A Cascina Danesa si brinda col sidro
Il sidro più interessante dell’anno? L’ho assaggiato dietro casa, nelle campagne della Val Pellice tra Torino e Pinerolo. Dove lo produce Cascina Danesa, un’azienda agricola che ha fatto della coltivazione biologica la sua filosofia di lavoro e di vita. «Abbiamo intrapreso questa strada innanzitutto per noi – ci racconta Paolo Priotti mentre ci accompagna nel frutteto – per non avvelenarci facendo questo mestiere! Ma lo abbiamo fatto anche per preservare l’ambiente in cui tutti viviamo: rispetta la natura e anche lei ti rispetterà».
La tradizione delle mele antiche
Eccole, le mele di Paolo e Claudio Priotti, le vecchie varietà di mele piemontesi. Dalla renetta grigia alla jonagold alla runzè alla magnana, affiancate da qualche filare di pere: abate, kaiser, madernassa. Frutta non sempre simile, all’aspetto, a quella che siamo soliti trovare sugli scaffali dei supermercati ma non è certo questo l’obiettivo che qui ci si prefigge: «Come diceva sempre mio nonno – continua Paolo – la frutta deve prima di tutto essere buona, poi deve anche essere bella». E con questa chiara indicazione ben stampata in mente, l’azienda è passata di mano, da una generazione all’altra.
Un sidro…poco tradizionale
Ma rispettare la tradizione significa anche saper traghettare il passato verso il futuro. Per questo tra le varie tipologie di trasformati che dalla frutta si possono realizzare qui a Cascina Danesa hanno deciso di privilegiare il sidro. Una bevanda sicuramente più diffusa nel mondo anglosassone che in Italia, ma che la realtà sempre più in espansione del “villaggio globale” ci sta abituando ad apprezzare. Soprattutto quando, come nel caso del sidro di mele secco e frizzante che Paolo ci ha fatto assaggiare ci si trova di fronte a una piacevole sorpresa. Fresco e lievemente acidulo, con una spiccata nota fruttata, non ha niente da invidiare a una più blasonata “bollicina” servita come aperitivo o, perché no, anche a tutto pasto.
«Lo facciamo rifermentare in bottiglia come un metodo classico – ha spiegato Paolo – e raggiunge circa gli 8° acoolici. La ricetta? Eh, no quella davvero non ve la do: venite a berlo qui da me!» Noi, per sicurezza, qualche bottiglia ce la siamo portati a casa: giusto per non rimanere senza…
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