Beaulard, Dove Cucinano I Folletti

Beaulard, dove cucinano i folletti

  È lei “il folletto dei fornelli”, attenta a sfornare manicaretti nella cucina del suo piccolo ristorante, La Table Dlouz Amis di Beaulard, con la stessa professionale cura che avrà in quella di casa vostra, solo che glielo chiediate. Come poi riesca a districarsi tra il suo lavoro di cuoca, i corsi di cucina per bambini e adulti, le ricerche di antiche ricette e antichi utensili e la spesa quotidiana a km0, sempre pronta a dispensare il suo sorriso contagioso a tutti coloro che hanno la fortuna di incontrarla, resta un mistero. Un mistero che Silvia Merlo forse vi svelerà se verrete a osservarla da vicino nel suo piccolo regno tra le montagne.     Una cucina che parla patouà Così abbiamo fatto noi, grazie al progetto europeo Turismo del Gusto/Tourisme du Goût che ci ha portato a conoscere alcune particolari realtà del territorio alpino tra Italia e Francia più strettamente legato alla storia di Casa Savoia. E l’arrivo a La Table Dlouz Amis di Beaulard è stato uno dei momenti più significativi.   Basta infatti concedersi una breve passeggiata per il piccolo centro storico del paese per scoprire come qui il legame con le tradizioni passate sia ancora vivo…

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El Bertu: Metti Un Bianco In Terrazza Una Sera D’estate…

El Bertu: metti un bianco in terrazza una sera d’estate…

E questa è stata la volta di El Bertu, l’ultimo nato in casa Autin. Perché Mauro Camusso è davvero inarrestabile: più passa il tempo e più la sua passione per il vino lo spinge a tentare sfide sempre più stimolanti. Come quella di mettere alla prova, lontano dai suoi placidi Colli Tortonesi, un vitigno non proprio facilissimo come il Timorasso, e convincerlo ad esprimersi in un dialetto dalle sfumature diverse da quelle abituali. Vi raccontiamo come è andata.   El Bertu I nomi dei vini, in casa Autin, non sono mai casuali: una persona, un ricordo, un affetto… Che rimanda sempre alla storia di famiglia, al sottile fil rouge della tradizione, che un po’ conserva e un po’ tradisce. Come è giusto che sia, quando si viene dal passato ma si guarda lontano. Qui abbiamo un vitigno che affonda le sue radici, e non solo metaforiche, nel passato della terra piemontese, ma che ora, a Campiglione Fenile, sta rivelando aspetti inediti di un potenziale ancora da esplorare a fondo. «Terreni ghiaiosi questi – ci spiega Elisa Camusso, futuro ingegnere minerario anche lei contagiata dalla passione per il vino – che hanno dimostrato di essere molto adatti ai bianchi, per questo…

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Ottimo Il Caffè Amaro Che Vi Aspetta A Garda

Ottimo il Caffè Amaro che vi aspetta a Garda

Il caffè di fine pasto, state tranquilli, sarà ottimo e potrete zuccherarlo a piacere. Perché il divertente nome di questa piacevole Osteria, all’ombra dei platani secolari che fronteggiano la chiesa di Santa Maria Maggiore a Garda, nasce da tutt’altra storia. Che qui non vi raccontiamo, per non togliervi il gusto della scoperta, quando andrete a provare di persona i piatti che stiamo per descrivervi. Sicuri che li troverete assai interessanti.   Storico è il Caffè… Il locale è tra quelli “storici” di Garda e altrettanto si direbbe dei suoi attuali gestori, tale è la professionale affabilità dell’accoglienza e, soprattutto, quella della cucina. Piatti della tradizione veronese con l’intelligente integrazione di prodotti e materie prime a km… “buono”, che saggiamente affiancano quelli locali. Il tutto condotto con mano sicura da chi guida l’Osteria Caffè Amaro soltanto dal 2007, arrivando da altre esperienze e che, forse proprio per questo, sa bene come “mettersi dalla parte” dell’ospite. E allora, ecco la nostra cena, in una clemente sera di fine maggio ancora rigorosamente seduti a un tavolo del dehors.   …ma aggiornata la cucina Per iniziare, antipasto misto della casa per due persone: ottimi e non scontati i salumi, tra cui una sorprendente pancetta…

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Beercocktails, Quando Il Bere Si Fa Green

