Se Il Bianconero Si Tinge Di Giallo…

Se il bianconero si tinge di giallo…

“Gran cosa uno scudetto. Grande cosa davvero. Che si può chiedere di più alla propria squadra di calcio? Niente: se quella squadra non è Madama”. Una storia tutta di calcio, anzi di quello che può combinare nell’animo di un “tifoso” l’amore per la propria squadra quando per lei si è disposti veramente a tutto, anche al delitto. È così che tre tranquilli e apparentemente innocui ragazzi della periferia torinese – Gipo, Claudio e Carmelo – amici tra loro fin dai banchi di scuola, sono pronti a trasformarsi in tre diabolici killer in nome di una buona, anzi ottima, causa: liberare dalla mala sorte la Vecchia Signora, croce e delizia delle loro giovani esistenze. E per riuscirci non c’è che un modo: uccidere Magath. Non crediate, però, che si tratti di una vicenda irrimediabilmente di parte, del tipo “solo tra gobbi ci si capisce”. Poche pagine e la trama diviene subito, felicemente, universale, perché in lei si possono riconoscere tutti i tifosi di tutte le squadre del mondo. Ma soprattutto – e questo è il suo pregio maggiore – la storia è davvero godibilissima anche per il non-tifoso che abbia la curiosità, o la ventura, di avvicinarla senza lasciarsi fuorviare dal…

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I Colori In Progress Del …BARBABUC

I colori in progress del …BARBABUC

Dopo Ferragosto si cambia? Ce lo confida Andrea Coghetto, uno dei due giovani titolari –l’altro è Alberto Valletta - di questo interessante Il Barbabuc, aperto da poco nel cuore di San Salvario, proprio a due passi da Porta Nuova. Un cambiamento – ci rassicuriamo subito – che riguarderà soltanto pareti e (forse?) qualche arredo, ma non la linea della cucina. Ok, allora. Perché a noi questa tradizione piemontese, appena affiancata dall’introduzione di qualche piatto fuori regione, ben rispettata nella sostanza e valorizzata dalla cura nella ricerca delle materie prime, non è affatto dispiaciuta, anzi. Il nostro Tris di antipasti piemontesi comprendeva un Flan di peperoni con Roccaverano all’erba cipollina, dall’ottima consistenza; un corretto Vitello tonnato, di cui tuttavia avremmo preferito una salsa in versione più “rustica”; delle saporite acciughe al verde presentate su di un crostino caldo. Piatto del giorno, che si è aggiunto al già ampio menu, degli ottimi Tagliolini ai funghi porcini dal perfetto amalgama. A seguire, un morbido Filetto di vitello in doppia panatura con insalatina di cavolo e carota: ottimo accostamento a un indiscutibile “signor” piatto! Come non concludere con una Pesca ripiena alla piemontese, tanto per restare in tema con il territorio e la stagione?…

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“Carlo E Camillo”: Dove, Se Non A Torino?

“Carlo e Camillo”: dove, se non a Torino?

Intanto diamo la notizia dell'apertura. Poi, quando sarà il momento, dopo aver lasciato agli chef e al personale il giusto tempo per un doveroso rodaggio,  vi racconteremo qualcosa di come si mangia e si beve in questo locale. Quel che però già mi piace, e lo confesso volentieri, è il nome. Carlo (Alberto) e Camillo (Cavour), qui uniti insieme per la gloria di Torino! Un colpaccio che, visto che il secondo divenne ministro solo dopo l'abdicazione del primo, non è riuscito nemmeno alla Storia con la S maiuscola... “Carlo e Camillo”, il bistrot del Ristorante Carignano, aprirà così  i battenti nel cuore di Torino domani: martedì 8 agosto. Due salette e un piccolo dehors estivo, per un totale di di una trentina di coperti, con un orario davvero ampio: tutti i giorni, dalle 12.00 alle 23.00, per il pranzo di lavoro, il tè del pomeriggio, l’aperitivo e la cena. A destreggiarsi fra pentole e fornelli saranno due chef che non hanno bisogno di presentazioni: Fabrizio Tesse,  chef stellato de la “Locanda di Orta” e del “Ristorante Carignano” e Ruggero Rolando, chef resident del “Ristorante Carignano” . Il nuovo Bistrot nasce con un intento preciso, tutto mirato a coniugare la raffinatezza e la delicatezza…

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La Cucina Di “Gigi”, Tra Classe E Ingenuità

La cucina di “Gigi”, tra classe e ingenuità

Pochi i clienti, in deciso contrasto con l’affollamento dei vicini bar e tavole calde di via San Francesco da Paola attraversati per arrivare fin qui. Un contrasto destinato a evidenziarsi con l’imminente apertura del piccolo dehors in costruzione? Ma questa, di certo, è una scelta voluta da chi ha pensato, proprio qui, a un piccolo bistrot di lusso, dall’eleganza piacevole e sobria: GIGI Cucina Urbana. Girato l’angolo, infatti, si apre la “montenapoleone” torinese, dove si affollano sempre più numerose le grandi firme dello shopping che conta. Atmosfera subito soft. Pochi tavolini di legno, ben apparecchiati e senza tovaglia, attorno al bancone del bar; alle spalle la cucina “quasi” a vista; belle travi d’epoca che spiccano dal soffitto; mattoni e intonaco grigio per le pareti, che se la giocano con gli inserti bianco-neri dei pavimenti di legno e con i pochi e scelti arredi; gradevole la musica sottofondo. E ora veniamo ai piatti. Si apre con un calice di brut – magnum di Marziano Abbona – cortesemente offerto per accompagnare l’amuse-bouche del giorno: ottima tartina integrale con burro e acciuga. Dal menu del giorno – sul “senza prezzi” per la signora ho già più volte espresso il mio disappunto – scelgo…

