C’è Un Presepio A Ceres

C’è un presepio a Ceres

Al Valadess at Lanss si fa il presepio Lo spazio che lo contiene è sempre lo stesso, quello ampio che nella bella stagione diventa un fresco dehors estivo. È qui che ogni anno l'estro creativo di Mara  si impegna in un progetto di paesaggio capace di raccontare nella sua  realtà antica e nuova il mondo della sua montagna: il presepio del Valadess at Lanss di Ceres. Che, in questa versione del Natale 2022,  è stata anche per noi una sorpresa. A cominciare dalle pecore. Valadess at Lanss: un ricco presepio povero Un periodo non facile, come quello che noi tutti stiamo ancora attraversando, qualche cosa ce l'ha pure insegnata. A diminuire lo spreco, per esempio; a rispettare il green dove possibile; a valorizzare la dignità  dei materiali cosiddetti "poveri" ... Proprio come i riccioli di vera lana cardata recuperati per il manto delle pecorelle; come la carta e il cartone per costruire la grotta e la struttura dei personaggi; come la scelta di una scenografia "essenziale" nella suggestione della penombra. Per un Natale che previlegi l'intimità e la riflessione.  Che a noi hanno suggerito anche alcuni dei piatti pensati da Francesco e Samuele, gli chef del Valadess at Lanss,  per…

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Il Nuovo SESTOGUSTO Torinese Di Max Prete

Il nuovo SESTOGUSTO Torinese di Max Prete

 Sestogusto : a Torino si fa in due Ha aperto quasi in sordina lo scorso 8 dicembre ed è stato subito soldout. È in via Stampatori 6, a due passi da via Garibaldi, nella Torino storica del passeggio e dello shopping, ed è il secondo Sestogusto in città di Massimiliano Prete. Dopo il primo Sestogusto in via Mazzini, e insieme con il saluzzese Gusto Divino, sono così diventati tre i locali aperti negli ultimi otto anni dallo "specialista dei lieviti". Perché Prete non ama sentirsi chiamare "pizzaiolo" così come non vuole definire semplicemente "pizzeria" i suoi luoghi di ricerca. «Piuttosto - dice infatti di sè -  io sono un "lievitista":  colui che sa come si fa una pizza a regola d’arte, ma che prepara anche un ottimo pane, o un panettone natalizio, una colomba pasquale, un dolce… Insomma un professionista qualificato nel suo campo cui potersi affidare in tutta tranquillità».   Sestogusto e i suoi "impasti gourmet" E della sua professionalità abbiamo avuto una prova ulteriore, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, durante la cena-stampa dello scorso 13 dicembre, sperimentando un menu speciale creato apposta per l'occasione: una serie di assaggi gourmet, a partire dal panbrioche con acciughe…

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OBICÀ: è Arrivato A Torino Il Primo Mozzarella Bar

OBICÀ: è arrivato a Torino il primo Mozzarella Bar

  Obicà: gira il mondo la qualità del cibo italiano "Una cucina di ingredienti e non di chef". Così amano definire la loro offerta di ristorazione qui ad Obicà il primo Mozzarella Bar al mondo. Anima italiana e spirito cosmopolita che si fondono insieme, visto che il Gruppo conta, al momento, ventitrè locali sparsi da Milano a Palermo, da New York a Tokyo. E l'ultimo arrivato è proprio questa location torinese, al piano terra della Rinascente di via Lagrange, che promette un'accoglienza all day long, dalla prima colazione alla cena. Una partnership ormai consolidata negli anni e nei luoghi - Milano, Palermo, Cagliari, Torino...-  tra due realtà che condividono gli stessi valori di eccellenza artigiana e di indiscussa eleganza. Obicà: innanzitutto mozzarella e poi anche... A farla da padrone, in questa "cucina di ingredienti" è senza dubbio la mozzarella, il prodotto obicà - "eccola qua" in dialetto napoletano - per eccellenza. Mozzarella di Bufala Campana DOP, insieme con Burrata e Stracciatella pugliesi prodotte con latte vaccino, arrivano infatti freschissime in tutti i Bar del Gruppo sparsi nel mondo.  Per venire assaggiate tutte insieme nella Gran degustazione di mozzarelle oppure per essere scelte  singolarmente in abbinamento agli small plates sempre presenti…

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Quando La LUCE Brilla All’OSTERIA

