Torino Restaurant Week: Un Invito A Tavola!

Torino Restaurant week: un invito a tavola!

Le Farmacie Online: Sicurezza e Convenienza acquistare cialis“Grandi e gobbuti, quasi a forma di sella”. Così li ha descritti Giovanni Goria, uno dei massimi esperti di cucina piemontese. Aggiungendo, se mai ce ne fosse bisogno: “non accettare giammai di farli con la raviolatrice, anche se te la regalassero”. Con questa premessa, la voglia di farne l’esperienza diventa subito irresistibile. Stiamo parlando degli agnolotti gobbi ai tre arrosti, glorioso primo piatto della tradizione, dedicato, insieme con altre prelibatezze, ai turisti in giro per la città in occasione di Terra Madre Salone del Gusto 2018. Perché Torino, con la sua “effervescente realtà culinaria”- come sottolinea il Direttore di Turismo Torino e Provincia,  Daniela Broglio - sta sempre più rafforzando l’immagine di “capitale del gusto” italiano” che stiamo portando avanti in sinergia con la Città di Torino e la Camera di Commercio”.   Torino Restaurant week: la scoperta della tradizione Per una settimana intera, dal 17 al 24 settembre, menu speciali con ricette della tradizione saranno presentati in 39 locali della città: 3 portate con vini della provincia di Torino in abbinamento, il tutto ad un prezzo fisso di 30€ a persona inclusivo di acqua, caffè e coperto. “Questo abbinamento di piatti tradizionali con i vini…

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Torino, Una Mongolfiera E Una Luna Ritrosa

Torino, una mongolfiera e una luna ritrosa

A Torino c’è una regola non scritta, e finora comunque non violata: niente può essere più alto della Mole. Lo hanno scoperto, a loro spese, i costruttori dei pochi, pochissimi, -per la verità, due – grattacieli che finora hanno osato innalzarsi nel cielo cittadino. E sarà forse anche per questo che non sembrano profilarsi all’orizzonte altri cultori della materia. Così, con i suoi 167 e rotti metri, l’ardita e stravagante costruzione Antonelliana continua a svettare sul profilo della città, dalle colline alle Alpi passando per il Po, la Dora e l’ansa della Stura. Ma… c’è sempre un “ma”. E c’è sempre un modo per contravvenire alle regole, soprattutto quando – siamo pur sempre a Torino – si riesce a farlo senza venir meno alla sacralità della tradizione. Anzi, quando è la tradizione stessa a chiederlo.   Una mongolfiera sopra Torino Era infatti l’11 dicembre 1783 quando un “pallone aerostatico”, uno dei primi nella storia dell’aviazione italiana, di proprietà di tre soci dell’Accademia della Scienza di Torino, Roberto De Lemanon, Carlo Antonio Galeani-Napione di Cocconato e Giuseppe Amedeo Corte di Bonvicino, decollò in città, da uno spiazzo tra le case del Borgo Dora, suscitando la meraviglia degli astanti. Non c’è dunque…

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Piano35: Un’estate Lunga Nove Drink

Piano35: un’estate lunga nove drink

Nove, si sa, è un numero perfetto. Nove sono i cieli che ha salito, non senza difficoltà, il padre Dante nel suo viaggio verso il grande Paradiso. Per noi invece, privilegiati pellegrini di questo tempo, la salita a quel piccolo “paradiso” torinese che è il Lounge Bar Piano35 nel Grattacielo IntesaSanPaolo dura soltanto pochi secondi, grazie ai miracoli della tecnologia. Il vero problema si porrà, ma ancora non lo sappiamo, al momento di scendere dal cittadino Empireo per ritornare nel mondo. Lo faremo infatti con in corpo i nove celestiali “spiriti” che Mirko Turconi, guida e custode di questo beatissimo Regno, ha deciso di presentare tutti insieme nella sua nuova Carta estiva . Piano35: il viaggio  di un'estate Il tema scelto da Mirko e dal suo giovanissimo e affiatato team è, non a caso, quello del viaggio. Perché questa piccola e un po’ decentrata Torino è in realtà un felicissimo porto, da cui sono partite e approdate navi cariche delle “merci” più disparate. Come si è soliti dire, qui tutto nasce per andare a crescere altrove. Ma, al tempo stesso, qui tutto viene accolto, capito, e fatto proprio. Come succede, per esempio, nel suggestivo FOG IN THE SKY -  “Terre nebbiose…

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Osteria Rabezzana: Le Sorprese Della Tradizione

