UNFORGETTABLE, Davvero

UNFORGETTABLE, davvero

  Che il non-luogo sia la cifra di Christian Mandura, per chi conosce il Geranio di Chieri, è ormai un dato di fatto.  Questa sua nuova esperienza, però, questo Unforgettable così a lungo atteso e finalmente reso concreto, un non-luogo lo è veramente: l’inaspettata “quarta dimensione” dove tutte le magie sono possibili. E un primo indizio del distacco dal mondo reale si ha già dall’indirizzo: quella via Lorenzo Valerio, unica “devianza” nella rigorosa geometria del Quadrilatero romano.     Il non-spazio e il non-tempo di Unforgettable Il non-spazio ovattato di Unforgettable si apre dunque, di là da un anonimo portone, varcando una misteriosa tenda che, come una quinta teatrale, ha la funzione di separare il reale dall’immaginario. Così, quelle che nel mondo di fuori sono le seicentesche ex scuderie di un palazzo storico torinese qui diventano il palcoscenico dove si gioca la nuova avventura. La struttura si articola su tre locali comunicanti: la sala centrale, occupata quasi interamente dal Bancone, e due salette adiacenti. L’una, prolungamento fisico della sala, è adibita a salotto pre e post conviviale; l’altra, occupata da scaffali con bottiglie dalle interessanti etichette, avrà presto un suo definitivo allestimento; essenziali e lineari gli arredi, qualche luminoso quadro…

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La Stalla Che Non Ti Aspetti

La stalla che non ti aspetti

In una tersa e ventosissima giornata di fine marzo eccoci arrivati alla nostra mèta: la stalla. Il paesaggio intorno disegna una campagna aperta e ordinata, con le Alpi sullo sfondo, sempre maestose anche se non così innevate come forse dovrebbero. Sarà perché non ci sono più le stagioni di una volta? Il capannone davanti a noi spalanca le sue porte, rivelando un lunghissimo susseguirsi di mucche – di bovine pardon, come è corretto chiamarle – che ci osservano incuriosite. E allora l’interrogativo si ripropone: che anche le stalle non siano più quelle di una volta? Incuranti dei nostri dilemmi, le bovine continuano a ruminare tranquille, fronteggiandosi dai due lati del camminamento centrale di là dalle loro ben fornite mangiatoie. Non sembrano per nulla turbate dalla nostra presenza, da vere staravvezze al ruolo di protagoniste della scena. Siamo a Rocca dei Baldi, in provincia di Cuneo, nell’Azienda Agricola di Mauro e Luciano Comino: neanche 50 anni in due e un entusiasmo contagioso nel raccontare la loro avventura.   Non ci sono più le stalle di una volta… «Rimettere le vacche al centro dell’attenzione – spiega Luciano, mentre ci guida all’interno della grande stalla – questo il nostro progetto. Un obiettivo chiaro da…

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RIVENDITA2: Nuovi Ritmi Nel Food Torinese

RIVENDITA2: nuovi ritmi nel food torinese

«Tapas...o meglio, cicchetto, o bucun, o… un nome ancora da inventare». Questo sarà RIVENDITA2, il nuovo locale che Affini sta per aprire in piazza della Repubblica, 2: affacciato su quel Mercato Metropolitano che sarà la grande novità della nuova Torino. Dalle 6 di mattina alle 2.30 di notte,  da colazione  a cena, passando per il pranzo e l’aperitivo. A raccontare è Yari Sità, il giovane chef della “tavola delle Affinità” che qui avrà modo di uscire finalmente dall’ombra ed esprimersi in tutta la sua fantasia creativa. Di cui abbiamo avuto un anticipo, passando a curiosare nel nuovo locale.   Rivendita2 e la cucina di Yari Dalla sua rivisitazione della piemontesissima giardiniera, che ha i colori e la forza delle verdure della sua terra d’origine, la Calabria; alla dolcezza della pappa al pomodoro, dove trionfa il solare camone; o ancora a una tradizionale lingua brasata accarezzata dall’aroma  del daikon, che per Yari ha il sapore di quell’Oriente che resta un solido fondamento nella sua formazione; per finire con un ottimo bônet, arditamente accostato al mou salato americano. Perché, come lui stesso ha spiegato, «questi assaggi sono un po’ la mia storia:  voglio dare tutto me stesso  senza fronzoli in questa città, e…

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Una Zeppola Non Fa Primavera…ma Due?

Una Zeppola non fa primavera…ma due?

