itinerario di prossimità nelle terre del Pinerolese In un contesto nel quale il turismo sembra precipitato in una crisi dalla quale fatica a risollevarsi, ad essere riscoperto è stato il turismo di prossimità. Quello che, senza grandi spostamenti, consente di scoprire mondi suggestivi a pochi passi da casa. Eccoci dunque su un pulmino che, in 15 minuti, dalle porte di Torino ci porta ad Orbassano. A Orbassano, dove c'è una cascina del '500 Qui ad attenderci c'è la Cascina Gorgia, oggi un agriturismo dalle molte sfaccettature all'interno del Parco di Stupinigi, che  ancora trasuda il fascino dei secoli che si porta addosso. Ad attendere i visitatori nel Parco - 10.000 mq recintati - troverete una carrozza d'epoca pronta ad accompagnarvi in un suggestivo tour d'altri tempi. Qui i bambini possono giocare in sicurezza in uno spazio organizzato per loro, o prenotarsi per altre attività: dal contatto con gli animali della fattoria alle incursioni in cucina dove mettere le mani in pasta. E la cucina è ovviamente quella del territorio, con una vasta sala ristorante per ospitare cerimonie e  matrimoni ma aperto anche alla sosta dei turisti in visita. Che qui possono poi fare la spesa allo Spaccio di vendita:…

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La Lodze, Un Ristorante Sulle Alpi

La Lodze, un ristorante sulle Alpi

  C’era un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui a Bessans, piccolo borgo della Val Cenis appena al di là del confine francese sulle Alpi, tutte le case avevano una lodze: un balcone “chiuso” da ogni lato per preservare persone e cose dal gelo dell’inverno. Ne hanno lasciato intatto uno solo le violenze insensate della guerra, in una maison proprio nel cuore del piccolo centro storico: il Restaurant  La Lodze, dove vengono accolti con lo stesso calore ospitale gli abitanti del luogo come i turisti di passaggio. E dove Stéphanie, la “cheffe”, sa come deliziare tutti con le specialità locali: autentiche ricette tramandate in famiglia e accostate alle creazioni della sua fantasia. Una cucina, come è ovvio, tutta a km0, grazie alla produzione degli artigiani di Bessans…   Le ricette della nonna A La Lodze siamo arrivati seguendo il progetto Montagne à la carte ideato da Turismo Torino/Tourisme du Goût: 21 ristoranti di montagna, italiani e francesi, in cui scoprire i piatti tipici di una zona delle Alpi che ha tanto in comune in fatto di storia e tradizioni. Come noi stessi abbiamo sperimentato, appena entrati nella saletta del ristorante, dove il legno della struttura e degli arredi, insieme con…

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Urbania: Un’Italia Da Scoprire

Urbania: un’Italia da scoprire

Si trova nelle Marche, poco distante da Pesaro-Urbino, ma la leggenda ne parla come di una Bologna in miniatura. “Quando si costruì Casteldurante i maestri muratori furono mandati a Bologna con dei mazzi di canne per misurare la larghezza delle vie e dei portici di quella città. Fatto ciò si incamminarono per il ritorno ma, stanchi, cominciarono ad usare quelle misure come bastone da viaggio che presto si accorciarono. Di conseguenza … tutto fu più piccolo nella nuova città delle Marche”. Stiamo parlando di Urbania, alias Casteldurante, alias Castel delle Ripe. Perché l’altra curiosità che la caratterizza sta proprio nella storia del suo nome, cambiato per ben tre volte dai capricci della storia: dal 1636 è Urbania, in onore di papa Urbano VIII, che la elevò a Diocesi convertendo il città il suo Castello. Qui, nel Palazzo in riva al fiume Metauro, autentico “luogo delle delizie”, durante il Rinascimento i Duchi della Rovere passavano le vacanze fra belle dame e poeti, ritemprandosi dalle fatiche della guerra. L’ultimo di loro, Francesco Maria I Della Rovere, stabilì qui la sua residenza, stregato dalla magia dei luoghi e morì proprio a Casteldurante nel 1631. Ora, dopo 400 anni, è arrivato per lui il momento di tornare…

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