Erbaluce, Questo Non-più-sconosciuto

Erbaluce, questo non-più-sconosciuto

Grazie a Alessandro Felis, che ha guidato la serata con il consueto, signorile, savoir faire, quella che poteva essere semplicemente una degustazione di alcune annate di Erbaluce spumante ha invece spalancato una finestra su una realtà finora rimasta un po’ ai margini del panorama vitivinicolo piemontese. Palazzo Birago, roccaforte di questi affollati giorni di Bocuse off, ha ospitato nell’eleganza della “sala blu” un nutrito gruppo di produttori venuti, e venuti insieme, a presentare i loro vini. I produttori Cooperativa Produttori Erbaluce; la Cantina della Serra; Orsolani Erbaluce; La Masera; Castello di Azeglio; Cieck; Cantina Gnavi; Giacometto Bruno; Santa Clelia; sono questi i produttori che, presentando la versione spumante dei loro vini, ultima nata nella tipologia Erbaluce che comprende le più note versioni fermo e passito, hanno in realtà raccontato molto altro. Hanno parlato di vino, di territorio, di passioni, di fatiche accompagnate da entusiasmi e delusioni. In una parola: storie di viti…e di vita. Erbaluce anche spumante: perché? Perché, in un tempo di “bollicine” dominanti, l’Erbaluce esprime al meglio, nella tipologia spumante, le sue caratteristiche di freschezza, sapidità, spiccata mineralità. E, soprattutto, in un panorama di spumantizzazioni che comunque utilizzano vitigni internazionali – chardonnay e pinot noir – sul modello…

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Il Gavi: Un Vino Davvero Cortese

Il Gavi: un vino davvero Cortese

Cortese è un bel nome per un vino, evocativo di lontani scenari di medievali tornei, danze, cacce. E l’aggiunta “di Gavi” richiama la leggenda della bella principessa che gli diede il nome, conferendogli anche quel tocco di nobiltà che gli spetta per nascita. Furono infatti i vescovi di Genova prima e i Marchesi Doria poi a farsi coltivare le vigne qui, in terra alessandrina, tra la collina e il mare. Così terso e trasparente, il bianco Cortese di Gavi, da apparire a prima vista tanto poco “piemontese” da aver a lungo faticato per farsi riconoscere nella sua giusta collocazione dal pubblico dei non “addetti ai lavori”. Invece, come i grandi rossi che lo circondano, è un vino che può essere longevo, sempre che si abbia il coraggio di lasciarlo invecchiare, senza cedere alla tentazione di berlo subito, quando è giovane, fresco e profumato.   A Gavi, la Carta del Vino Responsabile   Come gli antichi paladini da cui discende, è toccato quindi al Gavi battersi per difendere i valori in cui tutti i buoni produttori di vino dovrebbero riconoscersi. È nata dunque per merito suo, e proprio alla Tenuta La Centuriona dove nel 1859 il marchese Luigi Cambioso impiantò i…

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Il Dolcetto, Questo Sconosciuto… Ma Non A Montelupo Albese

Il Dolcetto, questo sconosciuto… ma non a Montelupo Albese

È lui, il piemontesissimo Dolcetto, il vino che esprime al meglio il senso delle radici contadine e vignaiole di questa terra. Diffuso con ben tredici denominazioni d’origine in sei diverse zone di produzione, tutte comprese in quelle Langhe ormai così note in tutto il mondo da quando l’Unesco le ha riconosciute Patrimonio dell’Umanità. Eppure, eppure… al di fuori dei confini della Regione, appena “varcato il Ticino” tanto per intenderci, il Dolcetto diventa un illustre sconosciuto. Complice forse il nome, da cui nasce l’equivoco. Perché il Dolcetto non è affatto un vino dolce, ma semplicemente quello che viene da un dussett , un piccolo dosso, un “dolce declivio” , su cui un tempo si coltivavano le viti di famiglia, con cui fare il vino di casa. E quindi la scommessa del Dolcetto, giovane vino nonostante il suo lungo e nobile passato, è appena cominciata e ora si prepara ad affrontare nuovi mercati.   Montelupo Albese: la scommessa del Dolcetto Una scommessa che sta portando avanti con determinazione un gruppo di produttori di Montelupo Albese, un pugno di case tra le vigne a due passi da Alba. Matteo Destefanis, Teresio Brangero, Claudio Giachino, Giorgio Sobrero, Raffaella e Maurizio Marello hanno scelto di…

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Ca D’Or Wine: Una Cantina In Franciacorta

Ca d’Or Wine: una cantina in Franciacorta

“Avere un ottimo vino è importante, anzi indispensabile, ma non sufficiente. Bisogna sapersi distinguere nell’eleganza perché cosi vuole la tradizione”. La convinta affermazione è di Stefano Rangoni, il giovane titolare di  Ca' d'Or Wine, azienda vitivinicola a Borgo Santa Giulia, tra le colline moreniche del Lago d’Iseo in Franciacorta. Una nobiltà che, a partire dal ricordo delle aristocratiche origini veneziane – la corona sul marchio aziendale – ha elaborato il progetto entro cui far crescere lo sviluppo dei propri vini.   Ca’ d’Or interpreta la Franciacorta Bollicine, innanzitutto. Perché questa è la vocazione natale della Franciacorta; e anche perché questo è l’unica arma con cui combattere alla pari, sul mercato delle bubbles, la concorrenza sempre più agguerrita delle confinanti colline del prosecco. Ed ecco la sequenza che Stefano, come un antico cerimoniere, ha scelto per dilettare i suoi ospiti, in un crescendo ben orchestrato di profumi e sapori.   Ca’ d’Or: bollicine, bollicine… Dal solido Blanc de Blancs millesimato 2016, che si affina tranquillamente in bottiglia; .all’emozionante - il più simile ai “francesi” d’Oltralpe- brut Noble Cuvée dai complessi profumi; fino al setoso Satèn, dai profumi di frutta gialla; per concludere col fresco e fruttato Noble Rosé, dall’antico color rosa…

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