La ricetta non è mia ma della mia amica Mariana, che con i dolci è bravissima. Lei, però, si schermisce e non vuole nemmeno che le si facciano i complimenti: invece ho conosciuto poche persone così “dotate”. Le ricette che le capitano a tiro sono per lei fonte di ispirazione: in tutte mette qualcosa di nuovo e qualcosa di suo. Come è successo per queste Zeppole: da provare e, perché no?, riprovare…   DOSI (per 4/6 persone)   per la pasta: 250 farina bianca 00 gr.100 burro 250 acqua 4 uova 1 pizzico di sale   per la crema pasticciera: 1/2 litro di latte gr.100 zucchero 2 uova gr.50 amido di mais 1 limone vi serviranno due sac à poche, carta da forno, qualche frutto di stagione per guarnizione (qui ci sono le fragole), e un po’ di zucchero a velo   PREPARAZIONE: Mettete l’acqua a scaldare in un pentolino sul fuoco, badando che non arrivi a ebollizione, e scioglietevi dentro il burro tagliato a pezzetti mescolando bene. Quando sarà tutto sciolto, versate a poco a poco la farina, sempre mescolando perché non faccia grumi e sempre evitando che arrivi a ebollizione. Quando il composto sarà diventato consistente, toglietelo dal…

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Lo Chef Che Ama Le Costine

Lo chef che ama le costine

«Le costine di maiale alla brace?  sono il piatto del mio compleanno!  Per questo le ho messe anche in carta». Marinate in dodici spezie, cotte, disossate e poi ricomposte, le Costine alla brace di Lorenzo Careggio mi stanno davanti, accompagnate da una delicata insalata di finocchi. Un piatto a suo modo esemplare dell’idea di cucina di questo giovane cuoco “per vocazione”, da pochi mesi alla guida di EraGoffi, il suo primo ristorante torinese.   Qui, dove Era-Goffi Premetto: sono tra i pochi torinesi mai stati da Goffi. Me ne dolgo, ma così è. Ora però ho il vantaggio di non saper fare paragoni tra il prima e l’oggi di questo, per me, nuovo locale che un tempo "era" Goffi. Che ho trovato accogliente, nella bella ristrutturazione con i mattoni a vista e il salottino-bar, dove l’attesa è un piacere, accompagnati nella scelta dell’aperitivo dalla giovane e competente sommelier. Per me sorprendenti chips di cavolo con la focaccia e un ottimo vermut (siamo o non siamo a Torino?):  perché Lorenzo, costine di maiale a parte, è un amante delle verdure, che cerca di valorizzare in tutto il loro potenziale.   Quattro menu e... Quattro i menu in carta: carnivoro, erbivoro, onnivoro e…

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Anche A Torino Arriva Peperino

Anche a Torino arriva Peperino

A indicare la sua presenza è una luminosa insegna sul controviale di corso Trapani 16: il locale si trova  proprio alle spalle, in una rientranza del giardino. E se il luogo può apparire un po’ decentrato agli aficionados della movida, altri non saranno della stessa opinione: fermata della metro a due passi, parcheggi non impossibili nelle vie laterali. Il che non è poco, per salvare la serenità di una serata che dovrebbe essere di svago! Sto parlando di PEPERINO Pizza &Cucina verace, di recente apertura torinese: sesta in ordine di tempo dopo  Milano Pordenone Gorizia Udine Verona.   Da Napoli a Torino… Il mio primo impatto con Peperino è nato sotto una buona stella. Quella che ha riportato in città, direttamente da Napoli, Imma Ferraro (la ricordate a Scalo Vanchiglia?)  accompagnata dal maestro pizzaiolo Salvatore Santucci. A quattro mani hanno “impastato” un menu speciale: Dal Maschio Angioino alla Mole Antonelliana.  Si è andati dalla Montanara  nera con il sugo genovese e il Bra duro, agli Strascinetti fritti con la Bagna cauda, passando per altrettante meraviglie. Che, promettono, saranno di quando in quando ripetute. Ma io ero incuriosita dalla  normalità di una serata in pizzeria. E quindi…   Una pizza Napoli verace Quindi sono tornata,…

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Ceres, Appuntamento Due Col Porchissimo

Ceres, appuntamento due col Porchissimo

  Al Ristorante Valli di Lanzo di Ceres l’appuntamento col Porchissimo è il segnale che la primavera è quasi alle porte. Così dice, secondo la tradizione millenaria, il rito dell’uccisione del maiale. Per me questa è la seconda esperienza nel nuovo “regno” valligiano di Francesco Eblovi e Samuele Riva. Sono davvero sicura di sapere già che cosa mi aspetta?   Il Porchissmo anno secondo Le novità ci sono, eccome. Ma, attenzione, nel segno della continuità e della tradizione.   Dalla mise en plâce, dove si gioca tra la solennità dei nuovi tavoli rotondi smorzata da divertenti, coloratissimi, bicchieri da acqua; all’affollarsi, nella saletta bar d’ingresso, di etichette sempre più prestigiose sulla rastrelliera; e, soprattutto, alla felice sorpresa che ancora suscita l’arrivo in tavola dei piatti. E così il secondo Porchissimo ha inizio. Sotto i migliori auspici.     Il Porchissimo menu Ecco il menu, elencato per intero, di cui ho assaggiato tutto, anche il sanguinaccio e le grive, di cui non sono una fan. Perché, davvero, non ho saputo resistere: I piccoli batsuà "piedino di maiale"con insalatina di verza invernale. Il sanguinaccio con purea al burro Le grive in casseruola con polentina di pignoletto rosso La salsiccia canavesana con verza stufata…

