Melanzane Di Fine Stagione: Si Può Fare!

Melanzane di fine stagione: si può fare!

In questo scampolo di fine estate che sta per scivolare nell'inverno, anche l'orto sta continuando a dare i suoi frutti, tra cui le ultime melanzane. Non più così piene ed esuberanti  da poterle utilizzare nature, o comunque con il minimo di elaborazione possibile: allora che cosa farne? Un aiuto viene dal Quaderno della mamma, dove ho trovato la ricetta delle polpette. Per un sostanzioso antipasto; per un secondo vegetariano, anzi quasi vegan se non fosse per le uova necessarie a legare; o per accompagnare un aperitivo un po' più sfizioso del solito. Ecco dunque la ricetta INGREDIENTI (per 4 persone): 2 melanzane lunghe di media grandezza 2 cucchiai di parmigiano grattugiato 2 uova pangrattato q.b. un pizzico di zucchero basilico, prezzemolo, noce moscata, sale, pepe q.b. farina per infarinare le polpette olio vegetale per friggere PREPARAZIONE: Sbucciate le melanzane, tagliatele e pezzi e privatele dei semi, quindi gettatele in acqua bollente già salata e lasciatele cuocere per 10/12 minuti. Dovete poi scolarle e strizzarle con cura, avvolte in uno strofinaccio, come vuole la tradizione,  o anche, come faccio io, schiacciandole con un batticarne in uno scolapasta; mettetele quindi in un tritatutto elettrico insieme con gli altri ingredienti: parmigiano, uova, prezzemolo…

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Ci Sono, Ci Sono Ancora I Bàcari

Ci sono, ci sono ancora i bàcari

All'ombra di San Marco... Sembravano quasi spariti, soffocati dal tripudio di pizzerie, tavole calde, snack bar, e tutto il resto  che sta - ahimé - dilagando per Venezia, sotto questo aspetto forse non più così Serenissima... E invece eccoli di nuovo al loro posto, così come la tradizione li voleva: sempre nelle calli interne, defilati per quanto possibile dai percorsi turistici più affollati, magari con pochissimi o addirittura senza posti a sedere. Perché al bàcaro si viene, o almeno così dovrebbe essere, per un cicheto e un'ombreta. E pazienza se poi c'è anche chi chiede una coca o uno spritz. ...una sosta per un cicheto Per fermarsi al bàcaro non c'è una ragione precisa. Certo, se ci arrivate alle ore canoniche li troverete più affollati, ma potrebbe anche capitare di trovarli chiusi. Come All'Arco Venezia 436, vicino al Ponte di Rialto, di sicuro uno dei più antichi e, almeno a parer non solo nostro, con una  offerta tra le migliori, che segue il ritmo del vicino mercato e chiude quindi alle 14.30. Noi ci siamo arrivati quasi al limite, limitando seppur di poco l'inesorabile coda iniziale alla cassa. Così siamo però riusciti a conquistarci un posto a sedere - sono…

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Funghi, Finalmente! Ecco Il Secondo Di Funghi

Funghi, finalmente! Ecco il secondo di funghi

Il secondo piatto con i primi funghi dell'anno 2022: li ho fatti fritti. Troppo belle le cappelle dei porcini (i gambi sono finiti nel sugo per i tajarin) per pensare a un uso diverso. Quindi li ho puliti (senza lavarli, ovvio), li ho affettati, passati nell'uovo, poi nel pan grattato e poi nell'olio: un pezzo  per volta, con calma... Ed ecco il risultato: superlativi! INGREDIENTI (per 2 persone): 2 cappelle di porcini di medie dimensioni 1 uovo un mezzo bicchiere di pangrattato olio di girasole per friggere sale, q.b. PREPARAZIONE: Dopo aver pulito le cappelle, affettarle con attenzione. Preparare in un piatto l'uovo sbattuto con un po' di sale, in un altro il pan grattato. Preparare un contenitore con carta assorbente per posare i funghi fritti. Mettere l'olio in un pentolino dai bordi alti, aspettare che raggiunga il punto di bollore. Passare le fette ad una ad una nell'uovo, nel pane e quindi nell'olio, dove la girerete quasi subito aiutandovi con una pinza da cucina, prima di posarle sulla carta assorbente. Portateli in tavola e lasciate che ognuno li sali a suo gusto. Con i funghi fritti una Barbera? di Asti o di Alba?

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L’Erbaluce Passito? Provatelo Con La Colomba!

L’Erbaluce passito? Provatelo con la Colomba!

