Crostata: Con Il Natale Alle Porte, Perché No?

Crostata: con il Natale alle porte, perché no?

Finalmente mi sono decisa e ho fatto la crostata. Che ne avessi voglia, era da un po’. Ma la dieta, la terribile, sempre incombente, dieta, mi ha trattenuto. Perché la crostata, vi avverto, è tra i dolci più calorici che conosca: burro, zucchero, farina, uova e marmellata! Che poi sia buona, buona davvero, e anche assolutamente genuina, è un altro discorso. Difatti va benissimo se avete dei bambini, per loro è tutta salute. Per noi, “diversamente anziani” come preferisco dire, è un’altra storia. Ma tant’è…   INGREDIENTI:   farina bianca 00: gr.270 zucchero: gr. 115 burro: gr. 130 uova: 1 intero e 2 rossi odore di scorza di limone un bicchierino scarso di rum (o liquore equivalente che vi piaccia) marmellata, meglio se fatta in casa: un vasetto medio     PREPARAZIONE:   Per la pasta frolla, che si dice sempre non debba impazzire e quindi vada lavorata pochissimo, questa volta io mi sono servita dell’impastatrice. Ed è venuta benissimo! Ho usato comunque qualche minima accortezza: prima farina e zucchero insieme, qualche giro. Poi il burro, inserito a pezzetti poco alla volta. Quindi le uova, appena sbattute in precedenza. Infine la scorza di limone e da ultimo il rum. Ho…

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Risole In Quaresima

Risole in Quaresima

Così, per festeggiare l’arrivo della mia nuova planetaria, acquisto oltremodo azzeccato che consiglio vivamente, ho deciso di impastare. E di fare le risole. Un ricordo d’infanzia, questa volta legato al Piemonte, in particolare alla signora Maggiorina, la vicina di casa con cui la mamma aveva stretto una bella amicizia. E con cui lo scambio di ricette era proficuo per entrambe.   Le risole di Villanova Mondovì Le risole in questione, che poi non ho mai più ritrovato, le preparava per Carnevale la signora Maggiorina, originaria appunto di Villanova. E ai miei occhi di bambina quei fiorellini appena toccati dalla marmellata sembravano una meraviglia. Il sapore, è vero, non differiva da quello degli intrigoni materni, ma l’aspetto! Quello sì! E così ho chiesto lumi sulla loro esecuzione. Che, come sempre, è più macchinoso da spiegare che da fare.   Risole, il fiore del Carnevale La ricetta dell’impasto è quella classica, che non sto a ripetere. Una volta tirata la sfoglia, piuttosto sottile, ricavate con due bicchieri dei dischetti, uno più grande  e uno più piccolo, cui farete quattro piccoli tagli a croce nel margine. Quindi sovrapponeteli a coppie e schiacciate bene nel centro per unirli. Vanno poi fritti, uno/due alla volta, in…

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Lamponi, Fine Stagione Di Marmellata

Lamponi, fine stagione di marmellata

La pianta dei lamponi, mi dicono color-che-sanno, è un infestante– brutto vocabolo che dà però  un buon frutto – e quindi crescerà a dismisura e continuerà a produrre per tutta la sua stagione annuale. Quanto questo sia vero lo sperimento ormai da alcune estati, da quando cioè i cespugli di lamponi deliziano di profumi, colori e sapori il lato sud del Giardino. Ne ho fatto scorpacciate, ne ho regalato dosi massicce – non ne ho fatto crostate, confesso, ma sarei pur sempre a dieta… - e ora basta! L’ultima raccolta, ma credo in realtà penultima perché la messe continua, l’ho consegnata all’amica Daniela, di ritorno a casa dopo le sue brevi vacanze-in-tempo-di-covid. E lei, prontamente, ne ha fatto marmellate. Di cui ora vi trascrivo la ricetta, non si sa mai.   INGREDIENTI:   1 kg di lamponi puliti   gr.150 zucchero di canna   1 cucchiaino di agar agar (addensante naturale)/ o una bustina di pectina 3:1     PREPARAZIONE:   Pochissimi gli ingredienti e altrettanto veloce il procedimento. Unite i lamponi, ben lavati perché gli insetti li amano molto e si infilano all’interno, allo zucchero e all’agar agar/pectina e mescolate bene. Lasciate riposare per 10 minuti, poi mettete il…

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Il Giardino Dei Semplicissimi: Dolce Melissa