Beercocktails, quando il bere si fa green

Un cocktail fatto con la birra? Sorprendente forse, ma impossibile no di certo.  Soprattutto se frutto della collaborazione di un birraio che si chiama Teo Musso con un bartender che risponde al nome di Michele Marzella di Affini. Un lavoro durato un anno, complice il forzato longdown, che ha portato alla nascita di Nuvospritz, uno dei nuovi Beercocktails di Birra Baladin: sei innovativi cocktails in lattina, dal packaging molto performante e decisamente green.   Un Beer Americano e una… caponata «Una lattina versatile questa del Beer Americano – spiega Michele Marzella – perché può anche entrare benissimo nel Collins, con l’aggiunta di ghiaccio e una fettina di limone, per godere di ogni singola bolla! Il merito è di questo felice matrimonio del nostro bitter “Nuvolari” con la birra Baladin 4.8: al naso note speziate di vermouth e bitter; in bocca genziana, artemisia e note agrumate di chinotto». Perfetta nell’abbinamento con la “caponata di Seitan” proposta da Affini, rigorosamente vegetale ma non per questo meno golosa, anzi!   Il futuro sarà del bere green? Una proposta, quella dell’Italian craft cocktail destinata a far parlare di sé. Non soltanto perché  suggerisce un cambiamento importante nelle nostre abitudini del bere – gusti inediti e disponibili…

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La Cuneo 2.0 Che Sarebbe Piaciuta A Mondrian

La Cuneo 2.0 che sarebbe piaciuta a Mondrian

“ Chi rimarrà in sala potrà ammirare le pitture neoplastiche appese alle pareti o ancor meglio, se i mezzi tecnici lo permetteranno, proiettate”. E i “mezzi tecnici” di oggi finalmente permettono che le opere di Piet Mondrian siano esposte come a lui sarebbe piaciuto: installazioni multimediali, dove immagini e suoni si fondono e si completano a vicenda. È fatta così la mostra PIET MONDRIAN UNIVERSALE – Immersive Interactive Experience, visitabile dal 21 ottobre 2017 al 1° aprile 2018 allo Spazio Innov@zione Fondazione CRC  di Cuneo. Una mostra “piccola” nelle dimensioni, visto che si articola su tre salette, ma davvero esemplare nell’utilizzo delle possibilità, per così dire, dilatatorie del digitale. Globalizzante, nella Sala 1, è infatti l’informazione sui dati dell’artista olandese: dalla biografia alle dichiarazioni d’intenti alla sintesi della sua poetica pittorica all’elenco delle sue produzioni, comprese quelle più varie – dalle scarpe ai frigoriferi – divenute, forse suo malgrado e comunque dopo la sua morte, contesissimi oggetti di design. La vera full immersion inizia però nella Sala 2 dove la ricostruzione del suo studio – leit motiv oggi sempre più frequente nelle mostre retrospettive – e la suggestione evocativa dei luoghi della sua formazione – Parigi, Londra, New York -…

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Il Ventuno.1 Di Alba: Che Sia Nata Una Stella?

Il Ventuno.1 di Alba: che sia nata una stella?

Non sarà certo il primo impatto col locale a stupirvi, questo Ventuno.1 –Ristorante e bottega di Alba, con il suo arredo minimalista un po’ troppo essenziale – una tovaglietta, anche mini, l’avrei messa sul tavolo – temperato in parte dal calore del parquet e dalle curiose composizioni alle pareti. Quando però cominceranno ad arrivare i piatti, cucinati con attenzione e, quindi, con calma, potrete forse ricredervi anche sulle scelte stilistiche dell’ambiente. Essenziali sono infatti, e questa volta lo dico in positivo, anche le presentazioni, che non nascondono con inutili fronzoli un’ottima qualità della materia prima trattata con mano sicura e felice.   La cena al Ventuno.1: parte prima Abbiamo iniziato con un’insalata di funghi porcini, che mi ha subito attirato anche per la difficoltà di reperirli in questa difficile annata. Non essendo una fanatica del “km 0”, cui preferisco di gran lungo il “km buono”, non ho indagato sulla provenienza: il piatto era ottimo, e a me tanto basta. Perfetta e con l’aggiunta di un pizzico di originalità, anche l’abbondante carne cruda di Fassona piemontese con Robiola di Roccaverano e noci, scelta dal mio alter commensale e da me prontamente assaggiata: mai fidarsi e sempre meglio verificare. Meraviglia poi, tra…

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A Torino Il Sogno Di Miró

A Torino il sogno di Miró

Bella davvero questa nuova mostra torinese MIRÓ – Sogno e colore, visitabile dal 4 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018 a Palazzo Chiablese. E lo dico, convinta, dopo averla vista e meditata, io che verso Miró non ho mai avuto particolari trasporti. Il perché di questo giudizio me lo sono chiesta da sola e ora provo a raccontarlo.   Il sogno di Miró Una mostra bella innanzitutto per l’intelligenza dell’allestimento, didattico senza pedanteria e attento alla disposizione e alla corretta illuminazione, non sempre facile anche a causa delle dimensioni, delle opere. I lavori esposti riguardano soltanto una fase, anche se piuttosto lunga, della produzione di Miró, e cioè quella dei suoi ultimi trent’anni di vita. Un periodo, per lui, particolarmente fecondo e, probabilmente, felice anche dal punto di vista esistenziale. Ormai conquistato il riconoscimento internazionale sul valore della sua arte – una sorte toccata a pochi artisti – poteva dedicarsi interamente al suo “sogno” senza interferenze esterne che potessero turbarlo. Perché, e questo la mostra lo chiarisce bene, i suoi temi prediletti, come le donne, gli uccelli, i paesaggi dell’universo, nascono tutti dal continuo dialogo interiore con una sorta di visionario alter ego, che traduce per lui in impressioni di luce…

