Festeggiano a Torino le Donne del Vino del Piemonte

Le Donne del Vino del Piemonte hanno festeggiato i loro primi 30 anni lo scorso 4 marzo 2018 trascorrendo insieme la serata al Museo del Cinema di Torino. Il luogo non è stato scelto a caso, perché il tema dell’incontro, “Donne, vino e cinema”, introdotto dalla Presidente dell’Associazione Donne del Vino Piemonte Renata Cellerino, verteva proprio sulla presenza feminile, e ovviamente sul vino, nella storia del cinema.   Ha aperto la serata un intervento della nipote di Vittorio Nino Novarese, costumista e sceneggiatore. Fortemente legato al territorio piemontese, in particolare all’Alto Monferrato, dove era solito soggiornare e ispirarsi, Novarese è stato vincitore di due premi Oscar: per Cleopatra, nel 1964, e per Cromwell , nel 1971.   Moderati dalla docente universitaria Giusi Mainardi, sono quindi intervenuti sull’argomento scelto: - la regista, e coltivatrice, Emanuela Piovano, che ha illustrato il suo film “Le stelle inquiete”, un omaggio alla filosofa francese Simone Weil; - il critico cinematografico Steve Della Casa, che ha parlato di Mario Monicelli e illustrato alcuni aneddoti legati al film “Speriamo che sia femmina” del 1986; - la giornalista Silvana Delfuoco, che ha divagato sul tema, ricordando episodi di film di varie epoche legati tra loro da vino e presenze femminili.…

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Per Un TOC Di Cioccolato…

Per un TOC di cioccolato…

«Una pausa di riflessione. Ed eccomi di nuovo qui con l’entusiasmo di sempre, anzi se possibile anche raddoppiato!» Sorride Paolo Lovisolo, circondato dai suoi TOC – Pezzi di Bontà, i cioccolati e i cioccolatini che lo circondano dagli scaffali del suo piccolo laboratorio di via Mazzini 56/L a Torino. Stesso indirizzo – molti se ne ricorderanno – di quel piccolo luogo di delizie che era l’Officina del Cacao, dove la passione per il cioccolato di Paolo aveva messo le sue prime radici. «Ora collabora con me Maria Buzzi – racconta Paolo – che si occuperà in particolare dei cremini. Un nuovo nome quindi s’imponeva, ma che sottolineasse la continuità con la tradizione: tòch in piemontese significa “pezzo”. Un pezzo di cioccolato, semplicemente buono: qualità della materia prima di tutto».   I TOC del momento Partiamo dai Grand Cru monorigine, quelli che non possono mai mancare in nessuna piccola-grande-cioccolateria. Il suggerimento di Paolo è di provare a gustarli a suon di musica. Ogni tavoletta porta infatti in nome di un brano musicale “storico” – da Rien del Rien 65% Grenada, a With Kaleidoscope Eyes 75% Ocumare Venezuela, a Hope You Guess My name 75% Fine Criollo Cocoa Blend – che ne…

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Attori O Spettatori Del Cibo? EDIT Vi Offre La Scelta

Attori o spettatori del cibo? EDIT vi offre la scelta

Meglio entrare e provare. A far colazione, a bere una birra, a mangiare un piatto, a prenotare una cena. Dimenticando, per il momento almeno, che vi trovate nel bel mezzo di un concept innovativo, destinato a rivoluzionare il tranquillo mondo del food sabaudo. Perché, quando si tratta di cibo, il primo giudizio che conta è il nostro, quello che nasce dall’emozione che un assaggio può regalarci, ancor meglio se inatteso. E davvero questo nuovo EDIT potrà essere il posto giusto.   EDIT: che cosa? Perché potrà capitarvi, com’è successo a noi, di imbattervi nel Risotto con riduzione di birra, polvere di caffè e crema di Grana Padano dei Costardi Bros, ancora più interessante se gustato nel suo “barattolo”. Oppure, se amate la pizza, sperimentare l’Aria di Pane Burrata e Crudo creata dalla fantasia di Renato Bosco. E se poi siete vegani irriducibili, sarete contenti di incontrare Pietro Leemann con il suo Paesaggio interiore: doblone di saraceno con salsa di sedano affumicato, su crema di zucca all’arancia. Accompagnando la vostra scelta, e vedrete che non sarà un azzardo, con un Gin & Tonic di Barz8, ossia i due amici-bartender Salvatore Romano e Luigi Iula. Se invece quando arrivate a EDIT non…

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FICO: E Se Il Food Fosse, Anche, Un Gioco?

FICO: e se il food fosse, anche, un gioco?

