Ci sono, ci sono ancora i bàcari
All’ombra di San Marco…
Sembravano quasi spariti, soffocati dal tripudio di pizzerie, tavole calde, snack bar, e tutto il resto che sta – ahimé – dilagando per Venezia, sotto questo aspetto forse non più così Serenissima… E invece eccoli di nuovo al loro posto, così come la tradizione li voleva: sempre nelle calli interne, defilati per quanto possibile dai percorsi turistici più affollati, magari con pochissimi o addirittura senza posti a sedere.
Perché al bàcaro si viene, o almeno così dovrebbe essere, per un cicheto e un’ombreta. E pazienza se poi c’è anche chi chiede una coca o uno spritz.
…una sosta per un cicheto
Per fermarsi al bàcaro non c’è una ragione precisa. Certo, se ci arrivate alle ore canoniche li troverete più affollati, ma potrebbe anche capitare di trovarli chiusi. Come All’Arco Venezia 436, vicino al Ponte di Rialto, di sicuro uno dei più antichi e, almeno a parer non solo nostro, con una offerta tra le migliori, che segue il ritmo del vicino mercato e chiude quindi alle 14.30. Noi ci siamo arrivati quasi al limite, limitando seppur di poco l’inesorabile coda iniziale alla cassa. Così siamo però riusciti a conquistarci un posto a sedere – sono ben quattro i tavolini, solamente all’aperto – naturalmente dopo una paziente attesa: un bàcaro ti insegna anche a non avere fretta!
Bàcari e…bàcari
E poi ci sono bàcari che la tradizione hanno saputo adattarla al mutare del tempo pur senza troppo concedere alle mode: più spazio ai tavolini, un orario di apertura più duttile, qualche concessione ai gusti dei cicheti. Ne abbiamo incontrato uno assai piacevole proprio nel cuore di Venezia: Magna Bevi Tasi al Campo Santi Filippo e Giacomo. Cortesia nell’accoglienza, non troppa difficoltà a trovare posto e fresca qualità delle materie prime.
Già, perché in un bàcaro che cosa si mangia? Per scoprirlo non c’è che un modo: venire qui, a Venezia. E diffidate dalle imitazioni!
Info:
Facebook: All’Arco Venezia 436
www.magnabevitasi.it