Fuzion Food: Quando Il Sushi Parla Italiano

Fuzion Food: quando il Sushi parla italiano

«Il Sushi? Il Sushi è un prodotto mondiale, proprio come la pizza. Ecco perché ho pensato a lui. Con l’intento, s’intende, di farne un piatto di qualità». Così Domenico Volgare, “chef Dome” per gli amici, racconta com’è nato il progetto di dar vita a Fuzion Food, il primo Sushi (italiano) al Moscato d’Asti DOCG. Siamo in questo piccolo e spartano locale di via Volta 4, a due passi dalla Stazione torinese di Porta Nuova, impazienti anche noi di assaggiare il frutto delle appassionate sperimentazioni di questo giovane chef, che divide cuore ed entusiasmo tra la cucina della Puglia, sua terra d’origine e del Piemonte, patria d’adozione.   Un Sushi tutto italiano Dopo una ricerca attenta – e sempre in corso – delle eccellenze del nostro territorio, chef Dome si è sentito pronto. Ha cominciato dal riso del Sushi: Selenio biologico della Riseria Vignola di Alessandria, “bagnato” non nel tradizionale sakè ma nel Moscato d’Asti DOCG dell’Azienda Mongioia; per continuare con la foglia di soia, inedito avvolgente in sostituzione della tradizionale alga Nori; e per concludere con la scelta del “ripieno”: niente pesce crudo dall’Oriente, ma ingredienti saldamente mediterranei. Nel nome di una Fuzion tanto inedita quanto promettente.   Fuzion Food presenta il…

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Bottiglie Di Vino “en Plein Air”

Bottiglie di vino “en plein air”

Il giovane Naturale Un intenso rosso porpora che profuma di frutti maturi e, appena messo in bocca, ricorda una spremuta di frutta. Di sicuro un vino curioso questo Naturale "68": resisterà alla durata di una cena? Perché questa è l’esperienza, negativa ahimè, che sto sperimentando sempre più di frequente: vini che promettono e non mantengono, involvendosi senza pietà tra il primo e il secondo piatto, senza più lasciare ricordo di sé. Questo invece, messo alla prova, si difende: l’evoluzione va in crescendo, l’agrumato della frutta lascia via via spazio a una crescente pienezza del corpo, arriviamo alla fine, della cena e della bottiglia, mantenendo persino la lunghezza del retrogusto. Unico neo è la permanente sensazione di alcolicità, che lascia fin da subito un po’ storditi: che sia questo il “naturale” dei vini “naturali”? Che poi, “naturali” rispetto a che? Come se tutti gli altri vini fossero figli della provetta. Va beh, questo non è male, ma non mi ha convinta fino in fondo: mi riprometto una prossima occasione per una prossima esperienza… naturale bis. Vino rosso "68" - Cascina 'Tavijn a Scurzolenghe (AL) - www.decanto.it   L’anziano Collaudato In cantina da vent’anni, correttamente e gelosamente conservato, oggi è arrivata finalmente…

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Un ReNero Si Affaccia Sul Monviso

Un ReNero si affaccia sul Monviso

Ecco il Monviso, il maestoso Re di Pietra, sovrastare all’orizzonte con tutta l’imponenza dei suoi 3800 metri il profilo delle Alpi Cozie. Chi, se non un altro Re potrebbe impunemente fronteggiarlo? Un Re assai diverso, per natura e per intenti, ma ben deciso a tenergli testa. È nato così il ReNero, il nuovo Piemonte Doc Pinot nero dell’azienda vitivinicola L’Autin, figlio dei centoventicinque vitigni di Pinot nero di Borgogna impiantati nel 2015 qui, a 1200 metri di altezza. L’ultima “concreta follia” di Mario Camusso, oggi pronta a scendere finalmente nei bicchieri.   Il ReNero si presenta Abbiamo incontrato il ReNero durante una cena-degustazione al Grand Hotel Sitea dove, insieme con altri vini de L’Autin, ha accompagnato i piatti pensati appositamente per lui dallo chef stellato Fabrizio Tesse e dalla sua Brigata. In particolare, l’abbinamento del Re è stato con il Cappello del prete, di cui ha perfezionato anche la cottura. La sua solida struttura, molto “francese” – la Borgogna di nascita non mente – lo rende infatti adatto particolarmente ai secondi piatti a base di carni rosse. A noi è piaciuta la sua eleganza, dal delicato bouquet di frutti rossi al calore della giusta persistenza. Di sicuro farà strada, dopo…

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#Merendaitaliana: Si Ritorna Al Futuro