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Inizia da Torino il viaggio dell’eroe

“Sono frammenti incisi nella memoria, la cui bellezza fa sognare e ispira. Cose di cui abbiamo bisogno in questo momento”. Così Ginevra Elkann, che della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli è presidente, ha voluto presentare IL VIAGGIO DELL’EROE, la mostra aperta dal 24 marzo al 3 settembre a Torino, alla Pinacoteca del Lingotto. Il sottotitolo, Da Atene alla Magna Grecia, dal racconto all’immagine, chiarisce il senso del percorso espositivo: un peregrinare avventuroso fra storia e mito. Le figure degli eroi, rappresentate sui vasi della collezione Intesa Sanpaolo, sono accostate a quelle di defunti, appartenenti alla potente aristocrazia guerriera di Ruvo di Puglia, dalla cui necropoli provengono, nel V-IV secolo a. C. molto ricettiva nei confronti della cultura greca. La celebrazione del defunto, raffigurato all’interno del naiskos, il tempietto sepolcrale, trasferisce così il tempo reale della sua vita terrena in uno spazio-tempo eterno ed ideale, quello del mito appunto. E la morte diviene così la celebrazione del suo stato eroico. La mostra si articola in tre sale. La prima, dedicata agli eroi del mito, quelli che abbiamo imparato a conoscere a scuola: Achille, Ercole, Teseo, Neottolemo, Oreste, i Dioscuri… La seconda, con i vasi che raffigurano i defunti secondo il modello…

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Torino…FloReale

Davvero bella la Galleria Sabauda, specie nel suo attuale allestimento nella manica nuova di Palazzo Reale. E ancora più facilmente raggiungile ora che è stato aperto il passaggio che, attraverso di essa, mette in comunicazione tutto il Polo Reale, dal Museo Archeologico agli appartamenti del Palazzo. Una vera “festa di primavera” allora questa FloReale, tanto preziosa quanto effimera. Durerà, infatti, poco più che l’espace d’un matin, dal 21 al 26 marzo: giusto il tempo di un fiore! L’idea è semplice, almeno in apparenza. I fiori dipinti in nove quadri dell’epoca barocca, da Van Dyck a Carlo Maratta, sono stati accostati ai loro corrispettivi esemplari. Un lavoro corale, svolto dall’Associazione Amici della Galleria Sabauda insieme col Museo Regionale di Scienze Naturali, che ha identificato, e poi reperito peregrinando per i mercati cittadini, specie botaniche fiorite in questo periodo dell’anno. Ecco allora la Natura morta coi fiori di Abraham Mignon, pittore tedesco del XVII secolo: un simbolico gioco di colori tra rose e peonie, i fiori di Venere. Oppure i primaverili tulipani di questo Ritratto di Giovinetta del fiammingo Cornelis De Vos: l’augurio per una vita che, come la primavera, sta sbocciando ricca di promesse. E infine il trionfo di Pan e…

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Un panino? meglio un crostone!

La felicità? Un panino e un bicchiere di vino! O almeno così cantavano qualche anno fa Al Bano e Romina. E che dire allora se il panino è un crostone di lievito madre con farina macinata a pietra del Mulino Marino e la salsiccia è quella bovina di Bra? Succede a Torino, dove ha da poco aperto lo Slow Fast Food CROSTONE.IT, il 1° LAB di salsiccia bovina di Bra. Specializzati in panini con carne cruda con molteplici variabili, sono però sensibili anche alle esigenze dei vegetariani, con una serie di crostoni ad hoc: pomodoro, bufala e basilico; verdure grigliate e philadelphia; tonno e mozzarella… Nonché alle richieste “sfiziose”: coppa, toma, erbette; mortadella e caprino; roast beef, pomodoro e rucola… Il locale è minuscolo, come conviene a un moderno street food, ma se non capitate nelle ore di punta trovate di sicuro posto su uno degli sgabelli. Magari per assaporare con calma un’altra “golosità”: un’ottima barbera superiore spillata direttamente dalla botte! crostone.it via Duchessa Jolanda, 1/D - Torino

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Pesce Crudo E Bollicine? A Torino Si Può

Pesce crudo e bollicine? a Torino si può

Il cru, come ben sanno gli appassionati di vino, è il meglio del vigneto da dove viene il vino vanto dell'azienda. Ma qui in Piemonte è semplicemente "il crudo", il “non cotto” che va apprezzato così per la sua qualità. Ed ecco svelato il mistero del nome del Cruru –Pesce crudo e bollicine, il nuovo ristorante torinese nato sulle ceneri del mitico Grassi, che del suo meraviglioso pesce crudo ha lasciato tristemente orfani tutti noi suoi devoti cultori . Essenziale anche negli arredi, che hanno radicalmente - e, in questo sì, piacevolmente- modificato quelli della precedente gestione, ora il locale richiama i colori e la freschezza del mare, e la luminosità delle giornate all'aria aperta. E anche nella disposizione degli spazi si è pensato a garantire a tutti gli ospiti, dal single al gruppo di amici, la giusta dimensione. Ma ora parliamo di quello che conta davvero, la cucina! È la "prima volta" di Guido Perino, già noto in città come sous chef al Magorabin e con alle spalle una solida preparazione in giro per l'Italia. Qui si occuperà soltanto, si fa per dire, di pesce, prevalentemente crudo ma, all'occasione, presentato anche in cotture veloci, che però ne preservino sempre…

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