San Quintino Resort: Appuntamento D’estate

San Quintino Resort: appuntamento d’estate

Con l’arrivo del sole di prima estate, mai come quest’anno così atteso, la memoria accarezza un ricordo. Ci vuole una tavola cui sedersi, qualcuno con cui condividerlo, il luogo giusto dove ritrovarsi: sono soprattutto queste le “cose belle”. Eccoci dunque qui, al San Quintino Resort  di Busca, dove il nostro pranzo ha inizio. La sala che ci ospita si apre, ariosa,  sul giardino fiorito; ci sono tovaglie candide sui tavoli ben distanziati, una musica appena accennata sul sottofondo e, al di sopra dell’imposto  bavaglio, ci sorridono gli occhi di chi ci accoglie. L’inizio promette.   San Quintino Resort: si comincia… La prima “cosa bella” sono gli appetizer: divertenti, fantasiosi, tutti diversi fra loro per ingredienti e sapori, come se fosse un piccolo, ma ben calibrato, percorso di degustazione.  Dal mini-bombolone  al parmigiano, al quadretto di tramezzino di anguilla affumicata, all’audace scodellino con trippa e cozze, all’assaggio di gelato di porcini e nocciole tostate, per chiudere in gloria con  la crème brûlé au fois gras. Tutto quello che arriverà in tavola dopo dovrà far i conti con questo piccolo incanto: una bella sfida!   San Quintino Resort:… e si continua Avversario di tutto rispetto gli spaghetti burro affumicato vongole ricci di mare…

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B.RILLO: Quando A Contagiare è L’entusiasmo

B.RILLO: quando a contagiare è l’entusiasmo

Se non fosse per il sorriso “imbavagliato” che ci accoglie e per la “striscia” sul pavimento che ci indica implacabile di non avvicinarci più del giusto al bancone d’ingresso, il salto all’indietro  nel tempo sarebbe perfetto. Il modo migliore per lasciarsi alle spalle, per una sera almeno, questo increscioso periodo non ancore del tutto trascorso, e rasserenarsi nel pregustare una cena molto attesa: il nostro sabato-vigilia-di- Pasqua, allora rinviato sine die. E il die è finalmente arrivato.   B.RILLO: un nome tutto da scoprire   La scelta di pochi tavoli ben distanziati e gli studiatissimi arredi essenziali, nelle due salette di questo fresco ristorante, si è rivelata vincente.  Finita la “quarantena” è bastato rendere inoffensivo il quaderno-menu, imbavagliato nella plastica “sanificata” a ogni passaggio di mano, e distanziare l’arrivo degli ospiti, rigorosamente su appuntamento, perché non si “assembrino” all’ingresso e infine…riaprire la porta! L’entusiasmo di questi due giovani, assolutamente contagioso, si è dimostrato molto più forte di qualsiasi malevolo virus. Non per nulla si chiamano B.RILLO ! E lasciamo volentieri il compito a chi ci legge di scoprire il perché.   B.RILLO: prima che cambi il menu Menu stagionale qui al B.RILLO e quindi sulla soglia del cambiamento. Noi però siamo…

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HR Valli Di Lanzo…in Fiore

HR Valli di Lanzo…in fiore

E sono tornata! Come se fosse – ma in effetti lo era – la cosa più naturale del mondo. Come se questi mesi di state-tutti-in-casa non fossero mai esistiti. Perché non potevo certo mancare all’ appuntamento di primavera: quello, sempre attesissimo, con l’uovo sodo e il tarassaco selvatico.   HR Valli di Lanzo en printemps La primavera quest’anno è già un po’ avanzata, ma il tarassaco ha voluto aspettarmi. «Davvero l’ultimo della stagione – ha detto Francesco, portandolo in tavola – non più così delicato, ma ancora fresco e croccante». Gli sorridevano gli occhi, al di sopra della “mascherina”, perché è lui l’artefice della raccolta di questa spontanea meraviglia, che cresce sotto l’ultima neve del Pian della Mussa e che soltanto in pochi, ormai, sanno riconoscere e apprezzare. Colori, profumi e sapori di questo piatto restituiscono senso al tempo che è passato: forse non tutto è stato inutile, se siamo di nuovo qui. E certo non è stato inutilmente speso da chi, qui al Valadess d’Lans, progetta la propria cucina.  Per esempio, arricchendola di un’inedita primavera…   HR Valli di Lanzo: fiori e food «La milanese piace sempre a tutti. Piace molto anche a noi – a parlare è la “mascherina”…

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Il Giardino Dei Semplicissimi: Dolce Melissa