Quando la LUCE brilla all’OSTERIA

L'Osteria della Luce a Boves Il perché di questo nome non l'abbiamo ancora chiesto, ma lo faremo la prossima volta. Perché ci sarà di sicuro una prossima volta in questa simpatica Osteria, dove la Luce, sia quella che arriva dalle divertenti lampade "scompagnate" che pendono dal soffitto, come quella che illumina i giovani volti sorridenti di chi ci ha cordialmente accolto e poi seguito con attenta premura la nostra cena, è un elemento tutt'altro che trascurabile!  All'Osteria: dalla sala... Raggiungerla è facile, situata com'è nel cuore del centro storico di Boves (CN). E altrettanto facile - o almeno così è stato per noi - trovare un parcheggio nelle immediate vicinanze. All'interno due salette con ingresso diretto: la prima, dove troneggia un solido bancone da bar comme il faut, dietro cui si apre la cucina; l'altra, quella davvero deputata alla ristorazione. Entrambe però arredate con l'allegra disinvoltura di chi sa come misurarsi con garbo  con un profluvio di oggetti eterogenei per creare un ambiente dall'insolita eleganza. Una cornice originale per una cucina, invece, tranquillamente tradizionale, equilibrata per numero di proposte e ben attenta alla  qualità delle materie prime. ...alla cucina Si comincia con  l'antipasto misto con assaggi tipici Bovesani, ottimo equilibrio…

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Stasera Si Va All’Osteria Dalla Badessa

Stasera si va all’Osteria dalla Badessa

Se siamo in un'osteria... Un'osteria di quelle autentiche, nel verde della campagna cuneese appena fuori dal centro di Perveragno, dove si cucinano i piatti della tradizione, si fanno "serate a tema",  si possono organizzare feste familiari, ma si può anche semplicemente prenotare - questo sì, è indispensabile - per una cena tra amici. Quello che invece non ci sentiamo di consigliare, pur in questa simpatica sala allegramente arredata con gli oggetti più disparati della tradizione contadina,  è una romantica cenetta a due, che verrebbe disturbata assai dalla totale mancanza di insonorizzazione del luogo. Ma siamo pur sempre in un'osteria e anche questo è "colore locale". O forse no?   ... il vino, che posto ha? Perché, come "deve" essere un'osteria? Qui candide tovaglie apparecchiano con eleganza i solidi tavoli di legno, su cui  campeggiano sfiziosi  bicchieri da vino. Sfiziosi sì, ma piuttosto inadeguati - come non lo sarebbero invece degli essenziale e ormai consueti "calici" - a valorizzare, in un locale che pur rivendica la sua identità tradizionale, il loro prezioso contenuto. Così come, al momento di scegliere una bottiglia per accompagnare la cena, l'offerta si è limitata alla vaga proposta: bianco o rosso? barbera, dolcetto, nebbiolo? Con l’aggiunta, alla…

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Benvenuti Al Caffè Dell’Orologio

Benvenuti al Caffè dell’Orologio

Il Caffè dell'Orologio a San Salvario L'Orologio è quello lì, un po' monumento storico e un po' riferimento di quartiere, appeso sul  muro all'angolo tra via Morgari e via Belfiore, nel cuore di un San Salvario meno modaiolo e forse più autentico. Stretto infatti com'è tra l'impegno laico  della Casa di quartiere e quello salesiano  del Sacro Cuore di Maria, questo giovane  Caffè - la sua apertura data dal luglio scorso -  è, per sua stessa definizione, "un non-luogo" dove tutte le realtà si sentono rappresentate. Perché se è vero - sono sempre parole loro - che "in ogni città c'è un Caffè dell'Orologio", questo è la piola dove cucina, vino, tradizioni e cultura parlano piemontese.     All'Orologio per la marenda sinoira Siamo arrivati qui un autunnale lunedì sera, in ora di tardo aperitivo o, come è meglio dire da queste parti, di marenda sinoira.  Dalla Carta del giorno, scegliendo vista l'ora le "mezze porzioni" - qui si può, evviva!- abbiamo assaggiato, nell'ordine:  friciulin di patate, caldi, croccanti e morbidi al punto giusto;  lumache fritte con farina di mais e maionese al bagnetto verde, tanto originali quanto davvero eccellenti; un vitello tonnato come tradizione comanda, e un altrettanto piemontesissimo…

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Tre Volte TELLIA

Tre volte TELLIA

Tellia n° 1: la fantasia nell'asporto Era piccolo ed essenziale il locale che si affacciava su via San Tommaso 27,  nel cuore della city torinese, pensato quasi esclusivamente per l'asporto. Questo  il primo laboratorio Tellia che abbiamo conosciuto, approfittando volentieri dell'offerta del take away  nell'imminenza, ahimè, del nostro primo long down. Tra le pizze schierate sul bancone, tutte rigorosamente in teglia e pronte a essere tranciate sul momento, era stata allora una piacevolissima scoperta la carbontellia, ovvero la “carbonara in teglia”, che davvero rimandava nei colori e nei sapori alla celebre pastasciutta. Eppure la creativa fantasia di Enrico Murdocco era soltanto agli inizi!   Tellia n°2: un tour da degustare Ora sono diventati tre i locali torinesi dove si realizzano gli impasti ad alta idratazione e a lunga lievitazione pensati non soltanto per dare alle pizze croccantezza e insieme morbidezza, ma anche per garantirne la digeribilità. Naturalmente continua il servizio d'asporto a domicilio in tutta la città, ma adesso ci si può anche sedere comodi al tavolo di un locale accogliente e luminoso, come è capitato a noi in corso Sebastopoli 241, a due passi dal mercato di Santa Rita. Dove tutti i giorni si consuma il rito dell'aperitivo e…

