Ad Asti C’è L’Hotel Castello…

Ad Asti c’è l’Hotel Castello…

Pochi passi in salita, lasciata l’auto nell’ampio parcheggio al di là della strada – ma di lato c’è anche un facilmente accessibile ingresso disabili – e la città è già dimenticata. Una felice posizione, accanto alle Antiche Mura cittadine, e un’accurata attenzione all’acustica degli spazi interni hanno fatto dell’Hotel Castello e del suo Ristorante Cambiocavallo, aperto anche agli ospiti esterni, due luoghi per una sosta davvero rilassante.   Un hotel italiano… Girando per le stanze dell’hotel, due sono gli aspetti che subito colpiscono favorevolmente: la generosità dello spazio e i bagni – evviva – tutti dotati di finestre. E l’apparente semplicità degli arredi riflette invece una essenziale sobrietà d’intenti, dove nulla è superfluo ma tutto è stato attentamente pensato. Di sicuro una sorpresa soprattutto per gli stranieri che qui cominciano ad arrivano numerosi – l’affollatissima Langa è proprio a due passi – e che così potranno apprezzare l’autentica ospitalità italiana. Che continua, piacevolmente, al momento dei pasti.   …e un ristorante monferrino Un menu davvero generoso quello proposto da Pier Mario Monzeglio, il giovane nuovo chef impegnato nelle cucine del Cambiocavallo, il ristorante dell’Hotel Castello. Un trionfo il suo bollito misto con le salse, omaggio al Monferrato, come pure la…

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A Volte Ritornano: La Bagna Cauda!

A volte ritornano: la Bagna Cauda!

L’appuntamento annuale è imperdibile, specialmente quando, come è successo quest’anno, le prime brume autunnali arrivano di colpo, dopo un dolcissimo e soleggiato ottobre. Così anche la voglia di Bagna Cauda ti prende all’improvviso, un sabato di pioggia in campagna. E allora…detto e fatto! Per la ricetta vi rimando a quella canonica, che anche questa volta ho seguito fedelmente.   Bagna Cauda: quali verdure? Dove invece ho spaziato sono state le verdure. La tradizione prevede un po’ di tutto, a seconda dei luoghi, delle abitudini e…di quello che passa il convento! Tra ultimi frutti dell’orto e una visita al mercato, ho deciso per: peperone giallo: lasciato per metà crudo e per metà passato velocemente sulla griglia già tagliato topinambur, alias i piemontesissimi ciabinabô i miei preferiti: come da manuale, tagliati sottilissimi dopo averli rapidamente lavati e strofinati perché pelarli è impossibile ravanello: non così scontato, tagliato a fette sottili melanzana e zucchino: un classico, tagliati a fette e grigliati cipollotti: anche loro un grande classico, che i preferisco ai più aggressivi porri, puliti e tagliati a pezzi patata e cavolfiore: imperdibili, lessati e tagliati a pezzi grossolani pomodoro: forse una novità, ma so che c’è chi lo usa; fresco e gradevole, ma…

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Bagna Cauda Day In Avvicinamento: Sarà Un Autunno “cardo”?

Bagna Cauda Day in avvicinamento: sarà un autunno “cardo”?

C’erano una volta gli anciuè, che dalla Val Maira, nell’Alto Cuneese, scendevano in pianura a vendere le acciughe sbarcate in Liguria da tutto il Mediterraneo. Si spingevano lontano, nelle città del Piemonte, ma anche a fiere e mercati del Nord Italia E più lontano ancora: Marsiglia, la Svizzera, Buenos Aires, Cordoba… Una vera e propria “montagna” di acciughe catapultate a valle, a solleticare l’inventiva, sostenuta da un atavico appetito, dei nostri avi contadini, complice la stagione della prima svinatura. È questa l’origine dei due piatti “principe” della tavola piemontese: il Bagnet Verd e, soprattutto, la Bagna Cauda!    Bagna cauda, un rito contadino Acciughe sotto sale, aglio e olio. Ma attenzione: non l’extravergine di oliva cui oggi tengono tanto nutrizionisti e chef stellati. Nel Seicento, o forse già nel Cinquecento o prima ancora, in Piemonte si consumava olio di noci e di nocciole: ritorno prezioso oggi, insieme con un “pezzetto di burro”, nelle ricette più rigorose. Perché della Bagna Cauda esistono tante varianti, almeno quante sono le famiglie che da generazioni se ne tramandano la tradizione. Piccole sfumature soltanto, in qualche caso; variazioni radicali, in altri, come insegnano le  ultime declinazioni ad uso di vegani o, perché no?, di intolleranti…

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