Il Giardino dei Semplicissimi: dolce melissa

Il suo nome pare venga dal greco, meli: dolce come il miele, davvero? Mah! La melissa del mio Giardino ha sì un sapore gradevole, però sa piuttosto di limone e profuma di menta. Certo, una dolcezza che non ha portato fortuna alla bella ninfa Melissa, di cui si era invaghito il solito dio Apollo. Troppo dedito a lei, si dimenticava spesso di portare in giro per il cielo il carro del sole, con conseguenza ovviamente nefaste per i poveri terrestri. Così gli dei intervennero, prendendosela, come è ovvio, con la povera ninfa. Trasformata, in men che non si dica, in una bella piantina verde, mentre lo sbadato Apollo trovò presto di che consolarsi. Come sempre capita in questi casi.   Semplicissima melissa, verde e rigogliosa Anche la mia melissa è una bella piantina, verde e rigogliosa: adesso non ha ancora i fiori – saranno bianco-rosa, se ben ricordo – ma è già molto piacevole a vedersi. Da quando fa parte della mia “dotazione”, mi ha sempre dato buone soddisfazioni. Intanto è perenne: va e viene da sola, senza bisogno di particolari attenzioni. Ottima nelle insalate, cui aggiunge un tocco di fresco, la uso spesso anche nelle frittate, insieme con altre…

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Al Centro Di Priocca Quando C’è Il Fritto Misto

Al Centro di Priocca quando c’è il Fritto misto

Il Fritto misto piemontese, a quanto mi consta e sono pronta a ricredermi, non è un piatto stagionale ma piuttosto un piatto “di stagione” oltre che di territorio. Difficile trovare i morbidi e succulenti batsuà se non al tempo dell’uccisione del maiale; difficile trovare le rane se non è primavera avanzata e nei posti canonici; o la frittura della frutta fresca se non ai primi caldi. O forse no? In questi tempi di omologazione e di villaggio (con relativo orto) sempre più globale tutto è sempre, ahimè, disponibile qui e ora.   Perché dunque è proprio in questi giorni che pullulano offerte e inviti a pranzi e cene di “tutto fritto misto”: lo vuole il Carnevale imminente? o gli ultimi, quest’anno nemmeno così intensi, freddi? O piuttosto il caso, assai poco imprevedibile? Senza cercare inutili risposte ho accondisceso anch’io alla voglia di Fritto misto. Di uno dei migliori, a mia conoscenza, che ancora si fanno in Piemonte.   Fritto misto al Centro Quello del Fritto misto al Centro di Priocca (CN) è un traguardo ambito da molti. Ci si deve prenotare per tempo e attendere la telefonata di Enrico, amministratore cortese e accorto di tempi e di tavoli. Perché qui il Fritto…

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SANTINO Delle LUMACHE

SANTINO delle LUMACHE

A San Defendente – meglio noto in zona come “Sande” – di Cervasca, a pochi km da Cuneo, l’Osteria Santino è quasi un’istituzione. In posizione strategica lungo la Provinciale che porta a Caraglio, qui si fermano tutti: chi passa per lavoro in settimana, chi viene a festeggiare ricorrenze di famiglia la domenica, chi si gioca la serata tra cena e dopocena. E, soprattutto, in stagione questo è il “posto delle lumache”. Specialità del locale, le trovate sempre senza difficoltà, anche da asporto, e sempre a prezzi concorrenziali. Ci chiediamo se vincere la tentazione e passare oltre. Perché mai? Sempre meglio non avere rimpianti!   E Menu di Lumache sia Prenotazione fatta – assolutamente necessaria – arriviamo puntualissimi, per non perderci nulla. Perché il menu è unico per tutta la sala e procede un piatto dietro l’altro, man mano che escono dalla cucina. Cinque antipasti, due primi, quattro secondi e dolce della casa finale.  Se il rischio dei ritardatari è saltare qualche passaggio , il rischio nostro è  giocarci la sopravvivenza… Ma ce la faremo, o almeno lo spero.     Lumache e…lumache Tovaglia a quadretti, una buona barbera, scelta da una essenziale ma interessante carta dei vini, un’occhiata alla sala…

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Fuzion Food: Quando Il Sushi Parla Italiano

Fuzion Food: quando il Sushi parla italiano

«Il Sushi? Il Sushi è un prodotto mondiale, proprio come la pizza. Ecco perché ho pensato a lui. Con l’intento, s’intende, di farne un piatto di qualità». Così Domenico Volgare, “chef Dome” per gli amici, racconta com’è nato il progetto di dar vita a Fuzion Food, il primo Sushi (italiano) al Moscato d’Asti DOCG. Siamo in questo piccolo e spartano locale di via Volta 4, a due passi dalla Stazione torinese di Porta Nuova, impazienti anche noi di assaggiare il frutto delle appassionate sperimentazioni di questo giovane chef, che divide cuore ed entusiasmo tra la cucina della Puglia, sua terra d’origine e del Piemonte, patria d’adozione.   Un Sushi tutto italiano Dopo una ricerca attenta – e sempre in corso – delle eccellenze del nostro territorio, chef Dome si è sentito pronto. Ha cominciato dal riso del Sushi: Selenio biologico della Riseria Vignola di Alessandria, “bagnato” non nel tradizionale sakè ma nel Moscato d’Asti DOCG dell’Azienda Mongioia; per continuare con la foglia di soia, inedito avvolgente in sostituzione della tradizionale alga Nori; e per concludere con la scelta del “ripieno”: niente pesce crudo dall’Oriente, ma ingredienti saldamente mediterranei. Nel nome di una Fuzion tanto inedita quanto promettente.   Fuzion Food presenta il…

