Un omaggio al GAVI, il più Cortese dei vini
Certo, un vino bianco in terra di rossi, di grandi rossi come sono quelli piemontesi, un po’ sorprende e un po’ fatica a farsi strada.
Difatti non è un caso se il GAVI DOCG è assai più noto, e forse più apprezzato, fuori dai confini regionali. Anche da queste parti però capita a volte di dover scegliere “un bianco”. È in momenti come questi che io, poco incline ai fruttati e alle fragili strutture, mi accorgo che il GAVI mi piace. Mi piace il vino, e mi piace anche il suo nome: breve, rude, sintetico. Che sa di boschi, di terre selvagge, di colline profumate dal mare. E che poi, quando lo conosci meglio e lo scopri figlio di un vitigno di nobili ascendenze come il Cortese, capisci che poteva nascere soltanto in Piemonte.
Il GAVI, un vino Cortese che si fa in quattro…
Io lo preferisco fermo oppure, quando mi sento in vena di frivolezze, nella versione “bollicine”. Le sue tipologie ufficiali sono però quattro: Fermo, Frizzante, Spumante e Riserva. Così almeno dal 1998, anno in cui ottiene la DOCG. Più difficile dire da quale delle tre zone del suo terroir– terre rosse, più a nord; fascia centrale, fatta di marne e arenarie; terre bianche, le marne del sud – venga la sua espressione migliore: come è giusto, scelta libera per gusti liberi.
Tutto il GAVI a Torino
Prima tappa torinese per il city tour del Consorzio Tutela del GAVI, lo scorso 16 ottobre, nella sede AIS di via Modena: una vendemmia, quella 2019, di quantità ridotta ma di ottima qualità.
Il che fa sperare, e la conferma l’ha data l’assaggio, che il profumato GAVI Fermo, dalla spiccata freschezza, sia davvero destinato a durare e migliorare con gli anni. Già, perché adesso anche per i bianchi si può serenamente parlare d’invecchiamento. Ne ha dato prova l’assaggio dell’annata 2016 Riserva, rigorosamente senza passaggi in legno: fragrante al naso, con sentori di pesca e albicocca che continuano in bocca. E davvero buono, almeno a mio parere, è stato lo Spumante Millesimato 2011: elegante perlage, note agrumate ancora dolci al palato, lunga persistenza. Dovremmo imparare, in questo sì, dai nostri amati/odiati cugini d’Oltralpe, che le bollicine le bevono a tutto pasto. E queste bollicine, s’intende! Quali altre, se no?
Info:
www.consorziogavi.com