Con Pasqua ormai alle porte la festa questa volta si farà? A ogni buon conto noi ci siamo, come si dice,  portati avanti con i lavori, incontrando gli amici per un primo brindisi. L'occasione è stata la presentazione, da parte della Cantina dei Produttori Erbaluce di Caluso, della loro attività e dei loro vini. Una storia, quella della Cantina, iniziata nel 1975 con 13 soci e che ora ne conta ben 160, circa l'80% dei produttori di Caluso. "La Cantina dei Produttori  - spiega il presidente Bartolomeo Merlo - era nata come forma di aggregazione di un gruppo di agricoltori che lavoravano anche in fabbrica. Il nostro obiettivo, già allora, non era soltanto quello di produrre insieme il vino, ma anche quello di evitare l'abbandono delle nostre colline. Direi che in questi anni qualche obiettivo l'abbiamo raggiunto!". Una ragione in più per festeggiare insieme.   L'Erbaluce a Posto Ristoro La location scelta per l'evento è un luogo davvero singolare. Si chiama Posto Ristoro ed è un tapas bar situato all'interno di un ex- officina meccanica riconvertita in palestra, che condivide  lo spazio disponibile con attività di  coworking e con una galleria d'arte. Il tutto, in totale anonimato, nel cortile di…

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Non Chiamatelo “turismo Lento”

Non chiamatelo “turismo lento”

Un itinerario di prossimità nelle terre del Pinerolese In un contesto nel quale il turismo sembra precipitato in una crisi dalla quale fatica a risollevarsi, ad essere riscoperto è stato il turismo di prossimità. Quello che, senza grandi spostamenti, consente di scoprire mondi suggestivi a pochi passi da casa. Eccoci dunque su un pulmino che, in 15 minuti, dalle porte di Torino ci porta ad Orbassano. A Orbassano, dove c'è una cascina del '500 Qui ad attenderci c'è la Cascina Gorgia, oggi un agriturismo dalle molte sfaccettature all'interno del Parco di Stupinigi, che  ancora trasuda il fascino dei secoli che si porta addosso. Ad attendere i visitatori nel Parco - 10.000 mq recintati - troverete una carrozza d'epoca pronta ad accompagnarvi in un suggestivo tour d'altri tempi. Qui i bambini possono giocare in sicurezza in uno spazio organizzato per loro, o prenotarsi per altre attività: dal contatto con gli animali della fattoria alle incursioni in cucina dove mettere le mani in pasta. E la cucina è ovviamente quella del territorio, con una vasta sala ristorante per ospitare cerimonie e  matrimoni ma aperto anche alla sosta dei turisti in visita. Che qui possono poi fare la spesa allo Spaccio di vendita:…

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Beaufort AOP: Un Territorio E Il Suo Formaggio

Beaufort AOP: un territorio e il suo formaggio

Sprigiona un aroma delicato di fiori e la sua fetta, appena tagliata, trasluce di un avorio caldo, morbido e compatto. In bocca si lascia andare senza opporre resistenza, regalando al palato un retrogusto caldo e delicato. Parliamo  del Beaufort AOP, gioiello di nicchia prodotto dalla Coopérative Laitière de Haute – Maurienne Vanoise,  nel cuore del Parc National de la Vanoise sul confine franco-italiano delle Alpi. Lo abbiamo conosciuto grazie al progetto Turismo del Gusto/Tourisme du Goût ed è stata davvero una piacevolissima scoperta.   Una Cooperativa di frontiera Durante la visita alla sede della cooperativa a Lanslebourg, in una limpida giornata di sole di inizio estate, il paesaggio che ci circondava era la miglior conferma alle parole di chi ce ne raccontava storia e lavoro. Tra i 1500 e i 2500 metri delle cime tutte intorno era facile immaginare tranquille mandrie di vacche Tarine e Abondance intente al pascolo estivo. Il loro latte, raccolto almeno una volta al giorno, viene subito trasformato secondo il rigido disciplinare che impone di mantenerlo sempre a bassa temperatura – il Beaufort è un formaggio a latte crudo – e infine pressato nella caratteristica forma concava. Pronto, dopo l’opportuna stagionatura, per essere assaggiato…   Beaufort…

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El Bertu: Metti Un Bianco In Terrazza Una Sera D’estate…

El Bertu: metti un bianco in terrazza una sera d’estate…

E questa è stata la volta di El Bertu, l’ultimo nato in casa Autin. Perché Mauro Camusso è davvero inarrestabile: più passa il tempo e più la sua passione per il vino lo spinge a tentare sfide sempre più stimolanti. Come quella di mettere alla prova, lontano dai suoi placidi Colli Tortonesi, un vitigno non proprio facilissimo come il Timorasso, e convincerlo ad esprimersi in un dialetto dalle sfumature diverse da quelle abituali. Vi raccontiamo come è andata.   El Bertu I nomi dei vini, in casa Autin, non sono mai casuali: una persona, un ricordo, un affetto… Che rimanda sempre alla storia di famiglia, al sottile fil rouge della tradizione, che un po’ conserva e un po’ tradisce. Come è giusto che sia, quando si viene dal passato ma si guarda lontano. Qui abbiamo un vitigno che affonda le sue radici, e non solo metaforiche, nel passato della terra piemontese, ma che ora, a Campiglione Fenile, sta rivelando aspetti inediti di un potenziale ancora da esplorare a fondo. «Terreni ghiaiosi questi – ci spiega Elisa Camusso, futuro ingegnere minerario anche lei contagiata dalla passione per il vino – che hanno dimostrato di essere molto adatti ai bianchi, per questo…

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100Vini&Affini: Dove, Se Non Al Green Pea?