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Maison Pic: Dove Brillano Le Stelle

Maison Pic: dove brillano le stelle

  Bene, ho acquisito una certezza. Che in Francia, forse più e meglio che in Italia, la cuisine di uno “stellato” è ben autre chose rispetto a quella di ristoranti o trattorie pur di ottima tradizione. Perché qui può succedere, grazie alla ben calibrata armonia di sentori e sapori che si accostano, si fondono e si separano, di arrivare a vivere e a condividere le suggestioni di una visione del mondo. Se poi lo chef in questione è una cheffe –neologismo necessario? - il valore aggiunto è indiscutibile. Almeno secondo me.   La Cuisine di una Dame   Una sola cheffe in terra di Francia ha conquistato, e conserva senza intoppi già dall’ormai lontano 2007, le Tre Stelle Michelin. È Anne-Sophie Pic, terza generazione di una famiglia di ristoratori della Drôme senza tuttavia essere, curiosamente, una “figlia d’arte” nel senso pieno del termine:  le “stelle” infatti  sono tutte sue e sue soltanto. Frutto dell’amore per una traditio gelosamente conservata, ma  anche giustamente  tradita. L’unico modo possibile per  consegnare, con fantasia e coraggio, il passato a un nuovo, inedito, futuro.   Come in una Maison… Forse è per questo che la Maison Pic,  dove c’è anche il ristorante storico di Madame, si trova…

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Il Cafè De Turin? Lo Trovate A Nizza

Il Cafè de Turin? lo trovate a Nizza

Affollatissimo – qui non si prenota – sono però gentili e soprattutto veloci a trovare un posto libero a chi ha la pazienza di mettersi in coda. Ecco il Cafè de Turin, in piazza Garibaldi a Nizza, nel cuore del quartier du port: con il suo secolo di vita alle spalle, quasi un’istituzione cittadina. Il luogo giusto dove fare una sosta, tra storia e cucina, scendendo dalla collina di Cimiez, antica capitale della Provincia delle Alpi Marittime ai tempi di Augusto e oggi elegante quartiere cittadino. Anche il gastronomo romano Apicio, gourmet del I sec. a. C., avrebbe sicuramente approvato.   Cafè de Turin, ristorante di frutti di mare Dalla Carte– un menu che cambia con le stagioni – abbiamo fatto una scelta, ahimè, assai minimalista, dovuta all’ora ormai tarda e ai troppi pranzi/cene/colazioni/merende pre e post natalizie da smaltire. Ma torneremo, oh se torneremo… Perché qui, tra frutti di mare,  insuperabili huîtres Roumégous –tra le migliori di Francia – e piatti di pesce crudi e cotti, ci sarebbe da perdersi. Come imperdibile è lo spettacolo delle bravissime e spericolate filles del servizio: scivolano e piroettano, sempre sorridenti, tra tavolini oscillanti, clienti invadenti, cagnolini di passaggio e passeggini insinuanti. E qui l’apertura…

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Un ReNero Si Affaccia Sul Monviso

Un ReNero si affaccia sul Monviso

Ecco il Monviso, il maestoso Re di Pietra, sovrastare all’orizzonte con tutta l’imponenza dei suoi 3800 metri il profilo delle Alpi Cozie. Chi, se non un altro Re potrebbe impunemente fronteggiarlo? Un Re assai diverso, per natura e per intenti, ma ben deciso a tenergli testa. È nato così il ReNero, il nuovo Piemonte Doc Pinot nero dell’azienda vitivinicola L’Autin, figlio dei centoventicinque vitigni di Pinot nero di Borgogna impiantati nel 2015 qui, a 1200 metri di altezza. L’ultima “concreta follia” di Mario Camusso, oggi pronta a scendere finalmente nei bicchieri.   Il ReNero si presenta Abbiamo incontrato il ReNero durante una cena-degustazione al Grand Hotel Sitea dove, insieme con altri vini de L’Autin, ha accompagnato i piatti pensati appositamente per lui dallo chef stellato Fabrizio Tesse e dalla sua Brigata. In particolare, l’abbinamento del Re è stato con il Cappello del prete, di cui ha perfezionato anche la cottura. La sua solida struttura, molto “francese” – la Borgogna di nascita non mente – lo rende infatti adatto particolarmente ai secondi piatti a base di carni rosse. A noi è piaciuta la sua eleganza, dal delicato bouquet di frutti rossi al calore della giusta persistenza. Di sicuro farà strada, dopo…

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