#Merendaitaliana: si ritorna al futuro

Magorabin, alias Marcello Trentini: uno chef stellato che vuole raccontare Torino al mondo. Raspini Salumi: azienda storica piemontese da settantanni, salde radici nel passato e sguardo aperto verso il futuro. Li ha fatti incontrare la nuova #Merendaitaliana, un prodotto di qualità che vuole rieditare in chiave moderna i sapori della memoria.   Il MAGO si fa Merenda   La prima immagine che si associa all’idea di merenda è il “panino”: quello dell’intervallo a scuola; della gita fuori porta; del pomeriggio a casa della nonna; e anche, perché no, del toast al bar o al fast food o, per i più fortunati, del mitico, torinesissimo, tramezzino di Mulassano… Un’esperienza davvero comune. Talmente comune che, riscoprirla qui, vi sorprenderà. Così come ha sorpreso noi, quando abbiamo assaggiato MAGO-SANDO, il primo degli otto sandwich – saranno in tutto quattro toast e quattro tramezzini – ideati da Marcello Trentini utilizzando i salumi a marchio Raspini. Il MAGO-SANDO a CasaMago Si comincia con una bella fetta spessa, tagliata in quadrato, e saggiamente panata come per una familiare cotoletta, ricavata da La Rosa Maestosa il prosciutto cotto cucito e legato a mano della tradizione Raspini. Poi gli si aggiunge un cuore di verza affettata finemente, una buona dose di composta…

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J|Hotel: Dove Lo Sport Si Fa Confort

J|Hotel: dove lo sport si fa confort

Così innovativo che diventa difficile trovare un modo per definirlo nella sua completezza. Perché J|Hotel, il progetto di ospitalità realizzato dalla Juventus in collaborazione con la compagnia alberghiera Lindbergh Hotels, è davvero unico nel suo genere. E a pensarlo non saranno soltanto i fedelissimi della “Vecchia Signora”, che nei fine settimana “di partita” qui troveranno il loro luogo ideale. J|Hotel nasce infatti con due anime. Una, la prima, fortemente Sport oriented, per dare ai suoi ospiti la possibilità di prenotare i biglietti per le partite, in casa e fuori casa, della loro squadra, ma anche di visitare JMuseum e Stadium tour senza problemi di orario e di coda. La seconda, Business oriented, pensata per ospitare in settimana business traveller, o per organizzare eventi aziendali di formazione e aggiornamento.   J|Hotel: una proposta not ordinary Centotrentotto camere suddivise in cinque tipologie: Comfort, Deluxe, Executive, J|Executive e Suite. E trentacinque di queste sono sempre riservate ai Giocatori della Prima Squadra, in un’ala separata dell’Hotel. A tutti però, Giocatori e Ospiti, viene garantito un riposo “da campioni”: su materassi di ultima generazione, realizzati con materiali all’avanguardia, in un ambiente moderno  ma al tempo stesso caldo e confortevole. Dove il bianco e il nero sono vincenti, per…

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Batasiolo: Il Vino Che Fa Bene Alla Ricerca

Batasiolo: il vino che fa bene alla ricerca

Frazione Annunziata de La Morra (CN), cuore delle colline  di Langhe. Paesaggio di vigneti e di cru, dove nascono i grandi rossi della tradizione piemontese. Di queste terre e di questi vini  Batasiolo è un ben noto punto di riferimento: una produzione annua di 2.5 milioni di bottiglie, di cui 300mila di Barolo e un mercato estero che vale il 50 per cento del suo fatturato.   Questa è l’azienda della famiglia Dogliani, che nel vino e con il vino ha scritto la storia di almeno tre generazioni. Con le radici ben fisse nel passato e lo sguardo proiettato verso il futuro.   Batasiolo, tra tradizione e innovazione Ed è soprattutto la visita alle cantine il migliore chiarimento della filosofia aziendale. Magari partendo proprio dall’ultima nata: la nuova grande area, tremila metri quadrati, destinata alla fruttaia per l’essicazione delle uve da passito, inaugurata a novembre 2019. Per passare poi agli spazi dove le bottiglie dei metodi classici vivono la loro fase di rifermentazione e continuare la visita attraversando i nuovi e ampi locali di lavorazione e stoccaggio. Gioiello finale: la barricaia, elegante nell’architettura e innovativa nella tecnologia. Un grande lavoro, fatto di passione e impegno, senza mai perdere di vista il mercato:…

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Cantina Gnavi: è L’ora Del Vermouth

Cantina Gnavi: è l’ora del Vermouth

È un vino e non è un vino l’ultimo nato della Cantina Gnavi o, per meglio dire, della Società Agricola GNAVI CARLO di Caluso. È un vino – siamo pur sempre in una delle più “autoctone” cantine del territorio – visto che si tratta di un Erbaluce di Caluso Docg per il 75%. E tuttavia non si può chiamarlo davvero “vino”, a meno di non aggiungere, come vorrebbe la denominazione ufficiale, l’aggettivo “aromatizzato”: chiamiamolo allora Vermouth, come vuole la tradizione, e tutto diventa chiaro. Eccolo a voi, pronto all’assaggio: Vermouth Bianco DON GUGLIELMO 1918. Ne sentirete parlare, molto presto e a lungo!   Don Guglielmo: una storia di famiglia Una famiglia, quella degli Gnavi, profondamente radicata nelle viscere delle colline moreniche, proprio come i vitigni del loro Erbaluce. Fu il Cavalier Giovanni, negli anni ’50 del secolo scorso, il primo a mettere in commercio il frutto del loro lavoro in vigna; oggi sono il figlio Carlo, insieme al nipote Giorgio, a continuare, tra tradizione e innovazione, il lavoro di famiglia. Così, dall’Erbaluce di Caluso Docg CAV. GIOVANNI, passando per l’Erbaluce di Caluso Docg Spumante metodo classico millesimato TURBANTE e il Caluso Doc Passito Riserva REVEJ, si è arrivati fino al…