100Vini&Affini: dove, se non al Green Pea?

Non manca certo, né poteva essere diversamente, l’attenzione al food nel panorama di Green Pea, il primo Green Retail Park al mondo.  Dedicato al tema del Rispetto e a quello della Sostenibilità, il suo ideatore, Oscar Farinetti, ha voluto che nascesse a Torino, la città – sono parole sue – “più innovativa d’Italia”. Eccolo, in tutta l’imponenza dei suoi cinque piani e dei suoi 15.000 mq, questo originale pisello verde pronto a cambiare il mondo, o per lo meno a intervenire in certe nostre modalità di approccio a bisogni e abitudini: l’energia, il movimento, la casa, l’abbigliamento, il tempo libero… e dunque anche il food. Perché, ne è convinto Oscar Farinetti, from duty to beauty: dobbiamo sperimentare una nuova attenzione sociale e un nuovo modo di intendere il consumismo. Una sensibilità, questa, che Davide Pinto di Affini ha dimostrato già da tempo di possedere e saper mettere in pratica.   100Vini&Affini: dove il green si fa Bellezza All’ingresso del terzo piano di Green Pea, quello dedicato, appunto, alla Bellezza, subito si apre davanti al visitatore la curiosa sagoma di un elegante bistrot in divertente stile pop: 100Vini&Affini.Terza insegna del gruppo Affini, dopo Affini San Salvario Riv.1 e Affini Porta Palazzo Riv.2,…

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Hermanos Frias De Val: Un Vino Dalla Rioja

Hermanos Frias de Val: un vino dalla Rioja

La prima emozione è quella della scoperta: del luogo, del suo paesaggio, del vino. La seconda, meno immediata ma proprio per questo più intensa, è quella della giusta condivisione di quel vino, in altro tempo e in altro contesto. E allora vuol dire che ci siamo. Succede di rado, ma succede. Come con questa bottiglia degli Hermanos Frias de Val:  Spagna, Villabuena nella Rioja alavesa, una Reserva 2011 Hermanos Frias de Val, Tempranillo 100%. Non è l’unico vino che ho assaggiato, per la prima volta, nella loro Bodega l’estate di due anni fa: i  Blanco sono altrettanto sorprendenti. Né l’unico di cui potrei parlare per prove ulteriori, l’ultima delle quali, appunto, qualche sera fa a cena.  Ma le emozioni…meglio viverle – e raccontarle –  una alla volta!   Rioja, tierra tranquilla y amable Sono una viaggiatrice pigra, lo confesso. Poche mète al mondo valgono la rottura dei miei confortanti, e faticosamente conquistati, equilibri. Quando però questo succede, e scopro che ne è valsa la pena, ecco la meraviglia. Così è stato quando ho incontrato la Rioja. Che non conoscevo, e che adesso è entrata di diritto tra i miei luoghi del cuore. Una imprevedibile “Langa” che però si dilata allo scorrere dello…

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Bottiglie Di Vino “en Plein Air”

Bottiglie di vino “en plein air”

Il giovane Naturale Un intenso rosso porpora che profuma di frutti maturi e, appena messo in bocca, ricorda una spremuta di frutta. Di sicuro un vino curioso questo Naturale "68": resisterà alla durata di una cena? Perché questa è l’esperienza, negativa ahimè, che sto sperimentando sempre più di frequente: vini che promettono e non mantengono, involvendosi senza pietà tra il primo e il secondo piatto, senza più lasciare ricordo di sé. Questo invece, messo alla prova, si difende: l’evoluzione va in crescendo, l’agrumato della frutta lascia via via spazio a una crescente pienezza del corpo, arriviamo alla fine, della cena e della bottiglia, mantenendo persino la lunghezza del retrogusto. Unico neo è la permanente sensazione di alcolicità, che lascia fin da subito un po’ storditi: che sia questo il “naturale” dei vini “naturali”? Che poi, “naturali” rispetto a che? Come se tutti gli altri vini fossero figli della provetta. Va beh, questo non è male, ma non mi ha convinta fino in fondo: mi riprometto una prossima occasione per una prossima esperienza… naturale bis. Vino rosso "68" - Cascina 'Tavijn a Scurzolenghe (AL) - www.decanto.it   L’anziano Collaudato In cantina da vent’anni, correttamente e gelosamente conservato, oggi è arrivata finalmente…

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