Il Giardino dei Semplicissimi: dolce melissa

Il suo nome pare venga dal greco, meli: dolce come il miele, davvero? Mah! La melissa del mio Giardino ha sì un sapore gradevole, però sa piuttosto di limone e profuma di menta. Certo, una dolcezza che non ha portato fortuna alla bella ninfa Melissa, di cui si era invaghito il solito dio Apollo. Troppo dedito a lei, si dimenticava spesso di portare in giro per il cielo il carro del sole, con conseguenza ovviamente nefaste per i poveri terrestri. Così gli dei intervennero, prendendosela, come è ovvio, con la povera ninfa. Trasformata, in men che non si dica, in una bella piantina verde, mentre lo sbadato Apollo trovò presto di che consolarsi. Come sempre capita in questi casi.   Semplicissima melissa, verde e rigogliosa Anche la mia melissa è una bella piantina, verde e rigogliosa: adesso non ha ancora i fiori – saranno bianco-rosa, se ben ricordo – ma è già molto piacevole a vedersi. Da quando fa parte della mia “dotazione”, mi ha sempre dato buone soddisfazioni. Intanto è perenne: va e viene da sola, senza bisogno di particolari attenzioni. Ottima nelle insalate, cui aggiunge un tocco di fresco, la uso spesso anche nelle frittate, insieme con altre…

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Marmellate Di Primavera: Rabarbaro

Marmellate di primavera: rabarbaro

La ricetta, questa volta, è dell’amica Daniela, ma interpretazione ed esecuzione sono, forzatamente,  mie: la distanza, ma soprattutto l’urgenza di sperimentare la “materia prima” ormai pronta, nel Giardino dei Semplicissimi, per essere raccolta lo esigevano. Sempre con la  supervisione delll’amica via WhatsApp sono felicemente arrivata alla fine dei miei due primi vasetti. Come,  ora ve lo racconto.     INGREDIENTI: (per due vasetti di marmellata)   gr.600 circa gambi di rabarbaro (da pulire) gr. 150 zucchero, meglio se di canna 1 limone biologico litri 1 circa di acqua     PREPARAZIONE: Pulire i gambi del rabarbaro togliendo i filamenti più duri, tagliarli a pezzetti e immergerli in un contenitore (plastica o terracotta) di medie dimensioni, in cui avrete già spremuto il limone e messo la sua buccia esterna tagliata a pezzetti. Se volete, aggiungete pure anche lo zucchero: io, questa volta, l’ho messo in fase di cottura, penso il risultato finale non cambi di molto. Lasciate riposare il tutto per una notte o più (dodici ore circa). Prima di iniziare la cottura, preparate i vasetti, procedendo alla sanificazione secondo le vostre abitudini. Io ho usato vasetti nuovi che, per precauzione ho fatto bollire qualche minuto in una pentola piena d’acqua avvolti…

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Il Giardino Dei Semplicissimi: Rabarbaro

Il Giardino dei Semplicissimi: rabarbaro

Il mio primo ricordo legato al rabarbaro è quello delle caramelle, sempre presenti nella tasca del grembiule della nonna, “che fanno bene e fanno digerire”. Subito dopo c’è quello della giapponesina dal kimono rosso, che con il suo profilo stilizzato reclamizzava una nota marca di amaro di cui, anche in questo caso, si decantavano le proprietà digestive. Sarà per nostalgia dell’infanzia che ho piantato il rabarbaro tra i miei Semplicissimi? Davvero non so rispondere: difficile decifrare l’inconscio! Comunque sia, è venuto bene e già il raccolto dello scorso anno ha dato i suoi frutti.   Semplicissimi: la magia dell’Oriente Consultando poi i sacri testi, ho scoperto che le origini della pianta del rabarbaro sono dichiaratamente orientali, mentre l’etimologia del suo nome, come noi lo conosciamo, è indiscutibilmente greca: ra- barbaros, i non meglio specificati “barbari” cui i greci attribuivano, sempre in modo vago, tutto quello che arrivava da fuori dei patri confini. Il suffisso ra rinvia anche lui allo “straniero”, fiume o mare esotico: insomma una pianta che arriva da lontano. E, come tale, di sicuro un po’ magica…   Semplicissimi: viva la marmellata! Per non sbagliare, dopo aver sentito i pareri più diversi dagli “esperti” dei dintorni – le…

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Ramassin: Marmellata O Conserva?

Ramassin: marmellata o conserva?

Stagione di ramassin. Sono quelle susine piccole e ovali, buonissime quando l’annata, come quella in corso, le produce in quantità. Le ho conosciute da quando vivo in Piemonte, e in particolare da quando le raccolgo di persona, nel frutteto di amici consenzienti, nel Cuneese. A me piacciono così, come la natura le ha fatte, ma quando sono davvero tante fare la marmellata è una tentazione. Ho scritto “marmellata” e non “conserva”, come invece diceva mia nonna a proposito della frutta. E la ricetta che segue è un adattamento, visto che lei non conosceva i ramassin, della sua “conserva di susine”. Ma l’ho provata e funziona. Perché si chiamano ramassin? La risposta più logica me l’ha data un contadino della zona: perché per raccoglierle bisogna ramassè, cioè raccoglierle da terra come per “fare pulizia”. Se invece cercate una spiegazione più nobile, accomodatevi pure.                                               DOSI: Secondo quantità, tenendo conto che: per ogni 100 gr di ramassin in natura 60 gr di zucchero se piace, la buccia e/o il succo di un limone              …

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