L’hanno subito ribattezzato “la Disneyland del cibo”. Un’etichetta che piace sia agli ammiratori che ai critici, curiosamente quasi con le stesse motivazioni. Perché, se il dilagante aforisma “l’uomo è ciò che mangia” è stato ormai universalmente sdoganato, non altrettanto avviene se si afferma, per esempio, che “l’uomo è ciò che gioca”. Anche se, a parer mio, è una verità altrettanto indiscutibile. Ma non voglio sottrarmi oltre al giudizio sull’evento food dell’anno: a me FICO, almeno al primo impatto, è piaciuto.   FICO, a Bologna Azzeccato il nome, un acronimo breve e, volutamente credo, “equivocabile”. Troneggia sicuro sulla torre di quello che, fino a poco tempo fa, era l’ormai ex mercato alimentare fuori Bologna, sperso in una sorta di terra di nessuno, da cui oggi invece potrebbe nascere una nuova linfa vitale. Entrando nei padiglioni ancora in via di allestimento, mi ha subito colpito l’attenzione al dettaglio con cui gli stendisti curavano le loro sistemazioni, interrompendosi, con genuina cortesia, per offrire assaggi e prodigarsi in entusiastiche spiegazioni. E che dire dei ragazzi – stendisti in pausa o studenti in visita? – concentratissimi in una partita volley, nel campetto “alla Disneyland” attrezzato lungo una delle gallerie. In giro per FICO Questo mio…

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Parma, Unesco City Of Gastronomy,  Profuma Di Tartufo Bianco D’Alba

Parma, Unesco City of Gastronomy, profuma di Tartufo Bianco d’Alba

«…allora ci siamo detti, gli altri ristoratori e io: perché non ci mettiamo insieme? E così è nato Parma Quality Restaurants». Chi parla è Enrico Bergonzi, che del Consorzio Parma Quality Restaurants è il presidente, oltre ad essere anche il “cuoco” – al suo titolo ci tiene – del ristorante Al Vedel di Colorno (PR). E lo racconta davanti a una platea particolare, che agli assaggi di buona cucina è ben abituata: quella dei Foodies Moments della Fiera del Tartufo Bianco di Alba. Nato sulla scia del riconoscimento UNESCO di Città Creativa della Gastronomia assegnato a Parma, prima e finora unica in Italia, nel dicembre 2015, il Consorzio dei ristoratori di Parma e provincia ha l’obiettivo di valorizzare la cucina della Food Valley. «Piatti che nascono da materie prime che per noi sono quasi scontate, così che spesso non ci rendiamo conto del loro valore – continua Bergonzi, mentre sul palco della Fiera fervono preparazioni e cotture – ma il Prosciutto di Parma, il Culatello di Zibello, il Parmigiano Reggiano, per citare solo i più noti, sono conosciuti in tutto il mondo. Tocca a noi farli assaggiare nella loro qualità migliore, proprio per evitare che vengano confusi con le contraffazioni».…

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Bagna Cauda Day In Avvicinamento: Sarà Un Autunno “cardo”?

Bagna Cauda Day in avvicinamento: sarà un autunno “cardo”?

C’erano una volta gli anciuè, che dalla Val Maira, nell’Alto Cuneese, scendevano in pianura a vendere le acciughe sbarcate in Liguria da tutto il Mediterraneo. Si spingevano lontano, nelle città del Piemonte, ma anche a fiere e mercati del Nord Italia E più lontano ancora: Marsiglia, la Svizzera, Buenos Aires, Cordoba… Una vera e propria “montagna” di acciughe catapultate a valle, a solleticare l’inventiva, sostenuta da un atavico appetito, dei nostri avi contadini, complice la stagione della prima svinatura. È questa l’origine dei due piatti “principe” della tavola piemontese: il Bagnet Verd e, soprattutto, la Bagna Cauda!    Bagna cauda, un rito contadino Acciughe sotto sale, aglio e olio. Ma attenzione: non l’extravergine di oliva cui oggi tengono tanto nutrizionisti e chef stellati. Nel Seicento, o forse già nel Cinquecento o prima ancora, in Piemonte si consumava olio di noci e di nocciole: ritorno prezioso oggi, insieme con un “pezzetto di burro”, nelle ricette più rigorose. Perché della Bagna Cauda esistono tante varianti, almeno quante sono le famiglie che da generazioni se ne tramandano la tradizione. Piccole sfumature soltanto, in qualche caso; variazioni radicali, in altri, come insegnano le  ultime declinazioni ad uso di vegani o, perché no?, di intolleranti…

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Se AFFINI Incontra Il PISCO

Se AFFINI incontra il PISCO

Un’occasione in più per fare un salto da Affini l’incontro Italia e Perù uniti nel segno della vite di mercoledì 11 ottobre. Un anticipo della grande kermesse Vendemmia a Torino che, per tutto il week end del 14/15 ottobre, vedrà l’intera Enoteca diffusa  di San Salvario intenta a prodigarsi per consigliare, spiegare, miscelare e, soprattutto, versare le eccellenze vitivinicole della città e dei suoi dintorni. Un’occasione in più, dicevamo, perché da Affini si va, comunque e sempre, volentieri: ottimo il bere, sempre piacevolmente accompagnato da piatti indovinati, dove la tradizione piemontese non manca mai di fare capolino.   Perù, il paese del Pisco L’incontro con i produttori dello storico distillato peruviano –la cultura del Pisco si tramanda da generazione a generazione da oltre 400 anni – ha portato con sé, inevitabile, la sfida. Ecco la squadra di AFFINI cimentarsi non soltanto con cocktail tipici, è proprio il caso di dirlo, dell’altro mondo, ma anche, in accompagnamento, con specialità di una cucina per noi ancora quasi inedita. Eccoci pronti all’assaggio. È stato con una certa titubanza, lo confesso, che mi sono avvicinata al Pisco Sour, il cocktail più noto e forse più importante in terra di Perù. Ho ancora ben vivo nella…