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Champagne Day 2022: Se Il Futuro Ha Un Cuore Antico

Champagne day 2022: se il futuro ha un cuore antico

Quando il Piemonte contadino incontra lo champagne "...i piatti che raccontano un territorio e il mondo contadino: ricordi della mia infanzia, gusti e profumi di un mondo passato... che per me rimarrà sempre attuale". Così lo scorso 28 ottobre al Valadess at Lanss di Ceres lo chef ha presentato il suo menu per lo Champagne day 2022, la ricorrenza mondiale che si celebra il quarto venerdì di ottobre di ogni anno. E quale vino, se non quello che   la "campagna" ce l'ha addirittura nel nome, poteva valorizzare al meglio la cena della festa? Che anche noi abbiamo felicemente celebrato. I piatti del passato traghettano nel futuro Una cucina d'autunno delle famiglie contadine, dove la saggezza del passato si accorda con un fiducioso progetto sul futuro. Dove La Supa..."la zuppa alla canavesana" diventa un timballo da porzionare più facilmente senza che nulla venga tolto a profumi e sapori con cui un tempo si celebrava il giorno dei morti; e La Petite-Marmitte di porri, patate e castagne d'Almese restituisce alla piccola frazione di una montagna che si va sempre più spopolando il valore della sapiente ricchezza del suo festoso piatto "povero" anche grazie all'aggiunta di freschi porcini dell'ultima ora.  Da sempre sostanzioso…

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A Venezia è Tornata La Stagione Delle Moeche

A Venezia è tornata la stagione delle moeche

Morbide, morbide moeche! «Freschissime, freschissime! le ho pescate adesso nel canal, lì dalla finestra... » così si vantava un oste burlone, qualche anno fa, in una piccola trattoria di Venezia affacciata, appunto, su un canaletto defilato. E la battuta riguardava una, per me allora inedita, prelibatezza delle terre di  Laguna: le moeche. Che anche quest'anno, stagione quasi giusta, ho felicemente ritrovato, e che adesso vi racconto. Una preziosa ghiottoneria Come recitano le definizioni deputate, le moeche altro non sono che granchi durante la fase di muta, che si verifica due volte l'anno, in primavera e in autunno. Senza corazza sono morbidissime, una vera ghiottoneria di cui non si butta via niente: in questi tempi di "sostenibilità" il cibo perfetto! L'unico loro handicap, se così possiamo chiamarlo, è il costo: variabile secondo le annate, ma sempre molto alto. Il mestiere del moècante, allevatore e pescatore a un tempo, è infatti un lavoro non facile e molto duro: sveglie antelucane, ore e ore immersi nel fango della Laguna, cernita manuale del prodotto. Una delle nostre preziose "nicchie" da valorizzare e preservare. Dove gustarle? In trattoria! E, finalmente, eccole nel piatto. Noi le abbiamo sempre gustate nel modo più semplice e tradizionale: impanate…

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Ci Sono, Ci Sono Ancora I Bàcari

Ci sono, ci sono ancora i bàcari

All'ombra di San Marco... Sembravano quasi spariti, soffocati dal tripudio di pizzerie, tavole calde, snack bar, e tutto il resto  che sta - ahimé - dilagando per Venezia, sotto questo aspetto forse non più così Serenissima... E invece eccoli di nuovo al loro posto, così come la tradizione li voleva: sempre nelle calli interne, defilati per quanto possibile dai percorsi turistici più affollati, magari con pochissimi o addirittura senza posti a sedere. Perché al bàcaro si viene, o almeno così dovrebbe essere, per un cicheto e un'ombreta. E pazienza se poi c'è anche chi chiede una coca o uno spritz. ...una sosta per un cicheto Per fermarsi al bàcaro non c'è una ragione precisa. Certo, se ci arrivate alle ore canoniche li troverete più affollati, ma potrebbe anche capitare di trovarli chiusi. Come All'Arco Venezia 436, vicino al Ponte di Rialto, di sicuro uno dei più antichi e, almeno a parer non solo nostro, con una  offerta tra le migliori, che segue il ritmo del vicino mercato e chiude quindi alle 14.30. Noi ci siamo arrivati quasi al limite, limitando seppur di poco l'inesorabile coda iniziale alla cassa. Così siamo però riusciti a conquistarci un posto a sedere - sono…

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