Osteria Rabezzana: le sorprese della tradizione

Le sorprese sono due. La prima, come prevedibile, riguarda la cucina, ora affidata alle mani sapienti di Walter Eynard. La seconda, imprevedibile soltanto in apparenza, la musica: un appuntamento il mercoledì sera nato da poco e già con il suo pubblico di affezionati. Il trait-d’union che le tiene felicemente insieme è un luogo: l’ex magazzino al piano inferiore della rinnovata Osteria Rabezzana, che una felice ristrutturazione ha restituito al suo passato originario.   Osteria Rabezzana: una sala da ballo? Perché qui, nel tempo felice della Belle Époque, quando Torino assaporava i fasti dell’Esposizione Universale, c’era la sala da ballo del mitico Hotel Excelsior, dall’acustica, come ancor oggi è palpabile, perfettamente capace di dare risalto al suono. Quale idea migliore dunque – e lo si deve all’intuito imprenditoriale di Franco Rabezzana, cui ora sono affidate le sorti dell’azienda di famiglia – se non quella di utilizzarla assecondando la sua vera natura? Sala da pranzo dove i commensali possono tranquillamente conversare tra loro durante la cena – quante volte vi capita, confessatelo – e che, al momento opportuno, diventa sala da concerto e/o da ballo, come la situazione richiede.   Osteria Rabezzana: o una cucina di tradizione? Il ruolo di Walter Eynard, o…

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TasteiT: L’assaggio , A Torino, è Internazionale

TasteiT: l’assaggio , a Torino, è internazionale

Lo hanno chiamato TasteiT perché il suo Italian Excellence Gourmet sia chiaro ai turisti. Ma qui a Torino – terza apertura dopo Modena e Reggio Emilia – l’ invito ad “assaggiare” ha anche il suono familiare della lingua di casa. Siamo o non siamo una “città internazionale”? E che qui, proprio come a casa, sia possibile cenare fino a tarda ora l’abbiamo visto con i nostri occhi. Uscendo dalla serata di degustazione – era quasi mezzanotte – abbiamo incrociato due turiste inglesi titubanti sull’ingresso, subito sollevate dal dubbio dalla sorridente accoglienza. Questo, però, avrebbe un significato di poco conto, se poi non fosse davvero accompagnato dall’ ”eccellenza” che l’insegna promette. E l’ “eccellenza” c’è, davvero. Provare per credere. La scelta vincente del menu “pizze gourmet” è di abbinare agli impasti – ce ne sono integrali e in versioni insolite come quello al nero di seppia – varie proposte gastronomiche, anche in omaggio alle tradizioni locali. Così noi abbiamo assaggiato, dopo la Tataki con tonno in crosta di pistacchio di Bronte, stracciatella di Gioia del Colle e Cipolla rossa di Tropea caramellata all’aceto balsamico di Modena, la Tartare di Fassona condita con capperi e olive taggiasche, stracciatella e aromatizzata al tartufo, e altre…

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Erbaluce, Questo Non-più-sconosciuto

Erbaluce, questo non-più-sconosciuto

Grazie a Alessandro Felis, che ha guidato la serata con il consueto, signorile, savoir faire, quella che poteva essere semplicemente una degustazione di alcune annate di Erbaluce spumante ha invece spalancato una finestra su una realtà finora rimasta un po’ ai margini del panorama vitivinicolo piemontese. Palazzo Birago, roccaforte di questi affollati giorni di Bocuse off, ha ospitato nell’eleganza della “sala blu” un nutrito gruppo di produttori venuti, e venuti insieme, a presentare i loro vini. I produttori Cooperativa Produttori Erbaluce; la Cantina della Serra; Orsolani Erbaluce; La Masera; Castello di Azeglio; Cieck; Cantina Gnavi; Giacometto Bruno; Santa Clelia; sono questi i produttori che, presentando la versione spumante dei loro vini, ultima nata nella tipologia Erbaluce che comprende le più note versioni fermo e passito, hanno in realtà raccontato molto altro. Hanno parlato di vino, di territorio, di passioni, di fatiche accompagnate da entusiasmi e delusioni. In una parola: storie di viti…e di vita. Erbaluce anche spumante: perché? Perché, in un tempo di “bollicine” dominanti, l’Erbaluce esprime al meglio, nella tipologia spumante, le sue caratteristiche di freschezza, sapidità, spiccata mineralità. E, soprattutto, in un panorama di spumantizzazioni che comunque utilizzano vitigni internazionali – chardonnay e pinot noir – sul modello…

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THE UNUSUAL IS NATURAL…a Torino

THE UNUSUAL IS NATURAL…a Torino

Andateci, se amate il cibo. Andateci, se il cibo lo odiate. Andateci se credete negli angeli, nei diavoli e nei gatti. E, soprattutto, andateci se siete in cerca di bellezza. Perché forse non salverà il mondo, ma in questo surreale, ironico, terso e concretissimo mondo che Marie Cécile Thijs ha voluto regalarci si vive davvero molto meglio. Almeno per il tempo, brevissimo e illimitato, che occupano i sogni.   La mostra a Palazzo Paesana The unusual is natural: il vino esplode nel frullatore aperto, come è giusto; i piselli sono sorretti dall’equilibrata precisione dello chef asiatico; e la gallina, finalmente liberata dall’umana perversione, ignora l’uovo, che forse non ha mai deposto. Sono candidi collari le ali degli angeli e indiscussi sovrani gli irraggiungibili gatti. E chissà se la fanciulla vestita d’argento, nel suo fluttuare sul velo di seta che la ritrae, ha segretamente incontrato l’eterea presenza fatta della sua stessa inconsistenza che – si dice – abita le stanze di questo meraviglioso Palazzo Paesana?   L’artista Marie Cécile Thijs viene dall’Olanda ed è cresciuta nella zona di confine con il Belgio. Lì ha respirato le influenze dei maestri fiamminghi, che scivolano nel surrealismo di Magritte completandosi con la sua, rasserenante…

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Savurè: La Nuova Frontiera Del Dining?

