Non chiamatelo “turismo lento” (parte seconda)
I nostri dintorni: questi sconosciuti
A Pinerolo il pulmino ci lascia nella parte alta della città, sul piazzale della Basilica di San Maurizio, testimone di un tempo in cui era qui il centro della vita economica e politica dell’antico ducato. La sua fondazione risale infatti almeno all’XI sec. e con i continui restauri arriva fino al XIX. Ora però di quel passato glorioso resta soltanto il ricordo e, se non altro, lo splendido panorama che da qui si gode e che nelle belle giornate permette di spaziare con lo sguardo fino a Torino. Attira a un tratto la nostra attenzione un curioso cippo marmoreo posizionato lungo il viale d’accesso alla Basilica. Ricorda che qui erano il Castello e le mura della Cittadella, ora scomparsi del tutto ma ancora al centro di racconti suggestivi. Si dice infatti che nei loro sotterranei sia stato a lungo imprigionato anche il misterioso personaggio nascosto dalla leggendaria “Maschera di ferro”. E così, fantasticando, iniziamo la discesa a valle imboccando via Principi d’Acaja.
Percorrendo Pinerolo
Lungo questo percorso storico, che collegava l’alto centro cittadino con la zona pianeggiante, incontriamo l’eleganza dei palazzi nobiliari tra medioevo e rinascimento, tra cui il Palazzo D’Andrade, più noto come La Casa del Senato, oggi sede di mostre d’arte, e la quattrocentesca Casa del Vicario, con i suoi suggestivi affreschi gotici ancora molto ben conservati. Siamo così arrivati all’angolo tra via Principi d’Acaja e via Trento, da dove ci si avvia verso il centro cittadino: la Pinerolo “moderna”. Ad attenderci, sulla piazza del Duomo, la solennità della Cattedrale di San Donato, affiancata dai portici dello “struscio” all’ora dell’aperitivo. Forse anche per noi una sosta non sarebbe male, ma il pullman, implacabile, ci attende. E poi lo chiamano “turismo lento”!
Da Pinerolo a Piossasco: Casa Lajolo
Ma sulla via del ritorno verso Torino, c’è ancora il tempo per un’ultima visita.
Ritornati verso Piossasco, deviamo verso via San Vito. Qui si apre per noi il cancello di un piccolo mondo magico, una parentesi fuori dallo spazio e dal tempo: la settecentesca Casa Lajolo.
È una villa di campagna dal fascino rimasto intatto, con i suoi splendidi giardini – all’italiana e all’inglese – che un’alta siepe di tassi dovrebbe separare. Il condizionale è d’obbligo perché – come Alice che oltrepassa lo specchio – si passa dall’uno all’altro con un “tuffo magico” che regala un brivido di emozione. E che non vi farà davvero rimpiangere di essere rimasti a fare due passi “dietro casa”.
Info:
Facebook: Cia Agricoltori delle Alpi
www.casalajolo.it