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Una Buonissima Sagra…

Una buonissima Sagra…

Inutile insistere, tanto la ricetta non ve la daranno mai. Le “Signore dei persi pien di Vauda" uniche depositarie del segreto, che ogni famiglia di qui custodisce e difende con le proprie personali variazioni, su questo sono inflessibili. In compenso si sobbarcano volentieri, ormai da più di vent’anni, la fatica di confezionare, infornare e sfornare vassoi su vassoi, tanti da perderne il conto, del loro dolcissimo tesoro. Avanti così, senza smettere e senza stancarsi, finché dura la festa. E la festa, la “Sagra della pesca ripiena di Vauda di Rocca Canavese”, dura. Almeno per otto giorni, da un sabato all’altro nella prima settimana d’agosto, senza mai perdere il suo ritmo di continuo avvicendamento ai tavoloni della mitica Baraca: mai, nemmeno quando – ne sono personalmente testimone- la serata è di quelle da memorabile temporale estivo. E meno male che, da quest’anno, La Baraca ha un ben consolidato tetto nuovo di zecca. «Una bella spesa, ma ne è valsa la pena – ci racconta Francesco Eblovi, che, oltre ad essere chef dell’Hr Valli di Lanzo, della manifestazione è il Presidente uscente e una delle sue “anime” più vitali – Lo abbiamo realizzato con il ricavato della Sagra dello scorso anno, e ora…

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“Carlo E Camillo”: Dove, Se Non A Torino?

“Carlo e Camillo”: dove, se non a Torino?

Intanto diamo la notizia dell'apertura. Poi, quando sarà il momento, dopo aver lasciato agli chef e al personale il giusto tempo per un doveroso rodaggio,  vi racconteremo qualcosa di come si mangia e si beve in questo locale. Quel che però già mi piace, e lo confesso volentieri, è il nome. Carlo (Alberto) e Camillo (Cavour), qui uniti insieme per la gloria di Torino! Un colpaccio che, visto che il secondo divenne ministro solo dopo l'abdicazione del primo, non è riuscito nemmeno alla Storia con la S maiuscola... “Carlo e Camillo”, il bistrot del Ristorante Carignano, aprirà così  i battenti nel cuore di Torino domani: martedì 8 agosto. Due salette e un piccolo dehors estivo, per un totale di di una trentina di coperti, con un orario davvero ampio: tutti i giorni, dalle 12.00 alle 23.00, per il pranzo di lavoro, il tè del pomeriggio, l’aperitivo e la cena. A destreggiarsi fra pentole e fornelli saranno due chef che non hanno bisogno di presentazioni: Fabrizio Tesse,  chef stellato de la “Locanda di Orta” e del “Ristorante Carignano” e Ruggero Rolando, chef resident del “Ristorante Carignano” . Il nuovo Bistrot nasce con un intento preciso, tutto mirato a coniugare la raffinatezza e la delicatezza…

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I 20 anni de la Cruda

Come si festeggia un compleanno? Con una bella festa in compagnia degli amici! Così hanno pensato anche a La Granda, l’associazione di allevatori di bovini di razza piemontese, che lo scorso il 21 giugno ha voluto celebrare i 20 anni della sua “Cruda”. Il luogo prescelto – certo il più adatto alla situazione – è stata la Macelleria, con annesso Ristorantino della Carne, di Eataly Lingotto a Torino dove, a partire dalle 17 si è dato il via ai festeggiamenti. Primo evento, l'asta della carne, con il divertente contributo della Mezz’ora Canonica - Padre Filip e Luca il Chierichetto – e sotto l’attenta guida di Sergio Capaldo. A questa ha fatto seguito lo showcooking degli chef Luca Cantù e Alessio Di Giorgio, che hanno intrattenuto il pubblico in un percorso sensoriale tra i sapori della carne piemontese. Infine, il momento più atteso: la cena, a cura dell'Osteria Baligio, direttamente da "La Granda" di Genola, ancora fresca d’inaugurazione visto che ha aperto i battenti lo scorso 8 giugno. Un’osteria conviviale, che porta il nome della piccola frazione dove è nata, con un menu, tradizionale e creativo insieme, fatto di ingredienti a km 0. Il giovane chef Alessio Di Giorgio, classe 1989 e…

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