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Un Omaggio Al GAVI, Il Più Cortese Dei Vini

Un omaggio al GAVI, il più Cortese dei vini

Certo, un vino bianco in terra di rossi, di grandi rossi come sono quelli piemontesi, un po’ sorprende e un po’ fatica a farsi strada. Difatti non è un caso se il GAVI DOCG è assai più noto, e forse più  apprezzato, fuori dai confini regionali. Anche da queste parti però capita a volte di dover scegliere “un bianco”. È in momenti come questi che io, poco incline ai fruttati e alle fragili strutture, mi accorgo che il GAVI mi piace. Mi piace il vino, e mi piace anche il suo nome: breve, rude, sintetico. Che sa di boschi, di terre selvagge, di colline profumate dal mare. E che poi, quando lo conosci meglio e lo scopri figlio di un vitigno di nobili ascendenze come il Cortese, capisci che poteva nascere soltanto in Piemonte. Il GAVI, un vino Cortese che si fa in quattro… Io lo preferisco fermo oppure, quando mi sento in vena di frivolezze, nella versione “bollicine”. Le sue tipologie ufficiali sono però quattro: Fermo, Frizzante, Spumante e Riserva. Così almeno dal 1998, anno in cui ottiene la DOCG. Più difficile dire da quale delle tre zone del suo terroir– terre rosse, più a nord; fascia centrale, fatta…

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Un Barolo Di Compleanno

Un Barolo di compleanno

Il compleanno non è il mio, e nemmeno la bottiglia di Barolo lo è. Ma sono la fortunata commensale di questa cena di compleanno, dove anche la cantina di famiglia ha voluto fare un regalo: un Barolo molto, ma molto d’annata.   Barolo: correva l’anno… Dimenticata in un angolo della cantina, questa bottiglia di Barolo di Brezza, anno 1982, è magicamente ricomparsa per un giorno di festa. Si decide di aprirla. Sul come sarà, o sul come potrebbe, o dovrebbe, essere già corrono le scommesse. Perché, essendo stata trovata “in piedi” non è certo stata conservata comme il faut. Perché, di sicuro, deve essere passata per parecchi traslochi. Perché, infine, nessuno ricorda come sia capitata in casa, o meglio in cantina. Insomma, apriamo. Anzi no: prima scaraffiamo. Almeno l’apertura sia secondo le regole.   Barolo di buon compleanno! Dopo un’apertura non facilissima – tappo sbriciolato, scaraffatura con filtro, faccio-quello-che-posso – il Barolo scende finalmente nei bicchieri. Profumo che si spande subito per la stanza, intenso e avvolgente: tabacco d’annata appena appassito con una punta di mandorla amara. Lo assaggio per prima: la mandorla, come mi aspettavo, c’è. Ma c’è anche dell’altro, molto molto altro. Si può bere, anzi si deve!!!…

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Olfattorio A Torino: Il Bar…di Baudelaire

Olfattorio a Torino: il bar…di Baudelaire

Il mio profumo? …quello del giardino della mia infanzia… dello champagne bevuto  una sera lontana… della biblioteca dove ho preparato la tesi… della spezie di quel piatto orientale… Sono appena entrata  ed eccomi già in viaggio: nel lontano, a ritroso nel tempo, in un futuro possibile e ancora inesplorato. Alla ricerca di qualcosa che mi appartiene e che sto tentando di afferrare. È quello che succederà anche a voi appena messo piede in questo piccolo, e vastissimo, Olfattorio, il “bar à parfums” di Torino che si affaccia un po’ defilato su piazza Bodoni. Guidati con attenzione e con estrema competenza, vi troverete catapultati in un mondo di sensazioni che certo sarebbe piaciuto a Baudelaire così attento a indagare le correspondencesche si intrecciano nella Natura.   Olfattorio: profumi anche sens alcol Come anche qui ci ricordano, è infatti sempre la Francia a dominare nel mondo dei profumi e delle essenze. Dunque non è un caso che nel torinese Olfattorio sia stata di recente presentata l’ultima linea di profumi creata dalla mitica Goutal: quattro suoi “classici” ripensati in un’ innovativa versione sens alcol. E siccome siamo pur sempre in un “bar”, per l’occasione non poteva mancare un’offerta di cockail,  preparati sulla base…

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