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Il BBQ A Cuneo Ha Trovato Casa

Il BBQ a Cuneo ha trovato casa

  Un luogo è deputato, da sempre sede in città di macellerie storiche, e sull’insegna la scritta The Barbecue House, è preceduta da un tranquillizzante MACELLERIA Da Mauro. Quindi di Macelleria innanzitutto si tratta, dove la carne, di ottima qualità, continua a essere regolarmente venduta nei normali orari di negozio. Ma ecco che dalle 12.30 alle 15, e cioè nella pausa pranzo, e dopo la chiusura serale delle 19.30 avviene la metamorfosi: l’America dei burger e dei bbq spodesta la Cuneo dei bolliti misti e della carne cruda.     The Barbecue house in via Nizza Pochi (per ora) tavoli di legno e qualche sgabello al bancone, dove ci si siede (senza prenotazione) dopo aver sbirciato il menu del giorno sulla lavagna ma soprattutto dopo aver consultato Mauro che, dietro il banco-vetrina, taglia, consiglia e impiatta. Si beve birra, naturalmente, ma anche qualche buona bottiglia servita anche a bicchiere, si condiscono le patate fritte col ketchap e la maionese. E si mangia. Sorprendentemente bene.   Burger &… Per la nostra prima volta ci siamo concessi un piatto misto (abbondante, ma quanto abbondante!) di manzo, maiale e pollo alla brace con contorno di patate fritte e cipolle marinate. La carne, tutta…

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La Dieta Al Ristorante? A Torino Si Può…

La dieta al ristorante? A Torino si può…

Che a Torino l’attenzione a una pausa pranzo light, ma non per questo scarna e tristanzuola, si stia sempre più diffondendo è una realtà ormai inconfutabile. Breve e ancora rimpianta parentesi le 500Calorie di via San Quintino, primo felicissimo esempio cittadino di buona tavola a “basso conteggio”, ora assai degnamente sostituite nella stessa sede, e nell’attenzione al mangiar sano ed equilibrato, dagli autorevoli fornelli del Chiodi Latini New Food. Nella poco distante via San Dalmazzo, la giovane gestione dell’Angolo16 ha in carta l’Angolo del Benessere, un menu dietetico attentamente studiato per chi rifugge dagli eccessi. E l’elenco potrebbe continuare, visto che quasi ogni luogo di ristorazione cittadina offre almeno una possibilità di piatto a basso impatto calorico.  Ma non è forse Torino il luogo magico dove l’innovazione sa farsi strada?   Giampy, dove lo chef cucina con la dietologa Il passo in più lo hanno fatto al Giampy di via Nizza, dove di casa è la cucina della tradizione mediterranea. Grazie ai consigli della dott.ssa Teresa Mannarino, dietista ed esperta di nutrizione naturale, è stata inaugurata la Formula-Salute, con la proposta, per il pranzo dal lunedì al sabato, di un menu, composto di tre piatti, attentamente calibrato su base settimanale. Saranno dunque gli…

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SANDY SKOGLUND – Visioni Ibride

SANDY SKOGLUND – Visioni ibride

Anteprima mondiale a Torino per Sandy Skoglund, la fotografa statunitense, che in queste Visioni ibride curata da Germano Celant per CAMERA offre al pubblico la sua prima esposizione antologica.  Un’artista singolare per la particolarità del suo lavoro di ricerca, dalla tecnologia raffinata e complessa, che tuttavia riesce a comunicare emozioni tanto agli addetti ai lavori come ai fruitori non iniziati ai misteri del digitale. Sarà forse perché il mondo esplorato dal suo sguardo curioso e attento ai dettagli è quello quotidiano con cui tutti noi, nessuno escluso, veniamo necessariamente in contatto.   Sandy Skoglund: l’inquietudine della normalità “Il mio lavoro riguarda la manifestazione fisica della realtà emotiva”: così dice Sandy Skoglund da  una delle pareti dell’esposizione. Con questa chiave di lettura tutte le installazioni prendono vita, curiosamente evocative di emozioni e ricordi. Come per me è stato immediato, grazie a Fresh Hybrid (2008), ritrovarmi nel bosco incantato dell’infanzia, quando favola e realtà convivono nella stessa dimensione. O come le inquietanti suggestioni di The Wedding (1994), che esplodono nell’apparente normalità del giorno “più bello”.   L’inverno di Sandy Opera inedita, e clou della mostra è Winter (2018), che racconta un lavoro durato dieci anni, senza fretta e senza impazienza. Per fermare il tempo e le…

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