Savurè: la nuova frontiera del dining?

Tra il Fast e lo Slow adesso c’è il Casual. E siccome siamo, fortunatamente in Italia, il Fast Casual Dining ha il profumo e il sapore di un bel piatto di pasta, magari – perché no? – alle quattro del pomeriggio. Questa è l’idea vincente che ha permesso a Savuré – Pastificio con Cucina, già presente a Torino dal 2013 con un locale in via Garibaldi 38, di aprire ora il suo secondo locale in città, in via Madama Cristina 12, dopo essere passato, nel frattempo, anche per Londra-Shoreditch, dove ha aperto nel 2016.   Savurè: la pasta! Della nuova apertura torinese ci ha piacevolmente colpito una qualità dell’offerta decisamente migliorata rispetto agli esordi. Degli assaggi proposti abbiamo soprattutto apprezzato i paccheri con pomodorini e crema di burrata, davvero accattivanti nella loro fresca semplicità. Buone anche le paste ripiene, omaggio alla tradizione italiana: i pansotti di magro alla genovese e, non potevano certo mancare, i piemontesi agnolotti con ragù di fassona.   Savurè: #nospreco Ma la vera novità di Savurè, che rivela una intelligente attenzione alla mutata sensibilità sociale, è la strategia #nospreco. Un’ora prima della chiusura il Pastificio venderà tutti i suoi prodotti freschi, dalla pasta ai condimenti alle…

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Costadoro: A Torino Il Diamante Si Fa Social

Costadoro: a Torino il Diamante si fa Social

«Siamo o non siamo una Squadra Corse? E allora perché non ci facciamo un corner? In legno e ferro, perché sia “materico”: come il nostro caffè». Con questa efficace sintesi il Presidente della Costadoro Spa Giulio Trombetta ha presentato il Costadoro Social Coffee, nuovo spazio aperto da oggi, 30 maggio 2018, a Torino all’interno del Coffee Lab Diamante di Palazzo Bricherasio.   Il caffè: dove, se non a Torino? Dove, se non a Torino, il caffè può ancora dire la sua? E l’ambizione, per il team Costadoro che porterà avanti l’esperienza del Social Coffee, è quella di diventare un vero punto di riferimento per il caffè in città, non soltanto per la clientela ma anche per gli addetti ai lavori. Il progetto prevede infatti che questo format sia replicabile, in Italia e all’estero, sulla scia della Third Coffee Wave, il movimento che aspira a cambiare la percezione del caffè, elevandolo a bevanda nobile e a prodotto di pregio. Certo, le abitudini andranno cambiate. O meglio, educate al cambiamento.   Costadoro Coffee Lab Diamante «Qui non bisogna avere fretta – spiega, con l’amabile pacatezza che lo contraddistingue – “Orso” Giulio Panciatici, il “filosofo” del progetto – perché il caffè che viene…

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DA DARIO: Eppure C’è La Trattoria

DA DARIO: eppure c’è la trattoria

DA DARIO: una trattoria incontrata per caso, su suggerimento di un amico – grazie, Fausto Goggio – e subito riconosciuta come “il posto giusto”. Giusto per l’aspetto, dentro e fuori, che ha conservato, con un’intelligente ristrutturazione, l’atmosfera d’antan della precedente vineria. Giusto per l’accoglienza, cordiale e professionale, del giovane proprietario. Giusto soprattutto per l’offerta della cucina, presentata con accattivante nonchalence sulla tradizionale “carta da macellaio”. E giusti i piatti, che sono quelli della nonna - perché ci raccontano di una nonna cuciniera – ma scelti con attenzione e ripensati con mano sicura perché possano essere apprezzati come meritano dal gusto contemporaneo. Tradire un poco per tradere con saggezza: come è giusto che sia perché funzioni davvero.   I piatti di Dario   Noi abbiamo cominciato con l’Antipasto misto della casa: insalata russa, flan di verdura, vitello tonnato, peperoni bagna caôda, acciughe al verde. Che altro si potrebbe desiderare? Soprattutto se i sapori sono, anche loro, quelli giusti: finalmente non omologati, ma coraggiosamente autentici. Come gli Gnocchi al Castelmegno, forse un tantino modaioli ma davvero godibili. Come la coraggiosa Trippa alla Savoiarda, che soltanto in un posto come questo ci si aspetta di trovare. Come gli ottimi, davvero ottimi, Capônet, serviti…

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