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Se AFFINI Incontra Il PISCO

Se AFFINI incontra il PISCO

Un’occasione in più per fare un salto da Affini l’incontro Italia e Perù uniti nel segno della vite di mercoledì 11 ottobre. Un anticipo della grande kermesse Vendemmia a Torino che, per tutto il week end del 14/15 ottobre, vedrà l’intera Enoteca diffusa  di San Salvario intenta a prodigarsi per consigliare, spiegare, miscelare e, soprattutto, versare le eccellenze vitivinicole della città e dei suoi dintorni. Un’occasione in più, dicevamo, perché da Affini si va, comunque e sempre, volentieri: ottimo il bere, sempre piacevolmente accompagnato da piatti indovinati, dove la tradizione piemontese non manca mai di fare capolino.   Perù, il paese del Pisco L’incontro con i produttori dello storico distillato peruviano –la cultura del Pisco si tramanda da generazione a generazione da oltre 400 anni – ha portato con sé, inevitabile, la sfida. Ecco la squadra di AFFINI cimentarsi non soltanto con cocktail tipici, è proprio il caso di dirlo, dell’altro mondo, ma anche, in accompagnamento, con specialità di una cucina per noi ancora quasi inedita. Eccoci pronti all’assaggio. È stato con una certa titubanza, lo confesso, che mi sono avvicinata al Pisco Sour, il cocktail più noto e forse più importante in terra di Perù. Ho ancora ben vivo nella…

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Una Miniera Di…spumanti

Una miniera di…spumanti

“Fare il giornalista? sempre meglio che lavorare!” La battuta, fin troppo scontata, circola da tempo soprattutto fra gli addetti ai lavori. E allora che dire quando un gruppo di giornalisti – e per di più enogastronomici, la specie peggiore – va per un giorno in “viaggio di lavoro” nientemeno che in una miniera? L’incredibile evento si è verificato lunedì 2 ottobre ed ha avuto come scenario la Miniera Paola, nel cuore della Val Germanasca. Uno sparuto gruppetto di ardimentosi – e io ero fra loro – ha affrontato i disagi e i rischi della discesa nel ventre della terra, per un km e mezzo di gallerie, a bordo dell’ex trenino dei minatori. Il tutto ovviamente per una buona, anzi ottima, causa: andare in visita ai locali di invecchiamento delle bottiglie di Eli brut metodo classico de L’Autin, una giovane azienda nata appena nel 2010, ma antica per vocazione e tradizione. Figlio di uve pinot nero e chardonnay coltivate bio, sebbene ancora in attesa di prossima certificazione, questo spumante viene vinificato con il procedimento classico seguito nella Francia dello Champagne dai suoi ben più famosi fratelli d’oltralpe, pur non potendo per ragioni di legislazione condividerne il titolo. È stato quindi un semplice…

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La Cantina? È Al 37° Piano

La cantina? È al 37° piano

Dovrebbe scendere più di 37 piani il “conte” per arrivare alla sua “cantina”. Tanti quanti ne abbiamo saliti noi per venire ad… assaporarlo. Già, perché il gentiluomo in questione non è fatto di vile materia, ma di nobilissimo, anzi di nobilissimi spiriti, visto che di un mix si tratta. Il “Conte in cantina” è il nome che Mirko Turconi, miglior bartender italiano dell’anno 2017, ha voluto dare al cocktail che ha portato alla Diageo Reserve World Class, la più internazionale delle competizioni di mixology. «In ricordo di mio nonno – ci racconta – di quando, bambino, mi portava con lui in cantina a spillare il vino e poi me lo faceva assaggiare, mescolato con un po’ di zucchero. Per me, lui –sorride – era ben più di un conte. E credo sia nata così la mia passione per gli intrugli!»   Il conte… Eccolo qui, il “conte”. Piacerà soprattutto a chi, come me, non riesce a vincere la nostalgia di un buon bicchiere di vino: barolo chinato, torinesissimo vermut, e…i segreti dell’arte di Mirko. Lo assaporiamo qui, rilassandoci nella quasi penombra della lounge del Piano 35, il torinese grattacielo Intesa Sanpaolo, avvolti da un sottofondo musicale che però io, da…

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