SANDY SKOGLUND – Visioni ibride
Anteprima mondiale a Torino per Sandy Skoglund, la fotografa statunitense, che in queste Visioni ibride curata da Germano Celant per CAMERA offre al pubblico la sua prima esposizione antologica. Un’artista singolare per la particolarità del suo lavoro di ricerca, dalla tecnologia raffinata e complessa, che tuttavia riesce a comunicare emozioni tanto agli addetti ai lavori come ai fruitori non iniziati ai misteri del digitale. Sarà forse perché il mondo esplorato dal suo sguardo curioso e attento ai dettagli è quello quotidiano con cui tutti noi, nessuno escluso, veniamo necessariamente in contatto. Sandy Skoglund: l’inquietudine della normalità “Il mio lavoro riguarda la manifestazione fisica della realtà emotiva”: così dice Sandy Skoglund da una delle pareti dell’esposizione. Con questa chiave di lettura tutte le installazioni prendono vita, curiosamente evocative di emozioni e ricordi. Come per me è stato immediato, grazie a Fresh Hybrid (2008), ritrovarmi nel bosco incantato dell’infanzia, quando favola e realtà convivono nella stessa dimensione. O come le inquietanti suggestioni di The Wedding (1994), che esplodono nell’apparente normalità del giorno “più bello”. L’inverno di Sandy Opera inedita, e clou della mostra è Winter (2018), che racconta un lavoro durato dieci anni, senza fretta e senza impazienza. Per fermare il tempo e le…